Domanda: in questa campagna elettorale per le elezioni regionali la Cisl siciliana chi appoggia? Interrogativo di un crto interesse, anche alla luce della confusione politica.
Sul candidato alla presidenza della Regione siciliana non ci dovrebbero essere dubbi: l’organizzazione sindacale – che nell’Isola riesce ad assere collaterale a chi governa e al Pd – dovrebbe appoggiare Rosario Crocetta. Il condizionale è d’obbligo perché, in effetti, non sempre certe alleanza sono così semlici.
A Catania, ad esempio – stando a quanto risulta a LinkSicilia – non tanto i dirigenti della Cisl, quanto una parte delle persone contattate dall’organizzazione sindacale (e dunque iscritti), se interpellate sul voto da per la ‘corsa’ a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, risponde: “Non te la prendere, ma il voto per il presidente lo devo dare a Nello. Delle liste possiamo parlare senza problemi”.
“Nello”, ovviamente, è Nello Musumeci, candidato alla presidenza della Regione del Pdl, del cantiere popolare e de La Destra. Molto amato a Catania e in provincia, non c’è da stupirsi se i sindacalisti della Cisl incontrano qualche difficoltà a sponsorizzare la candidatura di Crocetta. Del resto, non è un mistero che Musumeci, a Catania e provincia verrà supervotato: si parla di una prcentuale di voti in suo favore che potrebbe oscillare dal 60 al 70 per cento. (a sinistra, Rosario Crocetta e Giuseppe Lupo)
Diverso il discorso per le liste. Ovvero per le elezioni per il rinnovo dell’Ars. A rigor di logica politica, la Cisl siciliana dovrebbe sponsorizzare i candidati del Pd, area ex Margherita. Mettendoci dentro, magari, qualche candidato di estrazione comunista (in fondo la ‘fusione a freddo’ tra Democratici di sinistra e Margherita che ha dato vita al Partito democratico è stata, per certi versi, una mezza riedizione del ‘compromesso storico’: dunqueun ex cominista appoggiato dalla Cisl ci può stare).
Il problema – stando a radio tam tam – è che ‘pezzi’ della Cisl siciliana si sarebbero avvicinati all’Udc di Giampiero D’Alia. I due Partiti – come già accennato – appoggiano lo stesso candidato alla presidenza della Regione. Ma ‘corrono’ su fronti diversi per il rinnovo di Sala d’Ercole.
Ma, come dire?, in virtù di questo ritrovato accordo tra ex democristiani (la ‘Casa madre’ di cislini ed esponenti dell’Udc, alla fine, è sempre la Dc), si sussurra che ‘pezzi’ della Cisl, in varie parti dell’Isola, potrebbero sostenere candidati dell’Udc. Cosa che, ovviamente, non va giù ai dirigenti e ai candidati del Pd.
Sul collegio di Palermo, ad esempio, gira voce che la Cisl non si starebbe impegnando in massa per il segretario regionale del Partito, Giuseppe Lupo. In questa lista è guerra aperta, soprattutto contro Pino Apprendi, che ha il solo torto di essere una persona seria apprezzato dagli elettori del Pd di Palermo città e, soprattutto, della provincia.
Abbiamo già raccontato stamattina le voci messe in giro ad arte su Apprendi, che avrebbe chiesto di entrare nel listino del candidato presidente Crocetta. Cosa non vera e fatta circolare per cercare di far apparire debole Apprendi. E prima – sempre contro Apprendi – qualcuno, girando tra gli elettori, andava dicendo: “Apprendi? Non c’è bisogno che lo voti, tanto i voti li ha…”.
Ma, a parte queste ‘delicatezze’ contro Apprendi, la ‘notizia’, adesso, è he a Lupo potrebbe venire meno una parte del consenso della Cisl. Un colpo duro – se si tratta di fatti reali – per Lupo che, tra le altre cose, è un ex dirigente della Cisl.
Insomma, i tre posti disponibili per il Pd, nel collegio di Palermo sono oggetto di una campagna elettorale molto nervosa, in parte scorretta, che dovrebbe comunque fare andare bene la lista. Ma che lascerà sul campo ‘morti & feriti’.
I posti disponibili, dicevamo, dovrebbero essere tre: dopo Apprendi, che sembra il più forte, ci dovrebbero essere Davide Faraone, Francesco Riggio (quest’ultimo, appoggiato dal parlamentare uscente Gaspare Vitrano e dal suo non proprio ‘elegante’ sistema di potere) e poi, nell’ordine, Antonello Cracolici (capogruppo uscente all’Ars del Partito, che non sembra riscuotere particolari simpatie) e Fabrizio Ferrandelli.
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