LASSESSORE SCILABRA COME PONZIO PILATO SULLA MANCATA CORRESPONSIONE DEGLI STIPENDI AI LAVORATORI CHE, A NATALE, SONO ANCORA SENZA SOLDI. E DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI PALERMO CHE NE PENSANO LEI E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE?
Continua la disinformazione del Governo regionale nel settore della formazione professionale, soprattutto quando argomento di polemica è il pagamento delle spettanze ai lavoratori del settore. Quella dellarretrato degli stipendi è una situazione comune alla stragrande maggioranza degli enti formativi siciliani che operano con finanziamenti pubblici. La ricerca costante dellinformazione corretta merita un approfondimento sulla pochezza di argomenti tirati fuori dal Governo regionale.
Un esecutivo debole e scarso in materia di formazione professionale che non perde occasione di tacere di fronte al fallimento generato nel settore. Partendo dalla questione delle retribuzioni maturate e non percepite dai lavoratori del settore, questione che accomuna tutti o quasi gli enti gestori per rimarcare la debolezza della posizione politico-amministrativa assunta dallassessore regionale per la Formazione professionale. Sì, perché a poco serve la dichiarazione, resa ai giornali nei giorni scorsi dallassessore Scilabra, che scarica sugli enti la responsabilità della mancata erogazione delle retribuzioni al personale operante nella Formazione professionale.
Intanto perché lassessore ha il dovere, per il ruolo istituzionale che ricopre, di non staccarsi dal quadro complessivo del sistema.
L’assessore Scilabra in questo pecca da sempre, da quando si è insediata. A distanza di un anno non si è resa ancora conto che per ogni giorno di ritardo nell’erogazione del finanziamento si accumulano debiti in capo agli enti che vengono sistematicamente scaricati sui lavoratori. Ed è un processo indifferibile visto che gli enti, nella stragrande maggioranza, hanno una sola commessa e quindi una solo fonte di entrata. E poi, lassessore Scilabra dovrebbe ricordarsi che le attività relative alla seconda annualità dellAvviso 20/2011, finanziate con il Piano giovani, sono state avviate, per mano sua, l8 giugno 2013. Da allora ad oggi cosa ha pagato lassessore? Quale quote di finanziamento ha liberato in favore degli enti formativi per ristorare i propri dipendenti?
Converrà alla giovane ed inesperta assessore, che dall8 giugno 2013 ad oggi sono trascorsi quasi sei mesi. E senza un euro di finanziamento erogato agli enti come si sarebbero dovuti pagare gli stipendi ai lavoratori del comparto degli interventi formativi? Eppure lassessore Scilabra, ed in questo spalleggiata sempre dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ripetutamente assicurato di avere erogato tutto il finanziamento dellAvviso 20 agli enti. Insomma, per gli operatori del settore oltre al danno la beffa.
Le quote di finanziamento sono state assegnate con notevole ritardo rispetto ai termini pattuiti con gli enti gestori e le rendicontazione della prima annualità, per liberare il residuo 20 per cento del complessivo finanziamento, non è ancora stata autorizzata. Di cosa stiamo parlando? Eppure, per lassessore Scilabra è tutto a posto. E che dire del taglio del 10 per cento sul finanziamento dellanno precedente, nonostante le risorse non manchino, che ha generato 414 eccedenze tra gli enti? Che bisogno cera? A chi giova inventarsi un accordo che violenta il sistema di norme e regole contrattuali poste a governo dei processi di mobilità del personale della Formazione professionale in Sicilia?
Qualcuno forse è interessato a creare caos per poi presentarsi col ruolo di risolutore? Caro assessore Scilabra, a posto invece non cè proprio nulla. Per restare in tema, qualcuno ha informato la giovane assessore, studentessa universitaria, che la sentenza n.3606 del 21 novembre 2013, emessa dal Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Palermo, richiamando gli articoli 2 e 2 bis della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993 ha sancito, qualora ve ne fosse ulteriormente bisogno, che la responsabilità sulla continuità lavorativa e retributiva del personale della formazione professionale è in capo alla Regione siciliana? Sarebbe cosa buona e giusta che qualcuno, un tantinello esperto potesse magari riferirlo sia allassessore Scilabra, sia al presidente Crocetta.
Se qualche volontario, preso da spirito umanitario, potesse rammentarlo anche allassessore al Lavoro, Ester Bonafede e alla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del settore, forse il Governo regionale potrebbe finalmente rendersi conto del casino che ha combinato con la gestione del processo di mobilità sia per i Servizi formativi, con il progetto Spartacus viziato da una montagna di violazioni normative e pattizie, sia per gli Interventi formativi.
Anche perché, adesso, c’è di mezzo una sentenza: ciò significa che, un bel giorno, qualcuno pagherà, come sicuramente avrà compreso la dottoressa Corsello alla quale, forse, hanno promesso ‘paracaduti’ che non ci saranno… Lo diciamo così, tanto per chiarire. Visto che ieri, il nostro giornale, ha pubblicato una notizia piuttosto ‘pesante’: e cioè che tutti i ‘nominati’ sono chiamati a chiarire, con autocertificazione, il proprio stato giuridico per dimostrare di avere i titolo.
La dimostrazione che anche in Sicilia si sta applicando la legge, in questo caso il Decreto legislativo 39 di quest’anno. Ciò significa che si applicano le altre leggi, come quella richiamata nella su indicata sentenza. Morale: qualcuno pagherà. In solido…
Sempre in tema di mobilità è il caso di ricordare che larticolo 132 della legge 4 del 16 aprile 2003 nasce con il proposito esclusivo di tutela i lavoratori iscritti allAlbo di cui allarticolo 14 della legge regionale n.24/76, titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, rimasti senza incarico e posti in mobilità ai sensi dellarticolo 26 del Contratto collettivo di lavoro (Ccnl) del periodo 1994/97. Processo di mobilità disciplinato, quindi, dalle procedure stabilite dalla Commissione regionale per limpiego (Cri) attraverso la circolare n.10/94.
Mentre le tre Marie del presidente Crocetta, ovvero Scilabra/Corsello/Bonafede, stanno utilizzando le scarse risorse appostate nel capitolo del citato articolo 132, per altre finalità come, per esempio, lerogazione del 20 per cento di integrazione allindennità di _Cassa integrazione guadagni in deroga (Cgid). Inoltre, la circolare assessoriale n.22 dellagosto 2011 subordina laccesso al fondo di garanzia agli operatori posti in Cigd e inseriti nellAlbo/Elenco di cui al decreto assessoriale n.5074 del 22 dicembre 2010. Sfugge al Governo regionale che la circolare risulta essere in contrasto con la norma di legge e cioè con larticolo 132 della legge 4/2003. La legge infatti non parla di Albo/elenco introdotto con atto amministrativo ma di Albo come individuato da una norma di legge regionale. È proprio larticolo 14 della legge 24/76 a definirlo e disciplinarlo.
Una circolare può mai sopprimere una legge? Per la squadra assessoriale alla corte del condottiero Crocetta pare proprio di sì. E non basta. LAlbo/Elenco di cui al richiamato decreto assessoriale n. 5074/2010 non è ancora stato soppresso in quanto laggiornamento dellAlbo regionale degli operatori della Formazione professionale, previsto dalla legge 24/76 e dal decreto assessoriale 38/Gab del 11 ottobre 2013, prevede labrogazione del decreto n.5074 solamente con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (Gurs) dellalbo aggiornato di cui allarticolo 14. Cosa che non è ancora avvenuta, eppure lassessore Scilabra ne aveva previsto la pubblicità dopo 30 giorni , disattendendo se stessa. E quindi in atto abbiamo due albi, pazzesco!
Non ci stancheremo di raccontarlo dalle pagine di questo giornale, perché già in tempi non sospetti abbiamo lanciato le perplessità ed i limiti di unazione governativa che, calpestando il quadro normativo regionale in vigore e scegliendo la strada della fantomatica riforma amministrativa, che dice tutto e nulla, avrebbe portato il settore a sbattere. Purtroppo questo è quello che è successo. Del resto cera da aspettarselo, perché già con il governo precedente si era tracciato un percorso finalizzato a smantellare il settore in via amministrativa, tentando di scardinare il principio che le riforme si fanno per via legislativa e che il parlamento non può essere bypassato.
Ed ora? Dal contenzioso usciranno le verità sul gioco politico clientela re che qualcuno sta cercando di affermare nel caos in cui versa il settore della Formazione professionale. La sentenza del giudice del Lavoro di Palermo ha il merito di rimettere al centro del confronto tra Governo e parti sociali e tra Governo e parlamento siciliano la questione della legge regionale n.24/1976 e tutte le successive leggi che regolamentano minuziosamente il settore formativo.
E il contenzioso, però, aumenta sempre più
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