Anche per oggi, i cocci della maggioranza si rimetteranno insieme domani. Ennesima occasione sprecata per la coalizione che sostiene il governo Musumeci, questo pomeriggio all’Ars, dove ancora una volta gli accantonamenti e gli stralci di norme sono stati numerosi. All’esame di sala d’Ercole, il primo dei tre collegati tematici alla Finanziaria, quello in cui sono confluite le norme in materia di personale e assunzioni. Che la giornata non fosse iniziata sotto i migliori auspici era sotto gli occhi di tutti. Seduta convocata per le 11, ma subito sospesa e rinviata alle 12.30, per aggiornarla poi alle 15.
Un segno evidente, secondo le opposizioni, di una maggioranza ormai al lumicino. «A questo punto – ha ironizzato il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo – chiediamo al presidente Musumeci di presentare un certificato di esistenza in vita del suo governo e della coalizione che lo sostiene. Al momento dell’apertura della seduta – ha aggiunto Lupo – erano presenti in Aula meno di dieci parlamentari di maggioranza. Il gruppo Pd ha protestato, chiedendo di procedere all’esame dei ddl all’ordine del giorno, sui quali esprimiamo una posizione fortemente critica. Ma la crisi del governo e della sua coalizione ha paralizzato ancora una volta l’attività parlamentare».
Dalle 15 in poi, in realtà, l’Aula ha lavorato a pieno ritmo, seppure alcuni dei provvedimenti principali del ddl siano stati accantonati. A cominciare dalla norma sull’avanzamento di carriera: un articolo che prevedeva la possibilità per i dirigenti regionali di passare dalla terza alla seconda fascia, in assenza di concorso interno. Secondo i deputati del movimento 5 stelle, già il concetto stesso di terza fascia «è un’anomalia tutta siciliana, cui da tempo chiediamo di porre rimedio con apposito concorso e, invece, il governo Musumeci propone una sorta di maxisanatoria che promuove la metà dei dirigenti in seconda fascia. Assurdo e, soprattutto, vergognoso». La norma è stata momentaneamente accantonata, per essere ridiscussa verosimilmente la prossima settimana.
Il movimento 5 stelle boccia anche il modo di procedere sui lavori d’Aula, «con l’invenzione dei collegati ai collegati. Una filosofia – afferma il capogruppo Francesco Cappello – che sta determinando un far west di norme, con l’inserimento nei testi di disegni di legge che andrebbero trattati a parte, bypassando in gran parte il legittimo e sacrosanto lavoro delle commissioni. Le tanto decantante riforme di cui si va riempiendo la bocca Musumeci non possono essere fatte con qualche comma piazzato qua e là nel collegato di turno».
Contestata anche la norma sui dirigenti esterni. «Una norma ad hoc – secondo il deputato dem Antonello Cracolici – per fare un paio di contratti, tre al massimo». Ma contro il provvedimento ecco anche il fuoco amico della deputata autonomista Marianna Caronia, secondo cui «prima di rivolgersi all’esterno per l’affidamento di incarichi dirigenziali, sarebbe bene e logico che l’amministrazione regionale guardasse al proprio interno, alle tante professionalità e competenze già presenti fra i dipendenti del comparto».
Alla fine della fiera, passano soltanto un paio di norme: quella sul contributo ai privati che hanno subito danni da calamità naturali, le risorse per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, la norma generica che apre alla possibilità di implementare in futuro l’organico del Corpo forestale e l’articolo che recepisce quota 100 alla Regione. Per il resto, tutto rinviato alla prossima settimana.
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