Sette cassonetti. Tre per i rifiuti indifferenziati, uno per la carta, uno per la plastica, un altro per l’umido e la campana per il vetro. Tutti in fila di fronte all’entrata principale del centro culturale ambientale Alberto Sordi, a tutti noto come l’ex cinema Concordia, nel quartiere di San Cristoforo. Fanno da barriera all’ingresso alla struttura di proprietà e gestita dal Comune, tanto che per accedervi si deve usare l’entrata della biblioteca, la prima porta accessibile superata la schiera dei cassonetti.
«È assurdo, per entrare dovremmo fare lo slalom fra i rifiuti – commenta un utente del centro – Per non parlare della puzza che impedisce di aprire porte e finestre quando fa caldo». La presenza dei cassonetti, infatti, non è recente. Interpellata, la direttrice della struttura, Silvana Cosentino, ammette di aver «segnalato già negli anni passati il problema» e di lasciare «a chi di competenza la decisione». Un decisione che deve tener conto del fatto che le abitazioni nella zona sono a piano terra e che i cassonetti, oltre a non poter finire di fronte alle porte-finestre delle case, non devono intralciare la viabilità.
«I cassonetti sono stati posizionati tempo fa in base a una mappatura delle zone della città – spiega l’assessore all’Ecologia e all’Ambiente del comune di Catania Carmencita Santagati – Spesso però succede, non so come, che questi cassonetti vengano spostati». E ammette: «Ovviamente averli di fronte all’ingresso non mi sembra corretto, ma anche chi ce l’ha solo accanto si lamenta. Il problema è che non possiamo eliminarli». Per l’assessore non si può risolvere il problema diminuendo i cassonetti «soprattutto in quei quartieri dove sono sempre pieni, il che vuol dire – afferma – che in quella zone si producono molti rifiuti e se togliessi i cassonetti ritroveremmo l’immondizia per terra».
La Santagati, infatti, mette in conto anche l’inciviltà dei catanesi. Oltre ai rifiuti che finiscono dentro il cassonetto, infatti, davanti al Centro di via Playa, a darle ragione ci sono anche quelli lasciati accanto alla scivola dell’entrata e sul marciapiede – il giorno della nostra visita una grande anta di legno e un materasso – che peggiorano la situazione. «Il motivo in questo caso lo dovremmo chiedere ai cittadini incivili», puntualizza l’assessore. Gli stessi che preferiscono lasciare a terra i rifiuti invece di chiamare il servizio gratuito per il ritiro di quelli ingombranti o «di fare cinque o sei metri in più nel caso io dovessi far spostare i cassonetti», aggiunge la Santagati.
Invece di spostarli tutti in blocco e creare lo stesso problema altrove, visto lo spazio considerevole che occupa la fila dei cassonetti e vista la particolarità della zona piena di abitazioni e botteghe che danno sulla strada, si potrebbero separare e collocare altrove a piccoli blocchi di due o tre. «È una soluzione che abbiamo adottato altrove. Oggi ci sarà un sopralluogo e vedremo cosa si può fare», assicura l’assessore.
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