Era lunga la lista degli argomenti da trattare nella prima seduta del 2017 per il Consiglio comunale. Ma il lungo elenco, comprendente atti formali e importanti delibere proposte dalla giunta guidata da Enzo Bianco, è stato sopravanzato da una proposta proveniente direttamente dall’assemblea cittadina, e votata da ben 26 consiglieri su 28 presenti, con due astenuti e nessun contrario. Si tratta di un ordine del giorno proposto dal gruppo consiliare di Catania Futura che prevede la moratoria dei pignoramenti e la definizione di un nuovo regolamento che introduca la possibilità della cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali.
Come spiegato nella proposta di indirizzo politico presentata in aula, il consiglio chiede di applicare anche a Catania l’articolo 6 della legge 193 dello scorso 22 ottobre, il cosiddetto Decreto fiscale, che consentirebbe di eliminare gli interessi e le more dalle cartelle esattoriali non riscosse dai Comuni, con riferimento quindi a tributi locali e multe, e permettere ai cittadini di regolarizzare la propria posizione pagando solo quanto dovuto, anche a rate. Il decreto fissa la data di approvazione del relativo regolamento attuativo comunale in 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso. «Vale a dire che dopo il voto di oggi il Comune di Catania avrà tempo fino al 31 gennaio per crearne uno e renderlo esecutivo. E contestualmente di bloccare pignoramenti gli atti di esecuzione coattiva, per permettere ai cittadini di regolarizzare la propria posizione», spiega il primo firmatario dell’iniziativa, il consigliere Agatino Lanzafame, che ha proposto l’ordine del giorno insieme ai membri del suo gruppo Catania Futura, ovvero Carmelo Coppolino Salvatore Spadaro e Maurizio Mirenda.
«La richiesta che viene dal consiglio comunale con questo voto unanime e chiara: risparmiare ai cittadini more e interessi in un momento di grave difficoltà per le famiglie», commenta Lanzafame. Che si dice soddisfatto per l’esito del voto «abbiamo superato i muri della politica con questa richiesta, perché da Forza Italia a Grande Catania al Pd ad Articolo 4 tutti hanno pprovato. Sono felice come rappresentante di Catania Futura perché siamo stati protagonisti di un grande momento di coesione. Speriamo che l’amministrazione sfrutti questa possibilità prevista dal gioverno nazionale», conclude il consigliere.
I lavori dell’assemblea, però, dopo l’approvazione dell’ordine del giorno e di alcune verbali delle sedute precedenti, si sono impantanati proprio su un punto paradossalmente collegato a quanto appena approvato: il settimo punto all’ordine del giorno, ovvero l’affidamento in concessione, per cinque anni, del servizio di riscossione.
Il servizio comunale è attualmente gestito con una proroga che dura già dal 2015 dalla ditta Engieneering Spa, società che ha vinto la relativa gara triennale nel 2012. La delibera proposta per il voto dell’aula era propedeutica per eseguire un nuovo affidamento del servizio con nuovi parametri, questa volta appunto per un quinquennio. La seduta, presieduta dal vicario Sebastiano Arcidiacono, non arriva oltre la votazione di una proposta di arrivare alla trattazione immediata del punto all’ordine del giorno sul tema a opera di Niccolò Notrbartolo, consigliere del Partito Democratico. La seduta si interrompe, però, dopo che l’aula non approva la richiesta.
La trattazione dei temi all’ordine del giorno, che comprende ben sei nuovi regolamenti – affidamento del verde urbano, accesso ai Servizi socio-assistenziali, decoro urbano, ispezione degli impianti termini, attività di acconciatore ed estetista e quello sull’elezione del consigliere aggiunto – insieme alla definizione dei contributi per l’adeguamento sismico, all’approvazione dei comparti di ristrutturazione urbanistica del centro storico, oltre al riconoscimento di vari debiti fuori bilancio, è rimandata alle 19 di domani.
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