Giarre, il trionfo di D’Anna. La festa tra piazza e Comune Ancora scontro tra i dem: «Pd asfaltato». «No, ha vinto»

Diciannove minuti dopo la chiusura dei seggi arriva il dato definitivo della
prima sezione scrutinata, la 12, scuola Sabin: Angelo D’Anna 274 voti, Tania Spitaleri 135. E nel comitato elettorale del leader di Città Viva esplode un boato di approvazione. Il primo di una lunga serie. Il divario è netto in tutti i seggi, D’Anna vince, a volte doppiando Spitaleri, in 28 sezioni su 31. Alla fine le percentuali si attesteranno sul 63,2 per cento contro il 26,8. 

La festa ha inizio: il neosindaco passa da un abbraccio all’altro facendo fatica a scrollarsi dalla gamba uno dei suoi sei figli che gli si è aggrappato e non lo molla più.
Sara Giuffrida, fedelissima di D’Anna, nonché segretaria del movimento, non sta nella pelle: «Continuerò a essere il braccio destro di Angelo, senza ricoprire ruoli politici», annuncia. Eppure proprio lei è la principale ispiratrice dell’allargamento politico della coalizione. «Vero, già tre anni fa avevo spinto in questa direzione, ma noi facciamo accordi con le persone, questa la città lo ha capito». 

Tra tappi di spumante che volano, fuochi d’artificio e striscioni pro-ospedale,
la festa si sposta dal comitato di via Callipoli alla piazza Duomo. Il neo sindaco sale sul palchetto, circondato dai suoi fedelissimi, dai consiglieri e dagli assessori designati. È un comizio senza microfono: «La città ha lanciato un segnale, hanno trionfato i valori della correttezza, della lealtà, della proposta fatta sui programmi e non sul’attacco agli altri. Il tempo delle scorrettezze è finito, la gente ha bisogno di qualcosa di concreto». Il primo pensiero torna all’ospedale – «Dobbiamo restituire un diritto negato e lo dobbiamo fare con intelligenza, con tutti i mezzi a disposizione» -, poi passa alle «attività commerciali e artigianali a cui dare nuova prospettiva». Quindi, prima di andare via l’invito a «tenere la piazza pulita, non lasciate bicchieri in giro, cominciamo da stasera».

Qualche centinaio di metri più giù, nella sede elettorale di
Tania Spitaleri, le facce sono scure. Lei non c’è, non ha seguito lo spoglio nel comitato. A cercare di parare il colpo restano la deputata regionale Valeria Sudano e quello nazionale Giuseppe Berretta. E le parole più dure sono rivolte al Partito democratico. «Penso che se continua così forse non arriva neanche al cinque per cento – attacca Sudano – è arrivato il momento di fare una riunione, guardarci in faccia, decidere se camminare insieme o se qualcuno preferisce prendere strade diverse, perché così si perde in tutti i Comuni». 

Solo l’antipasto delle
durissime critiche di Spitaleri. La candidata – due volte consigliera comunale col Pd che l’ha sostenuta solo al ballottaggio – arriva poco prima dell’una di notte. Il tempo di «augurare buon lavoro al nuovo sindaco» per poi tornare sul tasto che più fa male. «Il Pd a Giarre è stato asfaltato, la vittoria di D’Anna non è certo merito del Pd, il partito è stato utilizzato dalla Cgil che non ha a cuore né le sorti del Pd né quelle di Giarre. Non è in grado di rappresentare la storia del Pd e i suoi valori, non si fa un tesseramento da due anni, è stato mandato tutto in aria solo per il gusto di uno spacchettamento elettorale. Per la prima volta dalla sua fondazione, non è stata presentata la lista col simbolo del partito a Giarre, e non c’è neanche un eletto in consiglio. Spero che questi signori si dedicheranno al sindacato e poi all’associazionismo». Il suo futuro? «Io continuerò a fare politica – risponde Spitaleri – Se la sia ama non si abbandona, andrò dove potrò essere utile». Di tutt’altro avviso Salvo Vitale, candidato sindaco designato al primo turno dal Pd ma senza simbolo, e ora assessore di D’Anna. «Il Pd ha vinto, adesso vediamo chi è maggioranza e chi opposizione a Giarre», dice. Stessa tesi della deputata regionale Concetta Raia, anche lei in piazza a festeggiare insieme all’assessore comunale di Catania Angelo Villari, entrambi ala Cgil.

È notte fonda quando
D’Anna fa il suo ingresso trionfale in Comune. Ad attenderlo all’ingresso due ali di folla e il capitano della stazione dei carabinieri. L’aula consiliare esplode di persone: sostenitori, simpatizzanti, semplici cittadini e diversi dipendenti comunali. Nel suo secondo discorso da neosindaco, D’Anna si rivolge proprio a questi ultimi: «Spero col vostro aiuto – dice – di dare nuovo slancio e nuova dignità al vostro lavoro, che spesso affrontate in condizioni non agevoli e con un’organizzazione da migliorare. Nella giornata di oggi – conclude – mi sono concentrato sul dopo, meditando e pregando, ho chiesto di avere tanto equilibrio, serenità di giudizio e capacità di superare le difficoltà inevitabili».

Salvo Catalano

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