Zen, tra auto bruciate e ingombranti «Dopo task force è tornato degrado»

«Palermo è lo Zen, lo Zen è Palermo». Queste le parole pronunciate dal sindaco Leoluca Orlando  presentando il piano di intervento, in tre fasi della durata di tre settimane, per la riqualificazione della Zona Espansione Nord 1 e 2. I lavori, dal 18 aprile al 6 maggio, avevano come obiettivo, come recita la nota del Comune, «migliorare la sicurezza ed il decoro del quartiere» attraverso interventi tra cui anche quelli di rimozione rifiuti, eliminazione di ingombranti dalle zone di accumulo e di sfabbricidi, sostituzione in specifiche zone di cassonetti, oltre a porre uno specifico focus sulle scuole con interventi di pulizia e manutenzione e realizzazione di progetti di riqualificazione Aree.

Purtroppo la pulizia straordinaria non sembra essere stata sufficiente a garantire l’assenza di degrado in quelle zone di Palermo difficili, senza dubbio, da gestire e monitorare. Una volta finite queste giornate di interventi straordinari in alcune aree il degrado è tornato a regnare, come denuncia l’associazione Comitati Civici, che ha anche scattato delle foto recenti sullo stato dell’arte. 

«Giorno 5 febbraio 2016 la nostra associazione – spiega il presidente Giovanni Moncada  –  è stata ricevuta dalla IV Commissione Igiene e Sanità del Comune di Palermo, alla quale avevamo richiesto un’audizione e fummo accolti anche da diversi membri della Commissione, con la presidente Giusy Scafidi, e il  vicepresidente Giovanni Lo Cascio in testa».

In particolare Moncada riferisce di avere descritto in modo dettagliato la situazione delle quattro discariche presenti nel quartiere dello Zen 2, fornendo le mappe ricavate da Google, con evidenziate le zone interessate, illustrando la situazione della discarica più grande, che interessa un’area di 6.100 mq, fra le vie Rocky Marciano, S. Nicola e Cesare Brondi, e di avere consegnato alla Commissione 17 foto scattate durante un sopralluogo diretto «che documentavano in modo inequivocabile» lo stato di questa discarica. Le richieste dell’associazione alla Commissione erano: attivarsi per produrre in Consiglio Comunale un documento ufficiale richiedendo la bonifica del sito, di far analizzare la discarica e rendere pubblici i risultati sullo stato di inquinamento dello stesso, nonché di fare recintare il terreno, per impedirne l’accesso ai mezzi pesanti che scaricano diversi materiali e di istituire la videosorveglianza. 

«Cosa è successo dopo quell’audizione? Oggi lo possiamo gridare: nulla – conclude Moncada – Il nostro sopralluogo effettuato a distanza di quattro mesi da quell’audizione mostra uno stato di degrado e abbandono invariati. Nessuno ha mosso un dito nella direzione richiesta, che non è quella della pulizia straordinaria con le ruspe, che costano alla comunità cifre esorbitanti e servono solo a tamponare emergenze. Si continuano ad abbandonare auto e rifiuti di ogni genere, senza che sia stato istituito alcun controllo a distanza, come richiesto, e nessun pattugliamento costante della discarica». 

Stefania Brusca

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