Espulsione forzata o esodo volontario?

Sfatare alcuni miti della situazione israelo-palestinese attraverso le testimonianze degli storici israeliani. Questo è ciò che ha voluto sottolineare il caporedattore aggiunto del quotidiano francese “Le Monde diplomatique” Dominique Vidal nel secondo incontro di giorno 2 marzo tenutosi in un’aula A1 riempita da pochi intimi dell’ex Monastero dei Benedettini nell’ambito della Convenzione per la Pace.

Nella sua lunga ma coinvolgente relazione caratterizzata da un italiano dai toni francesi, Vidal ha evidenziato il dramma dell’esodo di circa 800.000 palestinesi dal 1947 al 1949 circa commentato da alcuni famosi storici israeliani: Simha Flapan, Benny Morris, Ilan Pappé, Avi Shlaim, Tom Segev.
Centro della tesi sono stati i tre miti sfatati dagli storici in merito al conflitto israelo-palestinese di quel periodo. Grazie a testimonianze, lettere e documentazione militare e politica, sono emerse alcune verità  che hanno riacceso a livello internazionale i toni della discussione.
Al centro sta la figura di David Ben Gurion, leader israeliano del movimento sionista socialista, che nel 1948 tramite l’organizzazione di una forza militare ha ordinato la distruzione dei villaggi arabi, l’espropriazione dei terreni e dei negozi palestinesi, sfatando il primo mito relativo alla figura di Israele come piccola entità nazionale contro quella di una Palestina forte e minacciosa.
Il secondo mito ad essere sfatato è stato quello del desiderio di pace da parte del Governo israeliano dopo la guerra del ’48 che in realtà nascondeva motivi di espansione territoriale da parte di Israele. Niente di più falso come il terzo mito relativo all’esodo dei palestinesi dettato dalle forze armate ed in maniera propagandistica dagli ebrei che portarono fuori gli arabi dai loro territori.
Si è accennato pure ad un parallelismo tra la persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti e quella da parte degli ebrei nei confronti dei palestinesi, facendo riferimento ad un ministro del Mapam, partito
operaio pro-sovietico, che nel 1948 paragonava gli ebrei ai nazisti.

La conclusione della tesi ha visto un’intervista fatta nel 2003 a Benny Morris su Ha’aretz, quotidiano israeliano, che contraddice quanto affermato in precedenza insieme agli altri storici definendolo quasi schizzofrenico, secondo Vidal. Nel suo intervento, infatti, Morris considera il mondo arabo come un’animale da porre in gabbia ed i palestinesi come popolazione barbara.

A fine relazione si è dibattuto con i presenti in aula sulle dichiarazioni dei vari personaggi coinvolti nel lavoro svolto dal giornalista francese.
Un punto di incontro si è avuto quando Vidal si è espresso in merito ad una probabile risoluzione del conflitto che vede la creazione di uno stato palestinese sovrano insieme ad un Governo israeliano.

Mario Grasso

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