Giovedì 10 maggio va in scena la tappa siciliana più attesa del Giro d’Italia 2018. Da Caltanissetta all’Etna, 164 chilometri di cui gli ultimi 15 con il naso all’insù per arrivare a quota 1.726 dove si trova l’osservatorio astrofisico. Una salita mai affrontata dalla corsa rosa con pendenze massime del 16 per cento. Come l’anno scorso, quando si arrivò al Rifugio Sapienza, si attendono migliaia di appassionati sui tornanti del vulcano.
La giornata inizia a Caltanissetta, il ritrovo di partenza è in corso Umberto I. I ciclisti sono attesi al foglio firma dalle 11.15 alle 12.45, poi sfilata cittadina del gruppo e partenza vera in via Xiboli alle 12.55. Si percorre la statale 122 e si entra quasi subito in provincia di Enna, dopo 17 chilometri, intorno alle 13.20, si prende l’innesto con la statale 117 bis. Circa 15 minuti dopo si arriva a Enna, dove è posto il primo traguardo volante. Nel capoluogo si transita lungo viale Unità d’Italia per poi svoltare a destra sulla statale 561 che conduce a Pergusa, tra le 13.40 e le 13.46. Quindi si continua ad andare verso Sud lungo la statale 117 bis; tra le 14.07 e le 14.14 si arriva allo svincolo per Piazza Amerina e circa otto minuti dopo il gruppo è atteso nella cittadina ennese, dove è collocato il secondo traguardo volante di giornata. Qui i ciclisti transiteranno in viale delle Libertà e in via generale Gaeta, per poi uscire da Piazza Armerina e proseguire sulla statale 288 fino ad Aidone, a 816 metri sul livello del mare, dove il passaggio è previsto tra 14.29 e le 14.38. Il percorso fin qui è contrassegnato da sali e scendi.
Si entra quindi in provincia di Catania, dove si sviluppa la seconda metà della corsa. Al chilometro 85 si svolta a sinistra sulla strada provinciale 20iii, al bivio per Raddusa, dove si arriva tra le 14.51 e le 15.02. Usciti dall’abitato, si torna sulla statale 288 e poi sulle strade provinciali 102i e 102ii, e si attraversano le località di Giumarra, Sferro, passando sotto l’autostrada A19, e Ponte Barca. Il percorso verso Paternò continua lungo le strade provinciali 24 e 58. Entrati a Paternò, si passa in via Vittorio Emanuele tra le 15.48 e le 16.05. Si prosegue per una ventina di minuti sulle strade provinciali 57 e 56ii prima dell’ingresso a Belpasso, da via Roma, tra le 16.07 e le 16.28.
Inizia quindi il lungo avvicinamento verso l’Etna: si percorre la strada provinciale 4 fino alle porte di Ragalna, dove si entra da via Pietro Micca, quindi si svolta per via Volta e prosegue per via Paternò (strada provinciale 57), percorrendola tutta. Passa per piazza Cisterna proseguendo per via Rocca fino all’omonima piazza. Procede per via Bosco fino all’incrocio con strada Milia. Ai meno 5,5 chilometri dal traguardo si svolta a destra e si imbocca la strada del Valentino fino all’arrivo a piano Vetore e all’osservatorio astrofisico a quota 1.736 metri di altitudine, Gran premio della montagna di prima categoria (la più impegnativa). L’ultimo chilometro è in leggera ascesa, tutto in curva fino agli ultimi 150 metri rettilinei attorno al 6 per cento. Gli ultimi cinque chilometri saranno chiusi già dalle 7 di mattina, il resto delle strade interessate saranno chiuse dalle 14. La carovana, cioè il seguito di auto commerciali, non percorrerà le stesse strade, ma la parallela provinciale 92.
In totale i chilometri di salita sono 15, a partire dall’abitato di Ragalna. I primi dieci chilometri si sviluppano su strada con carreggiata di media ampiezza, la pendenza più impegnativa, del 16 per cento, si registra poco dopo Ragalna, ma ancora lontano dal traguardo. Ai 5,5 chilometri dall’arrivo, la carreggiata si restringe e si attraversano tratti ristretti nel bosco alternati a tratti su colata lavica.
È la quinta volta che il Giro d’Italia arriva sull’Etna, la prima su questo versante del vulcano. In tre occasioni il traguardo era posto invece al Rifugio Sapienza: nel 1967 (con vittoria di Bitossi), nel 2011 (vittoria formale del venezuelano Rujano, ma a tagliare per primo la linea di arrivo fu il campione spagnolo Alberto Contador che si aggiudicò quell’edizione del Giro, ma fu poi squalificato per doping perdendo tutte le vittorie della corsa rosa nel 2011), e l’anno scorso (quando a imporsi fu lo sloveno Jan Polanc); nel 1989 invece il traguardo fu a Piano Bottaro, dove vinse il portoghese Da Silva.
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