Un duplice omicidio e tre persone finite imputate dopo 32 anni. L’inchiesta sull’uccisione di Gaetano e Salvatore La Placa, padre e figlio ammazzati nel 1992 tra le campagne di San Biagio Platani in provincia di Agrigento, approda in aula. Alla fine di maggio, erano stati indagati per concorso in omicidio il 77enne Luigi Costanza, la 56enne Carmela La Placa e la 67enne Rosalba La Placa. Le donne, per cui si ipotizza anche l’aggravante della premeditazione, sono la figlia e la nipote delle vittime.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli ha disposto il rinvio a giudizio dei tre. L’ex procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, a giugno, prima del suo trasferimento, ha disposto delle perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sul cold case. Dopo gli accertamenti, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ovvero l’atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Richiesta che è stata ribadita oggi in aula dalla pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò.
Per la procura di Agrigento, le due donne sarebbero state le mandanti del duplice omicidio. Costanza, invece, è accusato di essere stato esecutore materiale dei delitti. Il duplice omicidio è avvenuto all’alba del 14 ottobre del 1992. La prima udienza, davanti alla Corte di assise, è in programma il 26 novembre. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, l’input per il delitto sarebbe arrivato da Carmela La Placa, che avrebbe manifestato alla madre la volontà di fare uccidere il padre Gaetano. Il motivo sarebbe da ricercare in contrasti familiari e, in particolare, nell’allontanamento dall’abitazione del genero. A sua volta, la madre Rosalia Guadagnano (oggi deceduta) avrebbe acconsentito all’uccisione del marito perché vittima di violenze e maltrattamenti.
Secondo l’ipotesi degli inquirenti, l’omicidio sarebbe stato commissionato a Luigi Costanza per un importo di 50 milioni di lire pagati con la riscossione di buoni fruttiferi intestati alla vittima, una jeep e dei cani da caccia. Agli indagati viene contestata anche la premeditazione del delitto. Sarebbero state moglie e figlia, secondo quanto ricostruito, ad avvisare il killer non appena Gaetano La Placa, in compagnia di Salvatore, lasciò l’abitazione per dirigersi in contrada Mandralia, a San Biagio Platani. Padre e figlio, a bordo di una Fiat 127, vennero fatti accostare.
A quel punto, Costanza avrebbe sparato alla testa prima al padre e poi al figlio. I difensori degli imputati (gli avvocati Antonino Gaziano, Anna Mongiovì, Gaetano Timineri e Valentina Buongiorno) non hanno chiesto riti alternativi e il giudice, dopo una breve camera di consiglio, si è pronunciato disponendo il rinvio a giudizio. La sorella e figlia delle vittime, che aveva presentato degli esposti, si è costituita parte civile insieme alla figlia con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Pennica.
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