Enna. Da qualche giorno la Città è immersa nellimmondizia. Ma, questa volto, non è uno sciopero dei lavoratori del comparto a causare l’emergenza. Responsabile di ciò è, infatti, il Collegio liquidatore dellAto rifiuti ‘Enna Euno’ che ha ridotto da sei ore a quattro ore e mezzo lorario di lavoro degli operatori ecologici. Va da sé che un orario di lavoro così esiguo, non consente ai dipendenti di smaltire la totalità dei rifiuti. Gli operatori ecologici, tra l’altro, sono psicologicamente allo stremo, non potendo, con i loro stipendi ridotti, far fronte alle spese ordinarie e straordinarie. E non è finita: non hanno neanche il vestiario necessario per svolgere il loro lavoro. Sono insomma allesasperazione.
La città di Enna langue in mezzo alla spazzatura e nel frattempo si susseguono le riunioni dei Sindaci che hanno sfiduciato i commissari liquidatori. Il Primo cittadino di Enna Paolo Garofalo allarga le braccia: So che alcuni operai dipendenti stanno effettuando dei ricorsi amministrativi sui quali deciderà il Giudice del lavoro. Per quanto ci riguarda ci sono alcuni problemi legati al passaggio dalla gestione Ato alla gestione Srr. Il Cda sta lavorando ad alcune modifiche statutarie per poi procedere alle altre cose che mancano.
Intanto, il presidente del Consiglio Comunale Maurizio Bruno ha convocato per mercoledi prossimo una seduta ordinaria del Consiglio per discutere sullAto rifiuti e sulla problematica dei rifiuti solidi urbani. Ma di chi è la responsabilità dellaccaduto?
Abbiamo cercato di capirlo attraverso Giovanni Lavalle, segretario della Funzione Pubblica della Cgil:
La vicenda nasce da una forzatura del Collegio dei sindaci del 17 febbraio che ha chiesto al Collegio di liquidazione chiarimenti in merito agli avanzamenti dei livelli dei dipendenti ossia se questi fossero legittimi o meno. In merito alla raccolta differenziata con lintroduzione del full time i lavoratori facevano risparmiare alla Società molti soldi di straordinario. In questo modo sollecitato dai Sindaci, il Collegio di liquidazione è ritornato sui propri passi e così ne è scaturita la confusione che cè adesso.
Lavalle ha poi ricordato che i lavoratori sono privi di indumenti da lavoro , non percepiscono lo stipendio con cadenza normale e i mezzi sono vetusti.
Mario Antonio Pagaria
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