Coronavirus, per chi ritorna «suggerimento» di quarantena Musumeci: «Niente stop a scuole ed eventi, ma prudenza»

«Suggeriamo a studenti e insegnanti che stanno tornando in Sicilia dalle zone contagiate di rimanere a casa in quarantena per 14 giorni. Entro 24 ore sarà attivo un apposito portale dove comunicare il rientro alle autorità sanitarie locali». Al momento non è un obbligo, ma un suggerimento, un invito alla prudenza. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al termine della riunione con l’unità di crisi sul Coronavirus, incontra i giornalisti e affronta tutti i temi caldi dell’emergenza. A cominciare dal rientro massiccio dei fuorisede siciliani da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia. 

Stamattina la Regione Basilicata ha emanato un’ordinanza che impone l’obbligo della quarantena domiciliare ai fuorisede di rientro. Perché la Sicilia non fa altrettanto? «Perché – risponde il governatore – quella della Basilicata è un’azione non concordata col ministero e noi non vogliamo agire di testa nostra. Domani sarò presente a Roma all’unita di crisi guidata dal premier Conte e sottoporrò anche questo problema. Così capiremo se il suggerimento che diamo oggi si può trasformare in obbligo o meno».

Il governo regionale ribadisce che al momento in Sicilia non ci sarà nessuno stop alle manifestazioni pubbliche, compresi i grandi eventi (con l’eccezione del Mandorlo in fiore). «Certo – sottolinea Musumeci – è legato alla prudenza di ciascuno di noi decidere se partecipare o meno a manifestazioni affollate al chiuso». Proseguiranno normalmente anche le lezioni a scuola e le attività universitarie. Sospese invece le gite scolastiche da e per la Sicilia. Finora nell’isola non sono stati registrati contagi. «Negli ultimi giorni – spiega l’assessore alla salute Ruggero Razza – sono stati fatti cinquanta tamponi su persone che presentavano sintomi o elementi sospetti e tutti sono risultati negativi. In tutti questi casi abbiamo avuto i risultati entro 12 ore, a riprova della buona organizzazione sanitaria messa in campo».

A tal proposito l’assessore ha tenuto a sottolineare che non esiste una carenza di tamponi, allarme che era scattato sui social. «Non esiste un test apposito che deve essere distribuito. È un normale tampone faringeo che viene inviato a laboratori che hanno reagenti specifici per capire se c’è il coronavirus. Ovviamente l’esame del tampone è riservato solo a chi ha sintomi». In previsione di un aumento di richieste, dalla prossima settimana gli ospedali abilitati a questo esame non saranno solo due (come è attualmente, cioè il policlinico di Catania e quello di Palermo), ma sette. «Si aggiungeranno il civico di Palermo, il Garibaldi e il Cannizzaro di Catania, l’ospedale di Caltanissetta e il policlinico di Messina». La Regione ha previsto anche una sanificazione straordinaria di tutti i pronto soccorso e delle aree ospedaliere a maggiore frequentazione. «Siamo pure pronti ad attivare nelle prossime ore un numero verde con medici che rispondano. Perché spesso si chiama il 112 solo per avere informazioni», dice Razza.

«Non abbiamo risposta a tutte le domande – ammette Musumeci – e per questo domani sarò al tavolo di unità di crisi nazionale». Due sono soprattutto i temi che il presidente siciliano sottoporrà a Roma: innanzitutto come controllare tutti quelli che tornano in Sicilia dalle aree contagiate e che non arrivano in aereo (dove comunque i controlli funzionano a singhiozzo). «C’è chi torna in treno o in autobus. Ci risulta che migliaia di altri cittadini arrivano senza un’accurata azione di controllo. Non ci preoccupa, ma è giusto che la gente e l’unita di crisi nazionale lo sappiano». L’altra istanza che Musumeci intende porre a Conte è quella sui migranti che sbarcano nei porti dell’isola. Ieri ne sono arrivati oltre 250 a Pozzallo a bordo della Ocean Viking. «Nessuno aveva sintomi sospetti da coronavirus ma, da protocollo e per precauzione, sono stati posti in quarantena dentro l’hotspot». Il governatore però chiede di più. «La quarantena deve essere fatta sulla nave», è la proposta. «Come sta succedendo per chi era in crociera», sottolinea il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, seduto accanto a Musumeci in rappresentanza di tutti i Comuni siciliani. E a chi sottolinea come 14 giorni in più a bordo per chi viene dalla Libia e ha attraversato il Mediterraneo non sono esattamente la stessa cosa di chi ha scelto la crociera, il presidente della Regione precisa: «Ovviamente se i sanitari diranno che ci sono le condizioni di salute per farli restare a bordo».

«Non c’è motivo di essere allarmati – ribadisce alla fine Musumeci – la Regione e tutte le strutture preposte stanno facendo ciò che è possibile fare per mantenere alta attenzione. Più che preoccuparsi, diciamo che serve occuparsi. Soprattutto della cura di se stessi, dell’igiene personale». 

Ecco tutte le indicazioni da seguire diramate dal ministero della sanità.

Il decalogo ministeriale è così articolato: 1) lavati spesso le mani; 2) evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; 3) non toccarti occhi, naso e bocca con le mani; 4) copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; 5) non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; 6) pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol; 7) usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate; 8) i prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi; 9) contatta il numero verde 1500 se hai febbre o tosse e sei tornato dalla Cina da meno di 14 giorni; 10) gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus.

Salvo Catalano

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