La torta, che il Palermo ha gradito, era stata preparata poco prima dell’ora di pranzo con la notizia del rigetto da parte del Tribunale dell’istanza di fallimento presentata dalla Procura. Mancava solo la ciliegina arrivata, di sera, con la vittoria per 2-1 ottenuta dalla squadra sul campo della Virtus Entella. Affermazione che ha chiuso in bellezza un ’29 marzo 2018′ da incorniciare in casa rosanero. Vale lo stesso discorso fatto a novembre in occasione della sconfitta casalinga contro il Cittadella. Gli uomini di Tedino in quella circostanza non persero per le notizie negative sul fronte societario anche se, inconsciamente, i giocatori furono comunque condizionati dai rumors destabilizzanti provocati dall’istanza di fallimento depositata dai pm. Allo stesso modo, ieri i rosanero non hanno vinto perché il Tribunale ha dato ragione al club di viale del Fante ma, pur non essendoci una relazione causa-effetto, non c’è dubbio che la schiarita definitiva sul versante societario ha dato serenità alla squadra. Che ha portato a termine la propria missione conquistando l’intera posta in palio su un campo difficile (complice un insidioso terreno in sintetico) contro un avversario in buone condizioni psico-fisiche dopo le due vittorie di fila contro Parma e Cremonese.
È la testa che dà gli input alle gambe e il Palermo che ha battuto l’Entella in occasione della prima trasferta a Chiavari della storia ha dimostrato di essere una squadra mentalmente libera. Senza quelle zavorre che, a febbraio, avevano impedito al gruppo di uscire dal tunnel della crisi. «Il Palermo adesso sta bene con la testa» – aveva detto Tedino alla vigilia dell’incontro – ed è proprio questa frase lo strumento attraverso il quale va analizzato il successo di misura dei siciliani. La chiave con la quale entrare nella partita e capire, nella prima di due trasferte ravvicinate, in che modo è maturata la seconda vittoria consecutiva della formazione guidata dal tecnico friulano. Sta bene il collettivo (con i nazionali quasi tutti in panchina e con lo stesso profilo del match disputato domenica contro il Carpi al netto dell’inserimento in difesa di Struna al posto di Dawidowicz) che ha affrontato la gara con l’atteggiamento giusto e, contestualmente, stanno bene i singoli. Solo un giocatore libero con la mente e in fiducia poteva realizzare il gol siglato al 17’ del primo tempo da La Gumina, abile con un movimento da attaccante di razza sugli sviluppi di un’azione di Coronado ad eludere la marcatura dei diretti avversari e a superare il portiere con una conclusione di destro ad incrociare sul secondo palo. Si tratta della terza marcatura consecutiva per il numero 20 rosanero, a segno contro l’Entella anche con la maglia della Primavera nel 2016 ai quarti di finale del Torneo di Viareggio e con un feeling particolare con l’appuntamento pre-pasquale dato che, nell’aprile 2015, la punta palermitana esordì con la casacca rosanero proprio a ridosso di Pasqua.
Quella di ieri rientra nella categoria delle cosiddette partite ‘sporche’. Sfide, cioè, piene di trappole e che una squadra conduce in porto solo con umiltà e spirito di sacrificio. E anche sotto questo aspetto, tralasciando qualche sbavatura emersa in concomitanza con i tentativi di reazione dei biancocelesti, che l’esame sostenuto dal Palermo è stato superato. Umiltà, spirito di sacrificio ma anche abnegazione e compattezza. Sono le virtù che hanno riempito il bagaglio con cui si è presentata in Liguria la compagine di Tedino, attenta nella gestione dei momenti clou della gara e abile a contenere le sporadiche proiezioni offensive dei padroni di casa, minacciosi soprattutto nella porzione finale del primo tempo (pericoloso un tiro di destro di De Luca, il più ispirato dei suoi, propiziato da un tocco fortuito di Rajkovic) e nell’ultimo quarto d’ora dell’incontro. Segmento di partita in cui, dopo l’1-2 firmato Gatto con la complicità di una deviazione, i rosa hanno rischiato di subire un’altra beffa. Simile a quella costata due punti a Novara.
La rete del momentaneo 2-0 frutto al 30′ della ripresa di un autogol di De Santis (sua la sfortunata deviazione con la quale ha ingannato Iacobucci dopo avere anticipato Gnahoré) sembrava il punto esclamativo sul match e invece, ancora una volta, il Palermo è ‘riuscito’ nel finale a riaprire una partita virtualmente chiusa. Ecco il solito difetto: l’incapacità di mettere in cassaforte il risultato e dare il colpo di grazia ad un avversario ormai ko. Lacuna che i rosanero hanno pagato a caro prezzo in alcune circostanze come contro l’Empoli all’andata o tredici giorni fa a Novara e che ieri ha rischiato di compromettere una vittoria preziosa. Un successo che, al di là dei difetti da correggere, consente comunque al Palermo di allungare la serie di risultati utili, di ritrovare una vittoria fuori casa che mancava dal 10 dicembre (3-0 a Bari) e, soprattutto, di restare agganciato al Frosinone in attesa del possibile sorpasso in occasione del recupero con il Parma in programma lunedì sera al Tardini.
Asacom, cioè Assistente specialistico all'autonomia e alla comunicazione. Si tratta della persona che, dalla scuola…
Cosa ne sarà del processo Università bandita sul presunto sistema di favoritismi all’interno dell’ateneo di…
La procura di Palermo ha aperto un'indagine sui contributi regionali, a una serie di associazioni…
Sono stati individuati e denunciati per lesioni dalla polizia di Sciacca due giovani accusati di avere aggredito…
Uno stabilimento di trasformazione clandestina dell'uva è stato scoperto e sequestrato nel Trapanese dai carabinieri…
Furto nel negozio di abbigliamento New Form in via Maqueda a Palermo. I ladri hanno spaccato…