Alla mostra Picasso e le sue Passioni manca il pezzo forte, così come annunciato da MeridioNews. La beffa, di cui né il Comune né l’organizzazione ComediArting eIII Millennio hanno la primaria responsabilità, non suona certo simile alla notizia dei Modigliani falsi esposti proprio al Castello Ursino nel 2012, ma il rapporto della città con la grande arte riserva ancora qualche défaillance. Mancherà, dunque, quell’olio su tela definito del Picasso politico, la Figura de mujer inspirada en la guerra de España, che avrebbe dovuto testimoniare l’avversione del pittore per il regime di Francisco Franco. Tuttavia la produzione esposta al Castello Ursino e presentata oggi dall’art promoterGianni Filippini, la curatrice Dolores Durán Úcar e la co-curatrice Francesca Silvestri, alla presenza dell’assessore alla Cultura Orazio Licandro insieme al sindaco Enzo Bianco, può rimanere comunque un riferimento per appassionati e cultori del genio di Malaga.
Le passioni di Picasso – dalla corrida, al teatro, concludendo con l’eros – sono rappresentate a Catania attraverso circa 300 opere che fanno riferimento, anche tramite la pittura e la ceramica, ai diversi periodi dell’artista. La mostra è allestita su due piani. Al secondo piano La Figura de mujer è stata sostituita da un’istallazione con il compito di comunicare la passione politica picassiana attraverso la realtà aumentata. Picasso in the cube è stata commissionata alla Loop di Bologna. Il linguaggio estremamente moderno con cui l’opera restituisce la verve dell’artista diversifica la mostra rendendola assolutamente democratica, accessibile anche a chi il linguaggio di Picasso comincia adesso a conoscerlo.
«Per qualità e quantità delle opere – assicura la curatrice Duran Ucar – quella di Catania può essere considerata una mostra di livello internazionale». Ricevendo un timido applauso dai presenti, la critica d’arte ha poi aggiunto: «Picasso sarebbe stato contentissimo di vedere le sue ceramiche esposte accanto a quelle antiche che possiede il Castello Ursino». Una costatazione forte, non dovuta, ma evidentemente parzialmente compresa per via di quell’applauso quasi accennato fatto dai presenti. E c’è chi è pronto a scommettere su un futuro culturalmente rilevante della città. «Perché da Roma in giù non si possono vedere grandi mostre?», si è chiesto retoricamente l’art promoter Gianni Filippini spiegando ai presenti la nascita di questa nuova mostra su Picasso, successiva ad Artisti di Sicilia.
Il marketer milanese si è detto pronto a lavorare a lungo termine su Catania. «Questa città ha tutte le potenzialità per far bene, vorrei istituire un tavolo tecnico per lavorare in Sicilia». «Dobbiamo avere la capacità di pianificare – ha aggiunto poi rivolgendosi alle istituzioni – solo così potremmo ricreare le condizioni perché questi eventi diventino ricchezza, dando spazio a molti. Poco dopo la fine di Artisti di Sicilia si è innescata un’altra mostra di livello: si deve svolgere un’attività collegata a un fil rouge che faccia di Catania un brand della cultura. Con associazioni e categorie economiche dobbiamo lavorare per posizionarci sul mercato in maniera indelebile». Sulla stessa linea di Filippini si è espresso il sindaco Enzo Bianco, che ha promesso: «Lavoreremo per fare si che ogni primavera corrisponda all’arrivo di un grande artista a Catania».
A conclusione della conferenza della presentazione si è tornati a discutere dell’assenza della Figura de mujer. «Ringrazio i prestatori – ha dichiarato Francesca Silvestri – i quali, a differenza di altri, senza far nomi e cognomi, che utilizzano l’arte per speculare e non seguendo un sentimento, si sono dimostrati fortemente interessati a far sì che le loro opere siano visibili ad altri. Ci spiace più per il proprietario che per noi, ci hanno comunicato l’assenza dell’opera appena due giorni fa». Sulla realizzazione di Picasso in the cube la curatrice ha spiegato: «Abbiamo fatto inserire l’opera per parlare comunque della passione di Picasso per la politica. Abbiamo chiesto alla società di Bologna di realizzarci qualcosa che emotivamente potesse trattare il tema della guerra. Picasso in the cube assolve a questo compito». «Può sembrare una contraddizione – aveva dichiarato ad apertura della conferenza l’assessore alla Cultura Orazio Licandro – ma dall’assenza dell’olio tanto atteso la mostra non ha perso valore, ma ne ha ricevuto in più grazie a quel che è arrivato in sostituzione». In realtà l’assenza del quadro rimane di peso, ma l’arrivo delle opere di Picasso a Catania rimangono comunque un fatto inedito.
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