La prima edizione è stata una scoperta, successo sia a livello tecnico che mediatico. Normale, quindi, che ci sia grande attesa per la cerimonia che domani mattina, alla Fiera Milano Rho, alzerà il sipario sulla seconda edizione del Giro di Sicilia, in programma dall’1 al 4 aprile: chi sarà il successore di Brandon McNulty? L’americano, classe 1998, ha trovato proprio sulle strade dell’Isola il primo successo in carriera in una corsa a tappe: un risultato foriero del trasferimento alla squadra World Tour UAE Emirates. Facile intuire come anche quest’anno la corsa organizzata da Rcs, in collaborazione con la Regione siciliana, possa costituire il trampolino di lancio ideale per qualche giovane promessa.
Tra qualche ora sarà svelato ogni dettaglio su caratteristiche dei percorsi, tappe e partecipanti. MeridioNews, però, fornisce qualche succosa anticipazione di quello che si vedrà tra poco meno di due mesi. Un primo dato che emerge è di natura geografica: a differenza dello scorso anno, infatti, la corsa non dovrebbe snodarsi nella parte centrale della Sicilia, evitando dunque i capoluoghi Enna e Caltanissetta. Anche Catania e Messina, punti nevralgici della prima edizione, stando alle anticipazioni non faranno parte del percorso. Si dovrebbe partire più a sud, con Siracusa pronta a ospitare giorno 1 aprile l’inizio della manifestazione, in una prima tappa che potrebbe snodarsi lungo lo splendido percorso del Barocco ragusano, includendo passaggi a Noto, Scicli, Modica e Ragusa Ibla.
Anche la seconda frazione potrebbe essere dedicata ai velocisti. Secondo indiscrezioni potrebbe essere Selinunte, con i suoi templi, il suggestivo luogo di partenza di una tappa che eviterebbe la costa occidentale dell’Isola, passando per Castelvetrano, Calatafimi e Alcamo concludendosi alle porte del capoluogo Palermo. Gli ultimi due giorni di corsa, invece, saranno senza dubbio quelli con le maggiori difficoltà a livello tecnico. Sono due gli indiziati speciali, in tal senso. Le Madonie in primis, protagoniste indiscusse della terza tappa: la carovana, partendo dalla costa, dovrebbe infatti virare verso l’interno, per affrontare con tutta probabilità l’asperità di Piano Battaglia e quella di Petralia Soprana, con arrivo sulla costa tirrenica.
Sarà sua Maesta l’Etna, invece, la regina del giorno conclusivo. Anche in questo caso, la bellezza della costa jonica dovrebbe lasciare il posto alle asperità dei Nebrodi prima e del Vulcano più alto d’Europa poi. Non ci sono ancora certezze in tal senso, ma la logica porta a considerare come molto attendibile la possibilità che sia il versante Nord a essere interessato dalla scalata, proprio come in occasione del prossimo Giro d’Italia. In questo caso l’ascesa inizierebbe da Linguaglossa, per poi giungere a Piano Provenzana. Capitolo partecipanti: la UAE Emirates non sarà, come lo scorso anno, l’unica squadra World Tour a partecipare. Trek Segafredo, Astana e probabilmente Bahrein sono pronte a fare il loro debutto nella competizione.
Anche la pattuglia di corridori siciliani potrebbe essere più folta. Non mancherà Giovanni Visconti, capitano della Vini Zabù KTM che replicherà l’esperienza del 2019. Attenzione, poi, a un astro nascente come il palermitano Filippo Fiorelli, appena sbarcato nell’universo dei Pro: la sua Bardiani farà parte del lotto di squadre che giorno 1 aprile saranno al via. C’è ancora incertezza, invece, in merito alla partecipazione del siracusano classe 1991 Pier Paolo Ficara (Team Sapura). Al via di Siracusa spazio anche per l’Androni Team: tra le fila della squadra diretta da Gianni Savio meriterà un occhio di riguardo il costaricano Kevin Rivera, cresciuto in Sicilia sotto l’ala protettiva di Paolo Alberati e autore del record della scalata che da Nicolosi porta al Rifugio Sapienza. Sembrano proprio esserci tutti gli ingredienti per assistere a un grande spettacolo.
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