Elezioni, la sconfitta del Governo Monti

Davanti alo straordinario successo di Leoluca Orlando a Palermo viene voglia – da siciliani – di pensare solo a lui, mettendo da parte la politica-politicante italiana. Invece è interessante dare un sguardo complessivo ai risultati di questa tornata elettorale. Per capire quello che succederà da qui a un anno, quando gli italiani saranno chiamati alle urne alle elezioni politiche (in realtà si potrebbe tornare a votare prima). Ebbene, dando un sguardo ai risultati di queste elezioni amministrative un dato emerge con sufficiente chiarezza: perdono i partiti che appoggiano il Governo di Mario Monti e la sua dissennata politica economica e sociale. Va giù pesantemente il Pdl. Penalizzato il Pd. Non sfonda l’Udc di Pierferdinando Casini. Regge la Lega di Bossi. Mentre ad ottenere un grandissimo risultato e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Per capire che il governo delle banche e della massoneria finanziaria ha il fiato corto basta scorrere titoli e sommari dei giornali della grande borghesia italiana. I fautori delle tasse, i signori dell’Imu e i protettori dell’euro non si aspettavano che gli italiani premiassero in modo così plateale chi, in questa campagna elettorale, ha messo radicalmente in discussione i valori ‘massonico-finanziari dell’Unione Europea. E cioè di Beppe Grillo. Conoscendo questi signori e la loro profonda disonestà intellettuale (e non soltanto intellettuale) non è difficile capire che, per loro, nelle prossine settimane e nei prossimi mesi, sarà Grillo l’avversario da ‘abbattere’.

Ma sarà fatica vana. Perché l’Europa dell’euro è già in crisi. E lo si è capito dalle parole, quasi isteriche, dei soliti tedeschi che, di fronte alla vittoria socialista in Francia, gridano che la “politica del rigore non si tocca”. Non ci sarà nemmeno bisogno di ‘accerchiare’ il ‘regno dei Nibelunghi’ e i santuari della Bce, perché è la stessa impalcatura di questa Unione Europea che, piano piano, viene giù. La stessa Grecia, ormai, è ‘tecnicamente’ ingovernabile. E’ probabile che, tra qualche mese gli eredi di Socrate e Aristotele mandino a quel paese la Germania e il suo ‘rigore’ del piffero.

Come abbiamo più volte scritto, questa non è l’Europa Unità sognata da Altiero Spinelli e da Gaetano Martino. Quella che abbiamo davanti è qualcosa di spaventoso che, per troppi versi, ricorda Il secolo breve di Eric J. Hobsbawn.  Anche se continuano a nasconderlo, siamo in piena guerra. Combattuta non con i carri armati e con i bombardamenti aerei, ma con gli strumenti della finanza globale.

A colpi di spread ci vogliono fare credere che l’Italia non vale nulla, che la nostra industria è decotta, che il nostro manifatturiero è finito, che la nostra agricoltura non serve, che il nostro artigianato non vale nulla. Hanno demoralizzato l’Italia. Con la scusa che debbono ‘aggiustare’ i conti del nostro Paese ci vogliono massacrare. L’unica cosa che conta è il nostro debito pubblico. Che dobbiamo pagare subito.

Da qui le continua ‘manovre’ di Monti. Con il nuovo arrivo dell’Imu. Tutti strumenti, non finiremo mai di ripeterlo, che servono solo a dapauperare i risparmi delle famiglie italiane, che sono ancora copiosi. L’obiettivo di questi signori della finanza globale è chiaro: prima si vogliono prendere i risparmi e poi le case. E poi tutto il resto. Il ‘disegno’ che non è riuscito nel ‘Secolo  breve’, nella testa di alcuni, dovrebbe riuscire non nei prossimi vent’anni, ma nei prossimi due o tre anni.

E’ interessante notare il cinismo con il quale certi personaggi di questo corso politico guardano ai tanti suicidi di imprenditori e cittadini italiani che vanno in scena in questi giorni. Povera gente non travolta dai debiti, ma dagli aguzzini che chiedono loro impossibili ‘rientri’. Ebbene, davanti a queste morti, l’attuale Presidente del Consiglio del nostro Paese, Mario Monti, che non si sembra un lettore attento delle “Confessioni” di Sant’Agostino, non ha trovato di meglio che farne una questione meramente aritmetica. Spiegandoci che, alla fine, i suicidi, in Italia, sono molto meno che in Grecia. In Italia, nel Paese cattolico per eccellenza, la vita di un uomo diventa un calcolo aritmetico. Che pena!

Contro questa teoria quantitativa della vita si è giustamente scagliato Beppe Grillo. Che ha individuato nello smantellamento dell’euro il punto di partenza per salvare il nostro Paese dal disastro economico, sociale e morale. La gente – che non è stupida – lo segue. E il suo Movimento 5 stelle vola.

E’ interessante notare il tonfo politico di Berlusconi. Che, tra le sue aziende e il suo partito ha scelto le prime e abbandonato il secondo. Quindi la delusione del Pd. E il mancato sfondamento del Terzo polo di Casini. Per questi tre partiti è ormai iniziata la fase di logoramento. Più terranno in vita il Governo Monti, più gli elettori si allontaneranno da loro. Un Governo Monti che si scaverà la fossa – e la scaverà a Pdl, Pd e Udc – andando avanti con l’Imu e con altre tasse. Per la gioia della Lega di Maroni che in pochi mesi si riprenderà, con gli interessi, i pochi voti che ha perso.

Continuando di questo passo il prossimo anno Grillo sarà il nuovo Presidente del Consiglio del ministri italiano.

E il Sud? Non è esistito nei tre anni in cui ha governato Berlusconi. E continua a non esistere con il Governo Monti. Sotto la linea Gotica il Movimento di Grillo non sfonda. Anche se comincia  a mettere radici. Il segno che c’è spazio per movimenti politici, magari locali, in grado di rilanciare la questione meridionale e la lotta alla criminalità organizzata che, complice questa crisi, rischia di essere di nuovo protagonista. Se non altro perché, nel Sud, i mafiosi sono gli unici che hanno liquidità sufficiente per sostituirsi alle banche.

 

 

Giulio Ambrosetti

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