Da dove partono i rifiuti pericolosi fermati a Venezia «Zero traffici illeciti, regolare appalto da Sigonella»

«Se il camion anziché da Catania fosse partito dalla Lombardia, siamo sicuri che ci sarebbe stato tutto questo clamore? Io penso di no». L’avvocato Carmelo Galati assiste la FG srl, l’azienda di Belpasso che si occupa di rifiuti pericolosi e che aveva dato incarico alla Zuccaro trasporti srl di fare arrivare il carico di fusti blu e neri dalla Sicilia al Comune di Motta di Livenza, in provincia di Treviso, dove si trova un impianto per il trattamento della spazzatura «speciale». Prima del suo arrivo a destinazione, però, l’autoarticolato della ditta catanese è stato bloccato in via Romea dagli agenti della polizia locale del piccolo Comune di Mira (in provincia di Venezia) e il mezzo con tutto il suo contenuto è stato posto sotto sequestro. A insospettire i vigili urbani veneziani e, successivamente, la procura di Venezia, sarebbe stato anche il silenzio di G. C., classe 1958, catanese, conducente del camion: l’uomo non avrebbe saputo spiegare la provenienza del carico né il suo contenuto. Cosa che, assieme a una serie di presunte irregolarità nel trasporto e alla sigla Uss Porter della Marina militare Usa, aveva spinto la stampa locale – in Veneto – a parlare di un vero e proprio «mistero».

«Non c’è niente di misterioso – attacca l’avvocato Galati – La FG ha vinto un regolare appalto pubblico bandito dalla base statunitense di Sigonella. Ci sono tipologie di rifiuti che non possono essere smaltite normalmente e che hanno bisogno di procedure particolari. Nel Trevigiano c’è un importantissimo impianto che si occupa proprio di questo». Nei fusti blu e neri (adesso al vaglio della magistratura di Venezia, per un totale di venti tonnellate), spiega il legale, ci sarebbero stati, per lo più, vernici e solventi. «Normalmente si tratta di quello. Oppure di contenitori esausti di bombolette con spray di vario genere», prosegue Galati. Niente a che vedere, secondo l’avvocato, con le attività strettamente militari della base Nato alle porte del capoluogo etneo. Tra le contestazioni mosse dalla polizia locale di Mira, però, c’è proprio quella di non avere dichiarato correttamente il contenuto di quei fusti: «Probabilmente si riferiscono a una descrizione troppo generica. Ma quello che comanda è il codice del rifiuto, riportato nel formulario di accompagnamento».

«La corrispondenza tra il contenuto dei fusti e i formulari non può certo essere stata verificata dalla polizia locale in sede di controllo stradale. Era perfettamente indicato, così come si vede anche dalle immagini, che erano stati identificati come rifiuti tossici». Al massimo può esserci stata una «non perfetta corrispondenza» tra i codici dei formulari e il contenuto dei fusti, ma sempre nell’ambito dello stesso genere di sostanza nociva. «Da qua a parlare di traffico illecito di rifiuti ne passa». La procura di Venezia, però, è su quello che sta indagando. La FG srl, allo stato attuale, non è coinvolta del procedimento giudiziario. «Non siamo indagati, ma se dovessimo ricevere informazioni di garanzia nei prossimi giorni sarebbe un atto dovuto – sostiene Carmelo Galati – Abbiamo inviato alla procura di Venezia gli originali dei formulari, che corrispondono con quelli sequestrati dalla polizia locale di Mira, e anche la documentazione di accompagnamento che abbiamo ricevuto dalla base di Sigonella».

Sulle altre contestazioni – cioè che il carico fosse «mal stivato e imballato in difformità della normativa Adr (quella sul trasporto in strada dei rifiuti pericolosi, ndr)» – l’accusa viene rimandata alla Zuccaro trasporti della Zona industriale di Catania. «Era la prima volta che collaboravamo con quell’azienda – conclude Galati – Qualora il trasportatore non avesse applicato correttamente le regole, la colpa non sarebbe certo nostra. Probabilmente, se il trasporto fosse stato effettuato seguendo altri criteri non avremmo avuto alcun tipo di problema. Ma, allo stato attuale, per noi è un problema d’immagine enorme. L’azienda lavora da anni con la base militare e adesso sentire quello che si sta dicendo, soprattutto in Veneto, è assurdo. C’è un consigliere regionale che ha ipotizzato che potesse essere chissà quale traffico nascosto organizzato dalla mafia. Ripeto: lo avrebbero detto se il camion fosse arrivato dalla Lombardia?».

Luisa Santangelo

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