Fiat, le donne di Termini Imerese scrivono a Giorgio Napolitano

10maggio2012-Le donne di Termini Imeresee non ci stanno. Davanti allo sfascio del dopo Fiat, si rifiutano di prendere atto di essere state prese in giro. Si rifiutano di vedere i loro mariti presi in giro.  Così, hanno preso carta e penna e hanno scritto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Gli chiedono aiuto, per riprendersi la dignità e il futuro.

“Lei non sa cosa significhi vivere senza speranza e senza futuro”, scrivono le mogli e le figlie delle tute blu. “Questa realtà la stiamo vivendo con rabbia e delusione, rabbia perché ci siamo sentite prese in giro dalle istituzioni e deluse perché abbiamo creduto in quelle stesse istituzioni che il primo dicembre 2011 hanno firmato l’accordo di programma, col nostro ministro dello Sviluppo economico a fare da garante. Eravamo tranquille perché il nostro governo era lì a tutelare i nostri diritti, il diritto al lavoro e alla dignità della persona”.

E’ da cinque mesi che le nubi circondano il futuro dello stabilimento siciliano di Termini Imerese dove, fino a poco tempo fa, operava la Fiat. E’ da  mesi che il piano di investimenti della Dr Motor – il gruppo molisano che avrebbe dovuto prendere il posto di Fiat – mostra tutte le sue falle. Sono mesi che il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, lancia  l’allarme.  L’ha fatto con Link Sicilia, in questa intervista ed era febbraio.  Ma, evidentemente, i politici regionali e nazionali, sono stati in tutt’altre faccende affaccendati.  E  adesso che la bomba è esplosa, farfugliano, cadono dalle nuvole, si dicono preoccupati.

Da ieri, i dipendenti siciliani del  gruppo guidato da Sergio Marchionne (formalmente lo sono ancora), esasperati, hanno occupato la sede legale delle Agenzie delle Entrate. Non hanno soldi per vivere, né tantomeno per pagare le tasse. “Il governo nazionale – dichiara Roberto Mastrosimone, leader della Fiom palermitana – pretende il pagamento delle tasse e il rispetto delle leggi, ma non mantiene gli impegni presi con i 2.200 lavoratori: ha stralciato le tutele per i 640 esodati, a cui era stato garantito l’accompagnamento alla pensione con i requisiti pensionistici pre-riforma, e sta mostrando tutta la sua inadeguatezza come garante di un piano di reindustrializzazione che non parte”.

Ora l’appello delle mogli e delle figlie a Napolitano.  Risponderà? E che ne dice Mario Monti? Purtroppo per lui, queste donne si rifiutano di suicidarsi o di  morire di fame in silenzio. Almeno potrà dire che, in fondo, i suicidi in Italia non sono così tanti, sta peggio la Grecia. C’è poi da chiedersi se questo ennesimo ‘successo’ di politica industriale nel Sud, in Sicilia in particolare, lo si deve al governo Berlusconi, al governo Lombardo, o al governo Berlusconi e al governo Lombardo messi insieme.

Termini Imerese, esplode la rabbia

 

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Antonella Sferrazza

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