Quando c’è da lavare i panni sporchi i partiti lo fanno al chiuso dei circoli. I Cinquestelle, invece, fedeli al verbo della trasparenza, manifestano i propri malumori pubblicamente, spesso su Facebook. Accade a Gela, dove alcune scelte della nuova giunta grillina lasciano perplessi molti della base e dei fondatori del locale meetup. Che non fanno mistero dei due rospi dovuti ingoiare, corrispondenti a due nomine: quella a vicesindaco di Simone Siciliano, già assessore all’Energia e Sviluppo economico del territorio, e quella di Rita Scicolone, già segretaria del sindaco Domenico Messinese durante la campagna elettorale, a dipendente comunale come istruttrice amministrativa.
Andando con ordine, il neo vicesindaco Siciliano, nominato con determina sindacale del 7 luglio, è un ingegnere elettronico laureatosi a Palermo nel 1994. Ha lavorato a lungo per la STMicroeletronics, tra le più grandi società di semiconduttori al mondo, ha gestito gruppi di lavoro interdisciplinari in giro per il mondo ed un è esperto di politiche energetiche. Un tecnico di alto livello manageriale, dunque, ben adatto a quella giunta di professionisti che Messinese ha messo in campo. Il problema è che, come denuncia l’attivista di lungo corso Santi Ventura, la scelta non è stata «condivisa con nessuno della giunta, la decisione è del tutto solitaria anche perché Siciliano non è neanche un attivista del M5s». Aggiunge carne al fuoco la militante Egle Scalia: «Un vero attivista ha il dovere di non starsene zitto di fronte a comportamenti e scelte che si allontanano anni luce dall’ideologia del M5s».
Senza scomodare l’ideologia, gli attivisti locali ritenevano più probabile una nomina a vicesindaco di Pietro Lorefice o Nuccio Di Paola, attivisti della prima ora e anch’essi assessori. Nelle primarie dei grillini gelesi ad esempio, Lorefice era arrivato secondo nelle preferenze del meetup. Ma il governo della città, evidentemente, ha altre logiche rispetto a quelle della base grillina. Siciliano, poi, nel primo mese di amministrazione è apparso subito il vero reggente della giunta. Presente ad ogni incontro istituzionale, ha firmato note congiunte col sindaco e assunto deleghe politiche importanti come quella dei rapporti col consiglio comunale. «Non voglio sminuire eventuali prese di posizione e polemiche – precisa a MeridioNews il diretto interessato durante la cerimonia di stamattina che ha visto il passaggio di consegne tra i vecchi e i nuovi consiglieri comunali – ma siamo concentrati sul funzionamento della macchina amministrativa. Quel che posso dire è che, avendo abbracciato la causa ed essendomi notevolmente esposto sin dalla campagna elettorale, internamente sono più grillino di chi mi accusa».
Poi c’è la nomina di Rita Scicolone, anch’essa attivista di lungo corso. Nonché, come ricorda sempre sui social uno dei fondatori del M5s Fabio Leopardi, «una delle migliori amiche della moglie di Messinese». La condanna – continua Leopardi – è per una «scelta prettamente personale del sindaco, molti di noi – giunta e dirigenti compresi – hanno cercato di far capire che non era il caso». Nel corso della campagna elettorale Scicolone aveva curato l’agenda di Messinese, oltre a risultare candidata al consiglio comunale. Oggi si ritrova collaboratrice a tempo pieno, grazie ad un incarico fiduciario con contratto a termine per cinque anni, con l’attribuzione del profilo professionale di istruttore amministrativo. Una nomina lecita, prevista dalla legge, ma che ha lasciato malumori tra la base.
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