Sembrano lontani anni luce i giorni del «complotto» del governo contro le Regioni guidate dal centrodestra, penalizzate da Roma per l’inserimento in zona arancione. Era il 5 novembre e il presidente Nello Musumeci ipotizzava addirittura «una regia politica per colpirci». Passati due mesi e mezzo, le carte sul tavolo sono cambiate ed è stato lo stesso governatore a chiedere la zona rossa per la Sicilia. Una richiesta giustificata dal costante aumento dei contagi di questo 2021. A poco sono servite le raccomandazioni e l’invito ai «corretti comportamenti» con tanto di canzoncina natalizia costata 40mila euro.
«Abbiamo sottoposto al governo centrale la proposta di dichiarare per due settimane la zona rossa in Sicilia – spiega Musumeci in una nota inviata alla stampa – L’istanza sarà valutata nella cabina di regia convocata per domani a Roma e, ove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, prudenzialmente domani stesso procederò con mia ordinanza ad applicare le limitazioni previste per le zone rosse in tutte le aree regionali a maggiore incidenza di contagio, come peraltro richiesto da numerosi sindaci». In testa a questa lista c’è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Le altre aree con più contagi sono Catania e Messina, quest’ultima già dichiarata zona rossa ma con il sindaco Cateno De Luca che ha annunciato di dimettersi per i dissidi con i vertici dell’Azienda sanitaria locale e le polemiche con Musumeci e l’assessore alla Salute Ruggero Razza. Entrambi ritenuti colpevoli di proteggere il dirigente Paolo La Paglia, ritenuto da De Luca il principale responsabile della situazione che vive Messina.
«Dobbiamo evitare che rimandare misure inevitabili ci costringa a restare chiusi quando il resto d’Italia riaprirà – continua Musumeci – Confidiamo nei ristori più volte sollecitati assieme ad altri presidenti di Regione al governo centrale e, soprattutto, nel comportamento rispettoso da parte dei cittadini. Una minoranza non deve condizionare la vita sociale ed economica della nostra comunità». A pressare per la zona rossa ormai da diversi giorni è anche il Comitato tecnico scientifico regionale. Adesso, la parola spetterà alla politica.
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