C’è il raddoppio del ponte Corleone (21 milioni già stanziati), la manutenzione del ponte Oreto (3,8 milioni di fondi Fas) e ancora il collettore sud orientale di piazza Indipendenza (28 milioni). Opere bloccate, impantanate nelle pastoie della burocrazia oppure incagliate nei fallimenti. Un tesoretto da 124 milioni di euro, che potrebbe ridar fiato a un settore, quello edile, sempre più in crisi. A fornire la stima è la Fillea Cgil di Palermo, che contesta i dati di Palazzo delle Aquile. Secondo il Comune, infatti, l’elenco di opere incomplete e lavori fermi vale 40 milioni di euro, una cifra ben al di sotto di quella indicata dalle parti sociali.
«Ci piacerebbe capire a quali cantieri si riferisce piazza Pretoria – dice a MeridioNews il segretario della Fillea Cgil di Palermo, Francesco Piastra – e soprattutto capire quali siano gli impedimenti burocratici che li bloccano». I sindacati da tempo chiedono un intervento di Comune e Regione per poter far partire i cantieri. Anche perché la crisi continua a mietere vittime. Dal 2008 ad oggi sono circa 10mila i posti andati in fumo nel capoluogo siciliano, dove gli edili attualmente sono circa 9mila e dove uno su due resta disoccupato. Un quadro allarmante. «Migliaia di operai tra i 50 e i 55 anni non riescono a trovare un lavoro – aggiunge Piastra -, si trovano in una condizione drammatica». E anche per questo che la Fillea da tempo chiede clausole di salvaguardia sociale, prevedendo nei capitolati d’appalto una quota di assunzioni riservate proprio ai disoccupati edili storici.
Resta, comunque, il dato di decine di opere al palo con il conseguente rischio della perdita dei finanziamenti. «Per sbloccarle basterebbero opportune manovre correttive e finanziarie, tra cui il ricalcolo dei costi della manodopera, dei materiali e degli oneri aggiuntivi intercorsi da quando i lavori sono stati bloccati» spiega ancora il leader della Fillea Cgil di Palermo. E per questo che il sindacato degli edili chiede a piazza Pretoria un monitoraggio completo delle opere pubbliche e un tavolo «al quale sederci e confrontarci». Perché, spiegano dal sindacato, «è arrivato il momento di fare chiarezza».
«Sia la burocrazia che la politica – denuncia Piastra – rimangono ferme riguardo all’attivazione della spesa pubblica per le opere già finanziate, per le quali spesso occorre rimodulare i finanziamenti o, nei casi di aziende fallite, rifare le procedure da zero». Da qui la richiesta al sindaco Orlando, ribadita anche pochi giorni fa durante un incontro per discutere dei lavoratori del Coime, di «aprire un confronto per individuare le tutte responsabilità».
A Palermo, nel dossier della Fillea Cgil, il rendiconto finale parla di opere per 124 milioni bloccate. Un elenco di incompiute in cui rientrano anche il sottopasso di via Perpignano (30,8 milioni), le nuove fognature di via Messina Marine (14,4 milioni), la manutenzione del ponte Corleone (20 milioni), il canale di Boccadifalco (3,7 milioni) e la pulizia dei canali di gronda della città (2 milioni). «È una situazione intollerabile» conclude Piastra, che avverte: «Siamo pronti a mobilitarci». Contro l’inerzia delle istituzioni e le lungaggini della burocrazia, che rischiano di vanificare ogni timido segnale di ripresa.
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