A Palermo negli ultimi quattro anni il disagio abitativo si è aggravato notevolmente, il numero delle famiglie in difficoltà è più che raddoppiato, passando da 800 a 1700. Senza dimenticare il futuro incerto per cento nuclei familiari che potrebbero ritrovarsi senza più una casa. Attualmente in città sono a rischio sgombero circa 400 persone e, tra questi, diversi minori, alcuni con handicap molto gravi. A lanciare l’allarme è il sindacato unitario degli inquilini e assegnatari, il Sunia che, ancora una volta, accende i riflettori su un’emergenza sempre più diffusa. In base alle stime fornite dal segretario generale Zaher Darvish, infatti, il quadro sarebbe «allarmante». «Il disagio abitativo – ha detto – è in continuo aumento: dall’inizio della sindacatura di Orlando, erano 800 le famiglie iscritte nell’elenco dell’emergenza abitativa, allo stato attuale sono più di 1700. In pratica, il loro numero è più che raddoppiato, senza che ciò abbia indotto l’amministrazione comunale a stabilire un percorso condiviso con i sindacati di risoluzione o di approccio al problema dell’emergenza in città».
Ma in questo momento, a preoccupare Darvish è anche il destino di circa 100 famiglie divise tra i quartieri Cep e Borgo Nuovo. Nel primo caso, si tratta di un gruppo di 26 nuclei: da alcuni anni vivono nella scuola Francesco Crispi, un istituto abbandonato ormai da anni e ciclicamente abitato dai senza casa. «Si tratta di circa 60 persone che abitano lì da tre anni – ha spiegato – tra questi anche dei minori, alcuni gravemente ammalati». A Borgo Nuovo, invece, il pericolo di sgombero riguarda 72 famiglie, circa 350 persone che vivono in un immobile di via Salvatore Attinelli. Da anni risiedono in appartamenti affittati dal Comune a canone ridotto, ma il contratto di locazione con Edilstrade, proprietario dell’immobile, è scaduto e per loro lo sgombero è diventato alcuni mesi fa imminente. Per queste famiglie, tuttavia,il pericolo è stato temporaneamente scongiurato nel mese di luglio quando, anche grazie all’interessamento dell’arcivescovo Corrado Lorefice, l’amministrazione ha deciso di congelare gli sfratti, ma il problema rimane ed è stato soltanto posticipato.
«Le famiglie a rischio sgombero sono molte di più – ha ribadito – e rimangono in una condizione in bilico. La verità è che manca un progetto concreto di risoluzione in grado di restituire speranza a queste persone. La conferma è che negli ultimi tempi abbiamo avuto notizie di qualche sgombero, come nel caso di un nucleo che stava in una proprietà a Ciaculli. Avevamo ottenuto a luglio una sospensione, ma i casi sporadici ci sono e si sono verificati». Ma, segnala ancora Darwish, ci sono altre criticità in città, come nel caso di alcuni cittadini assegnatari di immobili di proprietà comunale: «A seguito della decadenza dell’assegnazione, l’amministrazione ha deciso unilateralmente di applicare nei loro confronti un canone di affitto a mercato libero non rispettando le normative regionali e così, spesso, i prezzi sono superiori agli accordi territoriali. Noi stiamo seguendo almeno 6-7 casi negli ultimi due-tre mesi, ma il numero è ben superiore».
Un dialogo assai complicato quello con il Comune che, proprio in queste ore, vede venir meno un pezzo importante, l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato che si è dimesso per diventare consigliere della Corte dei Conti. Proprio l’ultimo incontro con l’amministrazione risale a settembre quando una delegazione del sindacato ha incontrato Abbonato per affrontare la vicenda di Borgo Nuovo: «Da mesi tentiamo di interloquire con l’amministrazione e, ora che si è dimesso l’assessore Abbonato, sarà ancora peggio. Con lui avevamo iniziato e stabilito un percorso fissando alcuni punti fermi, ad esempio sulla vicenda di via Attinelli: non mi riferisco ad accordi sottoscritti, ma di principi concordati. Ora dobbiamo capire chi sarà il suo successore. Ad Abbonato auguriamo sicuramente buon lavoro. Certo, avremmo desiderato risultati migliori di quanti non sono stati raggiunti, ma noi continuiamo a sperare che si costruisca un confronto serio con i sindacati degli inquilini. Il problema dell’emergenza abitativa, infatti, ha bisogno che sia affrontato in modo costruttivo e concreto».
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