«E’ pieno di gente strana. Meglio, così mi diverto di più». Il commento di Arianna – una bambina di nove anni – è la maniera migliore per riassumere il successo della seconda edizione dell’Etna comics, il festival internazionale del fumetto che si è concluso ieri alle Ciminiere. Un evento nel quale attori e spettatori si sono mischiati per tre giorni dedicati a manga, anime, cartoni animati stranieri e vere icone dell’infanzia.
Già dall’esterno, nella grande fiumana umana che ha preso d’assalto i botteghini ancora prima dell’apertura, è scattata la sfida al riconoscimento dei vari costumi. Perché i veri protagonisti sono proprio loro. Pollon e Jigen passeggiano per il piazzale, mentre sul prato una dozzina di militari sistemano divise e armi. Poco distante, un gruppo di amici travestiti da Regina di cuori, Regina bianca, Alice, Stregatto e Cappellaio nella versione di Tim Burton del romanzo di Lewis Carroll. Dentro, scolarette dalla divisa inconfondibilmente giapponese fanno foto di gruppo con la Bella e la Bestia. Sullo sfondo, Rocco Siffredi e il cugino povero (con un vecchio accappatoio al posto della vestaglia in seta) inseguiti dal dispensatore di abbracci gratuiti. «Per il costume mi ha aiutato una sarta – spiega un’incantevole Creamy – ma i dettagli li ho cuciti io a mano».
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Un carnevale atipico, che ha visto anche l’incontro con artisti di rilievo internazionale. Le illustrazioni a stretto contatto con il pubblico di Gallieno Ferri (il disegnatore del mitico Zagor creato assieme a Sergio Bonelli), di Miki Tori (autore molto apprezzato in Giappone) e della palermitana Giulia Adragna. Per i più grandi, un’attrazione interessante sono state le foto di scena del film Diabolik di Mario Bava. Al ladro creato dalle sorelle Giussani è stata dedicata una serie di eventi speciali per celebrarne i cinquant’anni dalla prima pubblicazione. Spazio anche ai cartoni animati, con l’incontro dedicato alle voci dei doppiatori dei lungometraggi Disney.
Sicuramente, dopo la prima edizione dell’Etna comics sono molte le migliorie, a cominciare dal sistema di condizionamento che ha evitato molte sofferenze a cosplayer e visitatori. Anche l’allargamento degli allestimenti è stato ben accolto dagli amanti di manga e anime che si sono riversati senza sosta nel settore dedicato al Giappone.
Impegnando grandi e piccoli, su scacchiere o monitor, i giochi sono stati una delle colonne dell’evento. Coordinati dalle associazioni di appassionati, sono stati organizzati tornei di scacchi (anche giganti), sfide a Mario kart o Gran turismo, passando per i più tranquilli giochi da tavolo. E – al motto «Invadiamo la Kamchatka» – il torneo provinciale di Risiko.
Un’occasione per quanti amano questo mondo, ma non solo. Il piano riservato ai rivenditori è stato letteralmente preso d’assalto. Dalle magliette con i meme più in voga, ai vecchi Sapientino scovati nelle cantine assieme alle tastiere Commodore. «Non abbiamo avuto un attimo di respiro», spiega nella confusione la titolare di uno stand di gioielli fatti a mano, venuta da Napoli proprio per partecipare alla fiera etnea. Più respiro nel reparto dedicato ai volumi, più o meno conosciuti. «Sicuramente giochi e accessori sono più venduti, ma nemmeno noi ci lamentiamo», spiega Alberto, rappresentante di una casa editrice. «In questo periodo così difficile, occasioni del genere sono preziosissime».
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