«La sicurezza dei lavoratori è da sempre prioritaria». Dopo giorni di braccio di ferro con le sigle sindacali, per lo stabilimento Pfizer della zona industriale è stato raggiunto l’accordo: tutto fermo, tranne le aree «selezionate» che producono «farmaci essenziali». Cioè gli antibiotici ad ampio spettro di cui a lungo si era parlato nei giorni scorsi. A rendere necessario l’incontro tra i sindacati e l’azienda il contagio di alcuni dipendenti dello stabilimento di Catania.
Il primo, un 52enne, è morto all’ospedale Cannizzaro di Catania. Aveva già patologie pregresse ed è deceduto lo scorso 16 marzo. Il secondo caso in ordine cronologico è quello di un lavoratore di 22 anni, ricoverato al San Marco di Catania. Seguito poi a ruota dalla moglie, poco più che ventenne, diventata il terzo caso della scia Pfizer.
Ieri, Confindustria Catania ha convocato un tavolo con la multinazionale e i responsabili dei sindacati, che pressavano per uno stop totale delle attività e che negli scorsi giorni avevano avviato un confronto serrato con la ditta. «Abbiamo intrapreso tutte le precauzioni per ridurre al minimo l’impatto della pandemia sulle nostre persone – dichiara Pfizer in una nota stampa – che lavorano ogni giorno per portare i farmaci ai pazienti».
L’azienda, inoltre, «continuerà ad adottare ulteriori misure per ridurre la presenza di lavoratori in loco e consentire, al contempo, che più persone possibili possano rimanere a casa». In altri termini: turni di personale estremamente ridotti e rotazione. Nella speranza che, anche senza lo stop all’impianto, le precauzioni e il telelavoro più diffuso possano evitare il diffondersi del contagio da Covid-19 tra il personale della casa farmaceutica.
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