LAGITAZIONE DEI LAVORATORI SI E ESTESA IN TUTTA LA SICILIA. GLI OPERATORI INCROCIANO LE BRACCIA IN ASSENZA DI FATTI DA PARTE DEL GOVERNO REGIONALE. C’E’ ANCHE LA SPERANZA CHE, FINALMENTE, L’ASSESSORE NELLI SCILABRA VENGA MANDATA A CASA
A dimostrazione che alle chiacchiere non ci crede più nessuno, anche il sindacato di base Cobas Formazione Scuola/Lavoro ha proclamato lo sciopero generale dei lavoratori della Formazione professionale a partire da lunedì 8 settembre.
In una nota trasmessa allassessore al ramo, Nelli Scilabra ed agli enti formativi: Anapia, Cesam, Ecap Palermo, Ecap Caltanissetta, Ecap Catania, Enfap, Enaip, Efal, Endofap, Fernando Santi, Interefop, Reti società cooperati via a responsabilità limitata di Catania, C & B di Catania, Cipa (Ct), Eris (Ct), Anfe Catania, San Giovanni Apostolo (Ct), Formamentis (Ct), Ciofs (Ct), Cnos-Fap (Ct) e Oda (Ct), Maurizio Galici, coordinatore regionale del citato sindacato, raccogliendo il dramma sociale dei lavoratori siciliani preso carta e penna e dopo una serie di assemblee dei lavoratori ha comunicato la decisione.
Il sindacato Cobas Formazione Scuola/Lavoro – dichiara Galici – visto il perdurare della grave e drammatica situazione in cui versa tutto il settore con le conseguenti gravi condizioni economiche dei lavoratori e la mancanza di certezze di un futuro stabile e ormai stanchi di promesse e di una lunga agonia Dichiara lo sciopero regionale ad oltranza degli operatori della formazione professionale a partire da Lunedì 8 settembre.
chiediamo al Governo regionale e allassessore Scilabra – chiarisce il coordina otre regionale del sindacato di base – il rispetto e lapplicazione di tutte le garanzie occupazionali per tutta la categoria (8000 lavoratori), recuperando al lavoro tutti, senza più indugi o false promesse.
I lavoratori, disperati per le inumane condizioni in cui sono costretti a vivere con le proprie famiglie – aggiunge Galici – domandano il recupero diretto di tutte le spettanze arretrate (da 14 a 28 mesi), somme destinate agli Enti e che ancora si trovano nella disponibilità dellamministrazione, poiché non ancora erogate.
Il sindacato chiede la dichiarazione di stato di crisi del settore tuona lesponente sindacale – con la conseguente riattivazione del fondo di garanzia, ristrutturando il settore attraverso la creazione dellAgenzia Unica, dove garantito il personale applicando le leggi regionali n.24 del 6 marzo 1976, n25 del 1 settembre 1993 e larticolo 34 del Contratto collettivo di lavoro della categoria.
Ci aspettiamo che lassessore Scilabra trovi immediata soluzione per lutilizzazione di tutte le professionalità esistenti nel settore allinterno di un più organico trasparente sistema della formazione – sottolinea Galici – che dia speranze reali ai giovani siciliani nellacquisizione di cultura del lavoro e professionalità, e della legalità del diritto di cittadinanza.
Per limmediato, come Cobas, chiediamo, senza indugi, lavvio della terza annualità – conclude Galici – aumentando il finanziamento e il rientro di tutti gli esuberi al lavoro, linserimento al lavoro di tutti gli operatori destinatari del progetto Prometeo del Ciapi e degli ex Spartacus, oltre allavvio urgente dei tavoli sugli ammortizzatori sociali.
Nota a margine
Un epilogo amaro che la dice lunga sulle responsabilità dellassessore Scilabra, incapace di gestire, nei due anni precedenti, lassessorato e le sue dinamiche, interne ed esterne. Un assessore che continua ad insistere nella sua volontà di proseguire senza rendersi conto che ha perso quella indispensabile credibilità che consente allistituzione di poter operare per il bene comune.
Lo sciopero regionale proclamato da sindacato Cobas, che si aggiunge allo sciopero già in corso da parte del sindacato Snals/Confsal, è il termometro dello sfascio del settore.
Due anni non sono bastati per rendere ordinaria la gestione dei corsi di formazione professionale e recuperare il tempo perduto per cause ascrivibili al passato governo regionale, guidato dallallora presidente Raffaele Lombardo, in tema di spettanze in favore degli operatori.
È davvero scandaloso, rispetto allo stato degenerato del settore, dover assistere al tentativo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, di salvare la poltrona ed i 13 mila euro alla sua pupilla. Tutto questo mentre 8000 famiglie muoiono DI FAME.
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