Ferdinando Scianna, ovvero l’artigianato che diventa arte della fotografia

AL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA DI PALERMO, NEGLI SPAZI DEI CANTIERI CULTURALI ALLA ZISA, LA PRIMA MASTERCLASS IDEATA E REALIZZATA DAL DIRETTORE ARTISTICO, ROBERTO ANDO’, HA VISTO COME PROTAGONISTA IL GRANDE ARTISTA DI BAGHERIA

di Ivan Scinardo

L’orario insolito, le 14,00, forse lui stesso non si aspettava, nel bel mezzo di una giornata dalle temperature estive, ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo, di trovare la sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia gremita. Ad attenderlo più di un centinaio di appassionati di fotografia e non solo, per la prima masterclass, ideata e realizzata dal nuovo direttore Didattico e artistico, Roberto Andò, dal titolo:

“Leggere il reale”, ovvero una pedagogia del vedere.

Quasi 3 ore di racconto ininterrotto, da parte di uno dei più creativi ed eclettici fotografi internazionali; Ferdinando Scianna, 71 anni di Bagheria, è l’unico italiano a far parte della Magnum Photos. Non ha esitato a raccogliere l’invito del regista Roberto Andò a inaugurare un ciclo di lezioni aperte, rivolte ai nuovi studenti del Corso di Documentario del Centro Sperimentale di Cinematografia, con uditori esterni.

Scianna, fin dalle prime battute, entra subito nel racconto della sua vita; da la sensazione di quei vecchi saggi che ti ritrovi seduti sulle panchine dei giardini pubblici a rievocare le gesta memorabili della loro vita.

“Per me la fotografia è inventare, cioè ‘trovare’ nel senso etimologico. E’ un esercizio del leggere, non dello scrivere”.

L’accento siciliano si sente ancora nonostante il suo lungo peregrinare nel mondo. Dalla sua voce si percepisce una strana sensazione, è come se ascoltassi un filosofo o uno psicoterapeuta. Ed in effetti le componenti ci sono entrambe.

Scianna si tuffa nel rapporto tra fotografia e psicoanalisi: “La fotografia deve mostrare non dimostrare… Il fotografo interiorizza; nelle inquadrature cerca il suo inconscio, i suoi ricordi ancestrali che lo riportano al passato, magari ai periodi della fanciullezza”.

Scianna giornalista e reporter è la parte che intriga di più il pubblico. “Mi è mancato il metodo – dice – io compongo a partire dall’ombra”.

A 23 anni Scianna si trasferisce a Milano, era il 1967, collabora come fotoreporter e inviato speciale de l’Europeo, diventandone il corrispondente da Parigi. Ricorda Franco Pierini, storico inviato che fece lo scoop sulla morte di Che Guevara. Scrive per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine littéraire, ma soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson, le cui opere lo influenzeranno per tutta la vita.

Lo cita spesso ma emerge dai suoi racconti anche il forte legame con Leonardo Sciascia, con il quale compone testi e cataloghi importanti. Proietta sul grande schermo della sala cinema scatti, tratti dal libro: “Quelli di Bagheria” e Andò lo invita anche a leggere il testo imperniato di limoni e acqua, quella che da sempre controlla la mafia.

Il grande successo di Scianna è legato alla capacità di creare un immaginario originale, inedito. Tutti gli riconoscono la capacità non solo di documentare attraverso le immagini, ma anche di evocare temi, legati alla letteratura, al viaggio, alla memoria.

In questa lezione aperta ricorda anche l’incontro con due giovani “sconosciuti” che poi diventeranno gli stilisti Dolce e Gabbana. Lo chiamò Domenico Dolce perché originario di Polizzi Generosa, un paese delle Madonie, perché attratto dalle sue fotografie. Il suo socio Gabbana dopo averle sfogliate esultò dicendo: “Lei è perfetto! Il nostro look con il suo feeling”.

Scianna ripete la frase in modo clownesco è lì l’esplosione di risate e applausi del pubblico in sala. “La moda mi fece entrare nel mondo della pubblicità, dove i soldi c’erano davvero. Per sette anni ho girato il mondo, corteggiato dalle più grandi riviste e mi sono tanto divertito anche a fotografare modelle bellissime che si lasciavano guidare.. “cosa rara nella donna”.

Cita anche una sua massima: “La fotografia è artigianato che si trasforma in arte e quindi in piacere: oggi però non me ne frega nulla”.

A fine lezione il maestro Andò apre al dibattito e prende la parola uno dei più talentuosi documentaristi siciliani, Stefano Savona, lui insegna nella prestigiosa università del cinema a Parigi e da lunedi 13 salirà in cattedra a Palermo, al Centro Sperimentale di Cinematografia; parla agli allievi commosso, per il privilegio di avere assistito ad una masterclass che è stata anche pedagogia del cinema documentario.

La prossima lezione per gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia e per gli uditori esterni, con Letizia Battaglia il 16 ottobre alle ore 10.00 al padiglione 6 dei Cantieri culturali della Zisa.

Redazione

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