Formazione, ‘Italia Lavori in Corso’ boccia la riforma Crocetta e presenta la ‘Class action amministrativa’ per il ripristino della legge 24/76

IL MOVIMENTO POLITICO NATO DA UNA COSTOLA DEL MOVIMENTO 5 STELLE PASSA AL CONTRATTACCO. SI PROFILA LA RICHIESTA DI COMMISSARIAMENTO DELLA REGIONE SICILIANA

Una Class action nel settore della Formazione professionale.

L’hanno illustrata stamattina, presso la sala stampa dell’Assemblea regionale siciliana, i senatori di Italia Lavori in Corso (Ilic), Francesco Campanella, componente della Commissione Bilancio al Senato e Fabrizio Bocchino, vice presidente della Commissione Cultura di Palazzo Madama. Presente anche Giuseppe Messina, presidente del coordinamento regionale siciliano dell’associazione ‘Movimento per la difesa del cittadino’ e l’avvocato Francesco Menallo, esponente dell’Ilic e firmatario, nella qualità di legale, della Class action.

Obiettivo della nuova formazione politica – ‘Ilic’ – è quello di ottenere l’avvio delle attività formative in Sicilia per tutte le tipologie di utenti e secondo le leggi in vigore, nonché la collocazione di tutto il personale in mobilità.

“La tanto sbandiera riforma del Governo Crocetta come già di quello Lombardo – dichiara Menallo – consiste essenzialmente nel trasferimento delle risorse per la formazione professionale dagli enti no-profit alle imprese che di ben altro dovrebbero occuparsi in questo frangente economico e che sicuramente non hanno né le strutture, né l’organizzazione, né l’esperienza per svolgere un compito che non è loro e che la legge non gli ha mai affidato”.

“All’esito positivo e se l’Amministrazione regionale non dovesse darne seguito – commenta il legale – provvederemo a chiederne il commissariamento per le responsabilità penali, contabili e per gli inadempimenti connessi alla mancata applicazione delle leggi regionali di settore, tuttora vigenti”.

“Interpelleremo tutti i cittadini residenti in Sicilia e interessati a partecipare al giudizio dinanzi alla magistratura amministrativa – precisa Menallo – ai fini del commissariamento dell’Amministrazione regionale e per l’attuazione della legge regionale n.24/76 e successive modifiche ed integrazioni. Saranno organizzati punti di raccolta firma per la sottoscrizione dell’atto di intervento sul ricorso – conclude Menallo – perché qualsiasi cittadino siciliano, e non solo i dieci mila lavoratori della Formazione professionale, potrà partecipare alla Class action amministrativa”.

Quello messo in piedi dall’avvocato Menallo e dagli esponenti politici dell’Ilic, insieme all’associazione ‘Movimento di difesa del cittadino’, per essere chiari, è il ricorso al Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia (Tar) per il commissariamento degli organi della pubblica amministrazione che non hanno applicato le leggi vigenti.

Ricorso che si sostanzia, per il settore della Formazione professionale, nell’inadempienza dell’Amministrazione regionale, reiterata da tre anni, sulla programmazione del Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) e sull’applicazione della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 e della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993.

L’avvocato Menallo aveva già promosso la Class action amministrativa (azione collettiva) con atto di diffida e messa in mora notificata all’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale nel mese di novembre del 2013 attraverso il Movimento a difesa del cittadino. Diffida che l’Amministrazione regionale ad oggi ha totalmente ignorato.

Intanto, lo scorso 28 febbraio sono scaduti i novanta giorni a disposizione dell’Amministrazione regionale per porre in essere la programmazione dell’attività formativa secondo quanto previsto dalla citata legge 24/76 per non incorrere nel contenzioso, che appare ormai certo. Scadenza che la legge regionale individua al 30 novembre di ogni anno per la programmazione delle attività formative3 secondo il quadro normativo regionale in vigore.

Va detto che, la Class action amministrativa mira ad ottenere il ripristino di un servizio parzialmente o totalmente non reso.

Nel caso del settore della Formazione professionale, da tre anni a questa parte, quindi a cavallo tra il Governo dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e l’attuale guidato da Rosario Crocetta, non si è dato seguito a quanto previsto dalle leggi vigenti in materia.

Per chiarire, la legge regionale 24/76 prevede che la Regione siciliana programmi entro il 30 novembre di ogni anno il Piano regionale dell’offerta formativa (Prof), previo parere espresso dalla Commissione regionale per l’impiego, massimo organo in Sicilia per la concertazione tra amministrazione regionale e parti sociali.

Questo non lo si fa da tre anno ormai in perfetta continuità tra l’esecutivo Lombardo e quello di Crocetta, che confermano un preciso disegno politico volto a disegnare un nuovo volto al settore della Formazione professionale con una pioggia di provvedimenti amministrativi, spesso in distonia e in contrasto con le norme di legge di riferimento, consegnando alle imprese il sistema formativo regionale.

Giuseppe Messina

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