Scontri No Muos a Palermo: cronaca di un attacco annunciato

Come era prevedibile, la manifestazione di protesta organizzata dalla Rete No Muos, oggi pomeriggio a Palermo, è stata segnata da momenti di forte tensione. Sappiamo, infatti, che nei giorni scorsi c’erano state violenti polemiche nel mondo degli attivisti che si oppongono all’installazione militare Usa nella base di Niscemi.  Perché il corteo di oggi è stato organizzata da un movimento che si riconosce nei valori della destra. Cosa che non è piaciuta ai gruppi No Muos schierati  sul fronte opposto, che hanno preso le distanze dall’iniziativa definendola ‘fascista’ (per la presenza di alcuni esponenti di Casa Pound) annunciando una manifestazione parallela.

Termini e toni che hanno esacerbato gli animi e che oggi si si sono tradotti in attimi di guerriglia urbana sotto una pioggia battente nelle vie del centro del capolugo siciliano.

Tutto comincia intorno alle 17. In piazza Politeama va in scena  il raduno della Rete No Muos. Non sono in tanti: “Le cattive condizioni meteo hanno bloccato molta gente soprattutto quelli che dovevano arrivare da altre regioni” dice a LinkSicilia un attivista. Intanto, si preparano le bandiere in attesa di sfilare in corteo.

Alla stessa ora, a poche centinaia di metri dal Politeama, in piazza Verdi, dinnanzi ad un Teatro Massino splendidamente illuminato, si erano dati appuntamento gli attivisti di sinistra (di alcuni centri sociali, a quanto pare).  Senza nessuna autorizzazione della Questura.  Anche loro, non sono in tanti, una cinquantina. o poco più. Ma lo spiegamento delle Forze dell’Ordine è notevole.  Da lì a poco il gruppo prova a mettersi in cammino nella direzione del corteo della Rete No Muos al grido di “i veri No Muos siamo noi” e slogan antifascisti vari.

La polizia li blocca: “Ragazzi non siete autorizzati, non possiamo farvi passare” urla un agente in tenuta antisommossa.  La situazione sembra sotto controllo. Il gruppo con bandiere rosse non avanza e pare disperdersi.

Avanza invece il corteo autorizzato. Adesso saranno in duecento.  Scendono lungo la via Ruggero Settimo, ma all’incrocio con via Cavour scoppia il caos.  Dalle traverse di questa strada, infatti, spunta un gruppo di sinistra che correndo, tenta di dirigersi verso l’altro corteo, lanciando pure qualche bomba carta. Si sentono rumori fortissimi. Ci sono momenti di paura tra i negozianti e tra i passanti che chiedono cosa stia succedendo. Tentiamo di rispondere ad alcuni di loro,  rimangono basiti: “Ma come, sono tutti contro il Muos e si scontrano fra loro”? Chiede una signora con un’aria stupita. E non è la sola.

La polizia interviene. Scene da guerriglia. Comincia una carica lungo via Cavour che tenta di impedire il contatto tra i due gruppi mentre continuano a sentirsi i botti. Obiettivo raggiunto.  Qualcuno finisce anche in Questura ‘per accertamenti’.  (nella foto a sinistra il blocco della polizia in via Cavour)

Intanto la Rete No Muos prosegue il suo corteo, tanti slogan contro gli Usa, contro il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (che non sono mancati neanche nell’altro gruppo) della serie:”Hai venduta la Sicilia agli Usa”.  Arriva fino in Piazza Indipendenza. E poi si scioglie. 

“Ci sono stati momenti di tensione, provocazioni che non abbiamo raccolto- dice Stefano Di Domenico della Rete No Muos “siamo andati avanti per la nostra strada. Avevamo detto che, da parte nostra, sarebbe stata una manifestazione pacifica e così è stato. Per noi quello di oggi è stato un successo. Saremmo stati molti di più se le condizioni meteo lo avessero consentito. Un primo passo verso una lotta libera dai condizionamenti strumentali della solita politica. La battaglia contro il Muos è una battaglia del Popolo Siciliano che deve difendere la sua sovranità non è esclusiva di alcuni partiti.  La nostra era una manifestazione aperta a tutti. Quello che è certo è che chi ha creato queste divisioni e queste tensioni ha fatto un favore agli americani”.

Quello che è certo è   che i fatti di oggi non hanno giovato alla Sicilia. Si parlerà di scontri, di esagitati, di destra e di sinistra.  Lasciando nella nebbia la questione fondamentale:  la pericolosità del Muos per la  salute umana, la voglia di riscatto di un Popolo stanco di subire diktat, il diritto alla sovranità e all’autodeterminazione su argomenti come questi.

Quando si manifesta contro qualcosa, ricordava Pio La Torre, l’unità è un obiettivo prioritario.

Che dire? Che l’epilogo di questa manifestazione, alla fine, fa il gioco dei militari americani. L’unico modo per indebolire le ragioni di chi, legittimamente, protesta contro l’installazione, in Sicilia, delle antenne del mega-radar americano è quello di dividere il Movimento. In questo modo le ragioni della rissa prendono il sopravvento su tutto il resto. Gli americani, come abbiamo già detto,  ringraziano.

La manifestazione No Muos finisce in rissa tra destra e sinistra. Gli americani ringraziano     

 

 

 

 

 

 

 

Antonella Sferrazza

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