Elezioni, Recca pronto a candidarsi con Udc I casi politici durante il mandato da rettore

Il rettore dell’università di Catania, Antonino Recca cederà i poteri al vicario per prendere parte alla campagna elettorale. L’annuncio di quella che appare come una sorta di aspettativa è arrivato stamattina. «A prescindere dall’eventuale mia candidatura alle prossime elezioni politiche – comunica Recca in una nota –  che sarà decisa dal vertice nazionale dell’Udc e dai garanti di coalizione, su proposta del Comitato provinciale dell’Udc catanese, è comunque mia intenzione partecipare attivamente alla campagna elettorale, per il successo democratico dell’Unione di Centro e del progetto Monti per l’Italia».

Manca l’ufficialità, ma il messaggio è chiaro: Recca quasi sicuramente correrà per un posto in Parlamento. Da domani e fino al 26 febbraio Maria Luisa Carnazza, prorettore vicario e docente di Anatomia umana a Medicina, assumerà le funzioni rettorali. Il Magnifico sceglie nuovamente la politica attiva. E lo fa ovviamente nel partito di Pier Ferdinando Casini. Esperienza non nuova considerato il ruolo di coordinatore regionale dell’Udc ricoperto fino al gennaio del 2011 e lasciato solo dopo l’approvazione della legge di riforma dell’università che dichiarava incompatibili il ruolo istituzionale di rettore con la carica politica. In quell’occasione Recca ribadì di volersi impegnare «per la crescita dell’ateneo di Catania nel sistema universitario italiano, fino al compimento del mandato, nell’ottobre del 2013, come promesso agli elettori nel 2009». Le elezioni per il nuovo rettore, nel frattempo, sono state anticipate prima ad aprile e successivamente a febbraio su proposta dello stesso Recca. «I candidati hanno presentato un programma e si è aperto il dibattito in seno all’ateneo – dichiarava ad ottobre ai giornalisti –  a questo punto anticipiamo le elezioni per parlare ancora meglio dei progetti dei prossimi anni». Decisione che adesso risulta utile anche a lui.

Saranno due mesi intensi per Antonino Recca, occupato probabilmente in prima persona nella battaglia politica e come rettore uscente in quella universitaria. Per quest’ultima, proprio oggi è arrivata la conferma che si voterà il 21 febbraio, nonostante la richiesta di uno dei candidati di posticipare le elezioni a marzo per la concomitanza con le politiche. Ma l’annuncio odierno di Recca non stupisce chi in questi anni lo ha sempre contestato. «E’ un esito previsto da tempo – afferma Matteo Iannitti, portavoce del Movimento studentesco catanese e coordinatore dei giovani di Rifondazione comunista di Catania – Negli ultimi anni la carica di rettore viene usata per fare carriera politica, più che per migliorare l’università. Si scelgono i candidati che riescono ad avere agganci politici, mentre non si valutano la caratura accademica e le capacità culturali». Iannitti ricorda la scelta del rettore di spostare la facoltà di Lingue a Ragusa. «Decisione gradita ai vertici locali dell’Udc, usciti rafforzati da questa vicenda, in primis il presidente della Provincia Giovanni Antoci», sottolinea il portavoce del Msc.

Ma non sono mancati, negli ultimi anni, i casi in cui l’università di Catania e le attività svolte sotto l’amministrazione Recca, soprattutto durante il secondo mandato, sono state accostate all’Udc. A partire dall’invito nel novembre del 2007 all’allora senatore centrista Rocco Buttiglione per parlare di «Laicità nella sfida educativa», passando per la laurea honoris causae assegnata nell’ottobre del 2009 all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagironearrestato, poi rilasciato, nel marzo scorso per truffa aggravata ai danni dello Stato, ma cugino del quasi omonimo Francesco Gaetano Bellavista Caltagirone, suocero di Casini. Laurea in Governo e gestione delle Amministrazioni e Imprese a dir poco inopportuna visto che qualche mese prima, proprio a Catania, all’imprenditore era stato sequestrato ex mulino Santa Lucia, la cui trasformazione in centro direzionale e commerciale ad opera della sua società, l’Acqua Pia Antica Marcia, è finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura catanese. Eppure tra le motivazioni della laurea si sottolineava come Caltagirone fosse «un modello di cultura d’impresa da proporre ai nostri giovani universitari».

Gli ultimi due casi riguardano il 2012. A gennaio l’ateneo guidato da Recca invita Casini a tenere una lectio magistralis dal titolo «L’autoriforma della politica». Incontro segnato dalle contestazioni del Msc. Quindi il caso mailgate, durante la campagna per le elezioni regionali, con la candidata dell’Udc Maria Grassi che usufruisce dell’intero indirizzario dell’ateneo per raggiungere migliaia di studenti e docenti con il proprio volantino elettorale. Email spedite dai server dell’università dove il marito, Antonio Di Maria, è tra i collaboratori del rettore. Vicenda per cui la coppia è indagata, insieme al figlio Daniele Di Maria, per violazione di segreto d’ufficio e trattamento illecito di dati personali. Eppure, mentre si attende di sapere se la Procura chiederà il rinvio a giudizio, il rettore ad ottobre promuove Di Maria padre a direttore del Cinap, il Centro per l’integrazione attiva e partecipata dell’ateneo. Fatti che da domani apparterranno al passato di Recca. Il suo futuro è in politica.

Salvo Catalano

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