È ancora bufera sui ficus abbattuti Tra richieste di accesso agli atti e ricorsi ad Ue

Legambiente annuncia un «formale ricorso» al diritto europeo, il Movimento Cinque Stelle ha già inoltrato una richiesta formale di accesso agli atti alla sovrintendente di Palermo, Maria Elena Volpes. Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale, chiede di accertare «le responsabilità e l’eventuale danno provocato al decoro e all’ambiente e adottare tutti gli opportuni provvedimenti impedendo ogni ulteriore atto che deturpi il nostro territorio». La “strage” dei ficus di Piazza Castelnuovo o il nuovo “sacco di Palermo”, come è stato ribattezzato da alcune associazioni ambientaliste, continua a tenere banco.

Giovedì in commissione Ambiente all’Ars il presidente pentastellato, Giampiero Trizzino, ha già convocato in audizione il sindaco Leoluca Orlando (che, come ha annunciato ieri il suo vice Emilio Arcuri, con ogni probabilità non ci sarà), gli assessori comunali alla Mobilità, Giusto Catania, e al Verde, Francesco Raimondo, il presidente della commissione Ambiente comunale Mangano e la soprintendente di Palermo Volpes. L’intenzione è quella di vederci chiaro: chiedere all’Amministrazione targata Orlando «la massima chiarezza e trasparenza» sull’avanzamento dei lavori per evitare «colpi di scena» come quello dei giorni scorsi, che ha visto procedere al taglio di ficus centenari, mentre «l’attenzione di tutti, probabilmente in maniera scientifica, era stata spostata sulle palme».

«Il Comune non tocchi più una foglia finché non avrà chiarito nei minimi dettagli il piano dei lavori dell’anello ferroviario e del tram e il piano dei tagli che stanno facendo di Palermo un arido deserto» hanno avvertito nei giorni scorsi i deputati regionali e nazionali del Movimento 5 Stelle. «Nessuno è contro l’anello ferroviario e le infrastrutture necessarie a migliorare la viabilità a Palermo, ma non si può assolutamente tollerare la barbarie» avverte Trizzino.

Intanto, venerdì scorso la parlamentare regionale grillina Claudia La Rocca ha presentato una richiesta di accesso agli atti alla sovrintendenza. «C’è da capire se nel progetto iniziale era previsto il taglio degli alberi – spiega a MeridioNews – e se quello attuale è il progetto originario. Abbiamo chiesto di poter visionare pareri e autorizzazioni, perché tutte le rassicurazioni che arrivano dal Comune e dagli assessori restano parole senza un documento, in cui nero su bianco sia illustrato, ad esempio, il piano di compensazione del verde». Perché a rischio non ci sono solo i ficus, ma anche le palme della storica piazza. Al Comune i pentastellati hanno chiesto notizie sul piano che riguarda l’espianto di queste ultime e nelle prossime ore una nota analoga sarà inoltrata per avere informazioni anche sugli alberi. «Vogliamo conoscere i modi e i tempi delle operazioni, indispensabili per assicurare la salvezza delle piante. Ma è importante anche conoscere le carte, perché a rischio potrebbe esserci la staticità stessa degli immobili» dice ancora La Rocca.

A fare infuriare pentastellati e associazioni è soprattutto la mancanza di comunicazione. La stessa che denuncia Legambiente, secondo la quale «la questione emersa dal taglio degli alberi di piazza Castelnuovo è l’ennesima dimostrazione della violazione sostanziale della convenzione di “Aarhus” sull’effettiva partecipazione dei cittadini alla formazione della decisione». Per l’associazione ambientalista è stato «palesemente violato l’obbligo di fornire una tempestiva e reale opportunità di partecipazione alla decisione in materia ambientale». Così Legambiente, pur «non essendo contraria» alla realizzazione del passante ferroviario e del tram, «necessaria per garantire una mobilità urbana sostenibile» ne contesta «il metodo procedurale». Per questo motivo, annuncia Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia «ci riserviamo di presentare formale ricorso al diritto europeo e forniremo sostegno ai comitati cittadini».

Nadia Spallitta, invece, punta il dito sul regolamento del verde disatteso. «L’abbattimento di un albero deve essere comunicato almeno 20 giorni prima dell’inizio dei lavori – spiega -. Tutto ciò senza considerare che esistono tecniche diffuse il cui scopo è quello di evitare l’abbattimento di alberi che possono essere semplicemente espiantati e ripiantati in altro luogo. Ritengo che sia necessario agire tempestivamente per accertare le responsabilità e l’eventuale danno provocato al decoro e all’ambiente e adottare tutti gli opportuni provvedimenti impedendo ogni ulteriore atto che deturpi il nostro territorio».

Rossana Lo Castro

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