Coppa Davis, Italia fuori

C’è da mettersi le mani nei capelli? 3-0, 9 set a 3, in vantaggio solo per la prima mezzora del primo incontro e poi buio assoluto. Il ritorno dell’italtennis nel World Group non è stato certo indimenticabile. Troppo forte gli avversari certo, ma anche troppo scadenti noi, con Seppi che sembra sempre più un personaggio da romanziere russo, Bolelli che dovrebbe anche decidersi ad imparare un mestiere, Bracciali che invece ce l’ha e dovrebbe dedicargli più tempo e Starace che rinnova ogni volta l’antico detto che vuole l’orbo beato nella terra dei ciechi. Insomma, sarà la delusione, sarà che non è stato divertente vedere incontri così poco emozionanti, ma quello che rimane è una sensazione di grande desolazione. Se non si giudica un giocatore da come batte un rigore, forse non si dovrebbe neanche giudicare una federazione dalla capacità di tirar fuori non diciamo dei fuoriclasse ma almeno qualcuno a livello degli statunitensi Fish e Isner, due buoni giocatori capaci di rovinare la festa dei presuntuosi svizzeri. Tornando alle cose di casa nostra qualunque cenno di cronaca si scontrerebbe con dei numeri francamente impietosi. Ieri i nostri prodi sono riusciti a strappare solo due punti sul servizio di Berdych, probabilmente un record mondiale che resisterà all’usura del tempo. Persino Stepanek è sembrata la reincarnazione del grande Edberg, riuscendo per una volta a far prevalere il buon tennista al misterioso play boy che ha fatto strage di cuori nel ciruito femminile. Tanto menar il can per l’aia dovrebbe indurre i nostri 5 lettori a cliccare su un altro articolo – per fortuna ne abbiamo di ottimi – ma, per una volta, la colpa non è tutta di chi scrive. La coppia italiana è andata immediatamente sotto di un break, si è procurata 3 palle break sull’1-3 e lì la partita è praticamente finita. Colpa di Starace, sempre incollato a fondo campo sui propri turni di servizio – praticamente una primizia nel doppio maschile – e costretto a subire palle break ogni volta che serviva. Il secondo set è stato ancora peggio con gli italiani che non sono mai risuciti ad avvicinare i cechi. Sconfortati, gli azzurri hanno lasciato scappare via il terzo set e con quello la partita. C’è poco da aggiungere, il tennis italiano non è un tennis di vertice e non era certo la promozione guadagnata contro un Cile messo peggio di noi che poteva cambiare le cose. Il nostro miglior giocatore non è tra i primi 40 del mondo, il secondo stava male e rischia di uscire persino dai cento se non trova un altro tabellone favorevole a Parigi, il terzo è un ex, e via di questo passo. Negli ambienti si dice che starebbe arrivando un fenomeno, un quindicenne che si guarda bene dal giocare le qualificazioni ai tornei dello slam, nel frattempo, per i prossimi 4-5 anni l’unica speranza è di beccare col sorteggio qualcuno messo peggio di noi. La scelta non è che sia chissà cosa. A parte l’inavvicinabile Svizzera, anche il Canada, la Germania e il Kazakhistan sarebbero troppo ostici per noi. Forse la Svezia, confidando nei malanni del povero Soderling, o magari il Giappone o l’Austria. Così siamo ridotti, sara contento Binaghi, ma quando comincia Wimbledon?

 

Risultati: Repubblica Ceca – Italia 3-0 (Stepanek b. Seppi 4/6 6/4 6/3 3/6 6/3; Berdych b. Bolelli 6/3 4/6 7/5 6/2; Berdych/Stepanek b. Bolelli/Starace 6/3 6/4 6/2)

 

Roberto Salerno

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