Fiumefreddo, i catechisti parlano di gender «Tra teorie inventate e allarmismi infondati»

«La cosiddetta teoria del gender è una non teoria del tutto inventata». Ad affermarlo è la psicologa e catechista cattolica di Fiumefreddo di Sicilia Liviana Sciacca. Che insieme ai colleghi Bruna Ferlito e Andrea Malpasso ha organizzato nel comune del Catanese un incontro per «chiarire che all’interno della riforma dell’Istruzione La Buona Scuola non ci sono iniziative legate a un’educazione sessuale particolarmente spinta», spiega Sciacca. Che sostiene come proprio questo punto sia uno dei motivi principali della confusione dell’opinione pubblica. 

Per la psicologa e catechista è la superficiale lettura che della legge ha fatto qualcuno la causa dell’esaltazione, negli ultimi mesi, della teoria del gender. Una «teoria che – ribadisce – non ha nulla dell’idea di teoria». Ma la cui validità è riconosciuta da gruppi politici conservatori e frange cattoliche, già da qualche anno. Molti di questi gruppi temono un’eventuale minaccia alla famiglia tradizionale a fronte del riconoscimento della varietà degli orientamenti sessuali. Ma «la cosiddetta teoria del gender non ha una definizione compiuta e – continua Sciacca -, in essa rientrano tutte le dichiarazioni di lotta contro le iniziative scolastiche che includano riferimenti all’omosessualità e all’identità di genere». «Si strumentalizzano percorsi educativi che nulla hanno di eccessivo e che invece servono ai bambini nel loro percorso di crescita», puntualizza Sciacca.

L’obiettivo dell’appuntamento intitolato Ma di che gender stiamo parlando? è quello di «informare chiunque abbia curiosità sulla questione per evitare situazioni di allarmismo e di terrorismo psicologico», continua. Circostanza in cui incorrono spesso «i genitori degli studenti delle scuole elementari e medie, e anche alcune fette del personale scolastico perché quella parte distorta dell’informazione dice loro che si vuole insegnare ai bambini a masturbarsi a scuola o ad avere rapporti sessuali». L’eterogeneità di pubblico è raggiunta perché «la cosiddetta teoria del gender è stata costruita mediaticamente per rispondere a particolari logiche politiche, finalizzate forse agli spostamenti dei voti di una certa parte dell’elettorato italiano – denuncia la coordinatrice dell’evento -. E poi fa leva sulla paura». 

«Le costruzioni che si sono realizzate intorno a una teoria che non è una teoria sono assurde», interviene la dirigente scolastica dell’istituto Fabrizio De André di Aci Sant’Antonio Vera Russo, una delle relatrici dell’evento. «Purtroppo la questione nasce dall’ignoranza di persone che non si informano bene e non leggono», continua Russo. Che negli ultimi mesi, nella scuola che coordina, ha affrontato «le paure di massimo due o tre genitori terrorizzati dalla cosiddetta teoria del gender». «Sono stata lieta di informarli dell’infondatezza della questione e del fatto che non c’è nulla da temere nella nuova riforma sull’Istruzione e – commenta Russo -, probabilmente le scuole stesse dovrebbero fare qualcosa in più per tranquillizzare i genitori».

«Le informazioni falsate purtroppo portano a perdere di vista una delle cose più belle che si possano leggere in un documento ministeriale», afferma Russo. Che precisa: «La Buona Scuola prescrive agli insegnanti di educare gli alunni a rispettare tutti e a non discriminare nessuno, a partire dal linguaggio». E conclude: «Cosa può esserci di più entusiasmante di insegnare ai piccoli il rispetto per tutti gli orientamenti sessuali? Cosa c’è di male in questo?». 

Cassandra Di Giacomo

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