Diventare «il sindaco di Sicilia». Con una formula che ricorda il Matteo Renzi che puntava a palazzo Chigi e che lo stesso leader di Italia Viva qualche anno fa ha rispolverato per immaginare l’elezione diretta del premier, Cateno De Luca ha annunciato di avere inviato una lettera di dimissioni al segretario generale del Comune di Messina e al presidente del Consiglio comunale. «Le motivazioni saranno rese note prima dell’efficacia definitiva della presente e dunque non oltre il prossimo 6 febbraio», ha esplicitato il primo cittadino messinese.
Non è la prima volta che De Luca si dice pronto a togliersi la fascia di sindaco. Ma se finora gli annunci erano serviti a mettere all’angolo il componenti del Consiglio comunale, dove il primo cittadino non ha una maggioranza, stavolta il motivo va cercato altrove. A Palermo, per l’esattezza, dove vorrebbe insediarsi in autunno come nuovo governatore della Sicilia. L’ambizione di diventare il prossimo presidente della Regione, De Luca non l’ha mai negata: già l’anno scorso, più volte, si è detto di essere pronto a tirare dritto per la propria strada confidando nel sostegno dei siciliani, e specificando di non avere alcuna voglia di tergiversare sulle trattative partitiche. Tra un attacco a Nello Musumeci – principale obiettivo specialmente dopo la comparsa del Covid in Sicilia – e prese di distanze dai luogotenenti del centrodestra, il sindaco di Messina da molto tempo si prepara il terreno per una rottamazione della vecchia politica siciliana. Un po’, appunto, come il Renzi che da sindaco di Firenze si puntò a Roma.
«Vado avanti con l’obiettivo dichiarato di candidarmi alle prossime elezioni regionali per la presidenza della Regione e diventare il sindaco di Sicilia», ha ribadito oggi De Luca. Per firmare le proprie dimissioni De Luca ha scelto la rada San Francesco, dove ha dormito per protestare contro il blocco dello Stretto a chi non ha il green pass rafforzato, dunque a chi non ha ricevuto il vaccino o è da poco guarito dal Covid. Lo stesso porto in cui nel 2020, poche settimane dopo la diffusione della pandemia in Italia, De Luca presidiò con l’intento opposto: quello di impedire ai fuorisede – sfuggiti alla zone rosse istituite nel Nord – di tornare in Sicilia. In quel momento il timore era legato a una possibile diffusione del virus anche nell’isola ed erano molti a temere le conseguenze di controlli non all’altezza. Da allora, anche se il virus tiene ancora banco, tante cose sono cambiate: le elezioni sono più vicine e De Luca vuole difendere il diritto di spostarsi anche per chi non è vaccinato.
Un luogo identitario che custodisce le radici delle tradizioni immateriali che animano il tessuto sociale…
Sono stati definitivamente eliminati i due elettrodotti, denominati Birgi e Verderame, che attraversavano la parte…
Eccezionale intervento chirurgico al Garibaldi Nesima di Catania. L’equipe multidisciplinare composta dall’unità operativa di Urologia,…
Nel vasto panorama delle soluzioni digitali per le aziende italiane, TeamSystem brilla come un faro…
Nuovo appuntamento con il Lungomare Fest domenica 5 maggio e altra chiusura al traffico veicolare del lungomare…
La prima domenica del mese al Museo torna il 5 maggio con ingressi a tariffa…