Docenti della Formazione affamati dal Governo: molti vanno a raccogliere olive

di Leonardo Cino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Leonardo Cino, operatore ex Sportelli multifunzionali alla Convention regionale svoltasi il 24 e 25 ottobre a Enna alla presenza dei parlamentari europei, nazionali e regionali di Forza Italia dove si si è parlato di formazione professionale ed è stato presentato un disegno di legge di riordino del settore.

Ringrazio l’On. Marco Falcone e l’On. Vincenzo Figuccia per l’invito a questa manifestazione in cui ci viene data la possibilità di essere visibili e per aver dato un corpo ad un settore che si voleva scomparisse, mediante una serie di azioni che miravano a renderci sempre più invisibili e silenti.

Ebbene, ciò non è accaduto in quanto questi nostri onorevoli rappresentanti non solo ci hanno dato solidarietà, ma anche una proposta talmente concreta e fattibile che trasforma la speranza in certezza, perché prospetta soluzioni che da un punto di vista tecnico sono in grado di risolvere in maniera definitiva le criticità di un settore, quello della Formazione, dato ormai per rottamato (uso la parola rottamato perché adesso diventa chiaro il significato che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi dà a questa parola).

Ho analizzato le parole che spesso usa il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, non che siano molte per la verità .

Sono sostanzialmente due: Rivoluzione e antimafia

Entrambe queste parole combinate sapientemente insieme dal nostro presidente della Regione lo hanno fatto apparire come l’uomo che poteva far uscire la Sicilia dalla palude mafiosa .

Infatti, come tutti sanno, la parola rivoluzione, dal latino revolutio-onis, significa rivolgimento cioè trasformazione radicale e profonda rispetto al passato recente.

Esiste anche un altro significato della parola rivoluzione che è quello della filosofia politica post-rinascimentale che interpreta la parola rivoluzione come ripristino di un ordine giusto infranto. Se poi analizziamo la parola Antimafia, immediatamente viene associata a chi combatte la mafia che schiaccia tutto l’apparato produttivo della Sicilia.

L’Antimafia vuole ripristinare quell’ordine che è stato infranto.

Sotto l’insegna di queste due parole magiche è stata costruita sapientemente l’impalcatura politica che lo ha portato ad essere il governatore della Sicilia. Ma alle parole dovevano seguire i fatti. Mi soffermo a descrivere solo un settore, quello della Formazione professionale, dove ho e abbiamo subìto sulla nostra pelle la parola magica rivoluzione e a questo proposito mi è doveroso ricordare e onorare la memoria delle vittime di questa rivoluzione:

Fabio di Caltanissetta
Aldo di Alcamo
Maria Lucia di Nicolosi
Riccardo di Palermo.
E altri.

Qualcuno li chiama suicidi, altri li chiamano omicidi di Stato.

A questi, che Dio li abbia in Gloria, aggiungo chi ha dovuto svendere la casa per pagare gli usurai, chi ha dovuto pignorare l’oro o altri beni etc., etc.

Diverse persone oggi dovevano essere presenti, ma ieri ho ricevuto diversi sms da colleghi che mi comunicavano che, grazie alla flessibilità, tanto decantata dal ministro Poletti, hanno trovato lavoro per 10 giorni con la raccolta delle olive. Tra questi colleghi, è significativo sottolineare che la media di età va dai 45 a 50 anni e, anche se meno importante, il loro titolo di studio è o la laurea o il diploma superiore.

E’ stato un disegno preciso architettato con cura? O è frutto dell’incapacità ad amministrare?

Due anni per partorire un disegno di legge sulla Formazione che fa acqua da tutte le parti. Senza nessuna copertura finanziaria, senza nessuna novità che potesse essere di spinta propulsiva verso un cambiamento vero.

Nelle ultime riunioni avute con l’ex assessore Nelli Scilabra abbiamo visto, dopo le improvvisazioni da palcoscenico di Crocetta, un emendamento che, per grandi linee, accorpava in un calderone unico tutta la Formazione per gestire i processi di mobilità, Albo, etc …

Anche questa è una forma di ripiegamento per gabbare i lavoratori, sapendo a priori che sarebbero finite tutte le garanzie occupazionali e che i fortunati potevano essere chiamati di tanto in tanto anche per qualche ora, pastrocchio su pastrocchio.

Se poi dovessimo dare uno sguardo ai servizi, la prima infrazione la si ha con l’interruzione del pubblico servizio, con l’eliminazione del personale specializzato degli sportelli multifunzionali dai Cpi (Centri per l’impiego). Ciò ha prodotto la mancata applicazione di tutte le attività previste dalla “legge Fornero” (legge n. 92 del 2012) sull’orientamento e sulle politiche attive del lavoro, ovvero l’incontro domanda e offerta, per cui i lavoratori in stato di Cassa integrazione, mobilità e disoccupati in genere avrebbero dovuto godere dei servizi specialistici per il reinserimento e l’inserimento nel mondo del lavoro, disattendendo la legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014), nonché il blocco delle attività collegate alla “Garanzia giovani” e all’obbligo di istruzione e informazione.

Il mancato rispetto delle leggi regionali siciliane n. 24 del 1976 e n. 25 del 1993, dell’art. n. 34 del contratto collettivo nazionale del lavoro e di tutte le leggi e norme a difesa dei lavoratori e del sistema formativo hanno comportato la negazione del diritto al lavoro sancito dalla Costituzione e le relative mancate retribuzioni.

L’unico atto presentato dal Governo è stato il decreto del 22 agosto 2014 sull’accreditamento dei servizi al lavoro che per un verso nell’articolo 8 cita la possibilità dell’accreditamento agli organismi formativi già accreditati per gli interventi formativi sia singolarmente che in Ati o Ats con l’assicurazione della salvaguardia occupazionale dei dipendenti iscritti all’albo di cui alla legge regionale 24/76. Di contro però, all’art.6, riguardante i requisiti giuridici e finanziari sempre dello stesso decreto, ci si dimentica proprio degli Enti di Formazione che dovrebbero assorbire i dipendenti della Formazione.

Lascio a chi mi ascolta le relative considerazioni.

 

 

 

 

Redazione

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