Corleone, irregolarità all’asilo nido comunale Nencioni Attività sospese. «La cosa atroce è che i soldi c’erano»

«Il servizio asilo nido si intende concluso alla data del 20 dicembre 2019». Si conclude così la nota a firma della responsabile del servizio delle politiche sociali Giuseppa Gazzara, che sospende le attività dell’asilo nido comunale di via Punzonotto, a Corleone. Intitolato alle sorelline Caterina e Nadia Nencioni (bimbe di nove anni la prima e di appena 50 giorni la seconda), rimaste vittime della strage di via dei Gergofili nel ’93, l’asilo era stato ristrutturato con i fondi del Programma Nazionale Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti (Pnscia) e inaugurato il 17 novembre 2018. Ma dopo appena un anno di vita ecco che i suoi cancelli si chiudono di nuovo. «In riferimento alla progettazione ministeriale in oggetto indicata, si comunica che il Comune di Corleone è stato oggetto di visita ispettiva da parte del ministero dell’Interno e della prefettura di Palermo», si legge nella nota.

Sarebbe proprio questa visita degli ispettori a condurre, poche settimane fa, alla decisione finale di sospendere tutto. «Dai riscontri effettuati emerge che il ministero dell’Interno non ha autorizzato, alla data odierna, la rimodulazione della scheda progettuale (giusto verbale di commissione ispettiva del 29 ottobre 2019). Pertanto, non è possibile autorizzare il prosieguo delle attività fino alla data ultima di fine febbraio 2020». Ma quali sono, esattamente, queste irregolarità che hanno spinto a non riaprire l’asilo a vacanze concluse? E, soprattutto, cosa accadrà una volta concluso febbraio? «Non sono tenuta a riferire nulla», dice subito la dottoressa Gazzara, mettendo le mani avanti e passando la patata bollente direttamente all’amministrazione comunale. Mentre nel frattempo, a Corleone, qualcuno inizia già a temere che «questa struttura sarà l’ennesima cattedrale costruita nel deserto, che verrà scandalizzata e distrutta, in quanto non utilizzata per lo scopo per cui è stata costruita». 

Qualcun altro, però, non sembra essere rimasto affatto sorpreso dalla notizia con cui i bimbi e le famiglie di Corleone hanno dovuto fare i conti ad anno nuovo appena cominciato. «Siamo arrivati al triste epilogo di questa vicenda iniziata male (si era fatto un bando che non doveva farsi, date le regole del capitolato ed erano anche state assunte persone molto vicine all’attuale amministrazione) e finita peggio, con la sospensione del servizio e nessuna riapertura da gennaio – commenta il consigliere comunale dell’opposizione Maurizio Pascucci -. Avevamo più e più volte segnalato le varie irregolarità, ma l’amministrazione è stata sorda». Sorda, ad esempio, a quel giardino che non sarebbe mai stato messo in sicurezza e quindi, di fatto, inutilizzabile dai bimbi del nido sin dalla riapertura della struttura. Inoltre la cooperativa che gestiva l’asilo è fallita. Il consorzio di cui faceva parte, il consorzio Sol.Co. di Catania, si è fatta carico di mandarne un’altra per mantenere l’appalto: la società cooperativa sociale Sviluppo Solidale, che ha sede a Palermo.

«Hanno cambiato il personale – spiega Pascucci -, cosa che non sarebbe possibile perché il capitolato di appalto prevedeva, com’è per legge, la continuità educativa, che va mantenuta a meno che non ci siano mancanze sull’operato del personale precedente. Un problema che io stesso ho posto in commissione consigliare e la risposta è stata che non è trattato di alcuna mancanza». A lasciare perplesso il consigliere comunale non sarebbe solo questo passaggio. «A settembre l’asilo apre senza che si sia riusciti a fare la graduatoria: cioè il Comune paga ma i bambini non ci sono – continua Pascucci, che ha sottolineato più volte anche questa circostanza -. Il ministero ha mandato l’ispezione non solo perché è stata sollecitata formalmente, anche da me, ma perché è titolare dei soldi. Cioè questo asilo sta in piedi coi soldi dello Stato, che è una benedizione di Dio. Quindi sono andati a verificare l’utilizzo di quel denaro». L’ispezione risale al 29 ottobre scorso. Ma le attività dell’asilo risultano sospese a partire dal 20 dicembre. Perché aspettare quasi due mesi, visto le irregolarità emerse?

Che il ministero abbia voluto concedere il tempo di mettere tutto a posto per scongiurare questo epilogo? Anche se fosse, non è servito. «C’era tutto il tempo di sistemare e adeguare una serie di cose – insiste il consigliere -, ma non lo ha fatto nessuno». Intanto, il finanziamento assegnato all’epoca dallo Stato prevedeva 14 mesi di attività, che si sarebbero dovuti concludere a febbraio 2020. Cioè il termine indicato anche nella nota per la sospensione delle attività nel nido. Cosa accadrà adesso? «Normalmente il finanziamento viene rinnovato, ma in questo caso hanno invece sospeso tutto il servizio per via di quell’ispezione, e prima che si arrivasse al termine ultimo. A Corleone in stato di abbandono abbiamo già la latteria e il mercato ortofrutticolo: questa è la stessa storia? Se l’asilo non sarà a norma non potrà ripartire. Non si sta parlando neanche di grandi adeguamenti: il giardino c’è ma va protetto. E gli anti-spigoli gommati agli angoli delle pareti? Saranno 300 euro di spesa. E i letti della zona lattanti? Anche comprare quelli non sarà certo un’impresa, i bambini del resto non stanno mica in piedi. La cosa più atroce, comunque, resta il fatto che il denaro ce l’avevano. Ho consigliato subito di chiedere il ribasso d’asta per utilizzarlo nella gestione, sono cose che nella pubblica amministrazione non sono solo legali, ma anche di buon senso, non ci vuole un genio». 

Eppure non si è stati in grado di realizzare quelli che sembrano degli adeguamenti minimi e fattibili in breve. E che, a dirla tutta, avrebbero dovuti essere stati già fatti e pronti a inaugurazione struttura, prima ancora che i bimbi potessero entrare lì dentro in queste condizioni. «Quanta sciatteria», commenta sconsolato il consigliere Pascucci. Che si chiede come faranno, adesso che le attività dell’asilo sono sospese, le giovani mamme di Corleone. Donne che avrebbero potuto continuare serenamente il proprio lavoro avendo una struttura in cui poter lasciare i figli. «Quello non è un deposto di bambini, ma un vero e proprio sostegno alle famiglie, ma è come se non ci si rendesse conto di questo aspetto. Chi ha un bambino e un lavoro, in questa condizione, che fa? Rischia di perdere il lavoro se non ha un posto né qualcuno a cui lasciare il figlio. Ci auguriamo che qualcuno si assuma le responsabilità di quanto accaduto e si dimetta – insiste Pascucci, senza troppi giri di parole -. Corleone e i bimbi corleonesi non meritano tutto questo. Ci auguriamo che le irregolarità siano quanto prima risolte e si possa riattivare il servizio educativo».

A sentire il sindaco Nicolò Nicolosi, invece, sembra quasi di aver a che fare con una storia completamente diversa. E soprattutto dai contorni meno preoccupanti. «Ne parlavamo fino a ieri in Comune – dice subito – La sospensione è dovuta al fatto che in un carteggio col ministero dell’Interno circa l’utilizzo di somme residuate si parlava della possibilità di prolungare le attività fino a giugno del 2020. Nel fare questi conteggi a quanto pare c’erano degli elementi non perfettamente corrispondenti. Questo ha determinato il fatto che bisognava rimodulare il cronoprogramma, rimandarlo al ministero e aspettare che venisse approvato per ripartire con le attività». 

Questo il motivo per cui sarebbero stati costretti a sospendere il servizio, ma «siamo già in attesa della risposta rispetto al nuovo cronoprogramma, mandato due giorni fa», assicura il primo cittadino. «Appena sarà approvato le attività potranno ripartire subito. Si tratta più di una disarmonia nelle corrispondenze per quanto riguardava l’utilizzo di somme pregresse da riportare poi fino all’esaurimento delle stesse, in termini poi reali quindi fino a che le somme non si esauriscono – aggiunge ancora -. Si ritiene che questo avverrà intorno a metà di giugno. Nel frattempo dovrebbero arrivare nuovi finanziamenti per continuare con le attività. Quindi parliamo di un disagio assolutamente momentaneo, è stato solo un problema relativo al dover risistemare alcune somme, è stato rifatto e mandato il nuovo cronoprogramma e questo dovrebbe automaticamente comportare la comunicazione immediata della ripresa delle attività».

Silvia Buffa

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