La programmazione artistica e culturale del Teatro Mediterraneo Occupato prende il via Giovedì 12 Marzo con Dopodichè Stasera Mi Butto, presentato dal collettivo Generazione Disagio e prodotto dall’associazione milanese Proxima Res.
Questa unione artistica porta in scena uno spettacolo ormai riconosciuto come identificativo di una generazione che racconta se stessa e le sue criticità con cinica ironia e che è stato record di incassi e presenze all’ultima edizione del Torino Fringe Festival.
Generazione Disagio è un collettivo che dal 2013 ha preso la parola attraverso una produzione teatrale mirata a raccontare la vita attraverso l’arte, facendo dell’arte un linguaggio che racconta la vita.
Il progetto, nato nell’ambito del racconto di una generazione disagiata e non rappresentata è focalizzato sullo spettacolo Dopodichè Stasera mi Butto, di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Alessandro Bruni Ocana e Luca Mammoli e per la regia di Edoardo Pippa. Nel 2013 ha già dimostrato di essere un prodotto valido vincendo il primo premio a Giovani Realtà Del Teatro. Ha inoltre ricevuto la menzione speciale della giuria al concorso nazionale Intransito e a Scintille di Asti Teatro.
Enrico Pittaluga, che a breve sarà a Palermo, disegna per Meridio le linee principali della singolare mise-en-scéne. «È come un Gioco dell’Oca al massacro comico e grottesco. Le tre pedine umane sono un laureando, un precario e uno stagista. Muovendoci in avanti e indietro sul tabellone rappresentiamo il quotidiano di ognuno di noi: i momenti di gioia ci fanno indietreggiare di una casella e le circostanze tristi ci fanno avanzare. Tra piccole finzioni di ogni giorno e forze emotive contrastanti, il punto di arrivo è la casella finale, che in questo caso è il disinteresse totale nei confronti della vita, la casella del suicidio».
Sul palco anche un presentatore che si pone come intermediario tra scena e platea, una figura di rilievo per la resa dello spettacolo che, in questo modo, diventa interattivo e coinvolgente: «È il pubblico a stabilire se le pedine superano le prove individuali o collettive, possono inveire contro di noi e tirarci le palline quando disapprovano, in un gioco di contaminazione che è assolutamente volto allo stimolo alla vita» Spiega Enrico «Il percorso verso il disinteresse è in realtà un inno al fare, un inno alla vita. Giochiamo con il disagio di una generazione che include il diciottenne come il sessantenne, mettendo in ridicolo i meccanismi nei quali siamo incastrati e che ci fanno arrendere giorno dopo giorno. Sul palco vince chi rovina per primo la propria vita con lutti, scelte sbagliate e imprevisti deprimenti».
Uno spettacolo folle, vorticoso e rock che parla di arresa, suicidio e disinteresse ma che è in realtà un’ode alla vita e che con un linguaggio svelto e un’ironia vivace invita a non restare invischiati, a ribellarsi alle contraddizioni e alle bugie che ci raccontiamo allo specchio, messe qui in luce e identificate come perdita dei valori.
Il Teatro Mediterraneo Occupato continua ad affrontare con vigore le problematiche legate alla sua esistenza all’interno del Padiglione 1 del complesso dell’Ex Fiera del Mediterraneo. Lo scorso Gennaio il Comune di Palermo e la Polizia Municipale hanno disposto lo sgombero dei locali, avendo riscontrato all’interno dell’organizzazione delle attività commerciali all’infuori di ogni regola, sgombero poi sospeso, anzi stoppato. Nella nuova ottica degli organi di governo, l’idea oggi è quella di far rientrare nella legalità e nella sicurezza le attività del TMO, procedendo verso un terreno comune nel quale costruire un dialogo tra l’istituzione e il collettivo che, nell’autogestione di uno spazio negato, produce cultura e promuove attività e laboratori che sono occasione di incontro per la città.
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