Colpi di Stato, assassini e guerre: ecco il mondo delle Multinazionali

Abbiamo parlato di Bilderberg e di Illuminati, ma non abbiamo fino ad ora affrontato la figura del “Sicario dell’economia” che è strumento dei piani di questi potentati ed è molto piu’ diffusa di quanto pensiamo.

Questa è una élite di professionisti il cui compito è di orientare la modernizzazione dei Paesi in via di sviluppo verso un continuo processo d’indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei Governi più potenti del mondo. (a sinistra, John Perkins)

Sono professionisti reali, e non solo quelli rappresentati nei film americani, dallo stipendio fantasmagorico, in grado di sottrarre migliaia di miliardi di dollari a Paesi di tutto il mondo.

I Nuovi pirati, i nuovi predatori riversano o, per meglio dire, “rubano” il denaro della Banca Mondiale, dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (U.S.A.I.D.) e di altre importanti organizzazioni, per così dire umanitarie, per farli confluire nelle ‘casse’ delle corporation e nelle tasche di un pugno di ricche famiglie che detengono il controllo delle risorse naturali del pianeta.

Il controllo di Paesi strategici è sempre avvenuto da centinaia di anni, prima con gli imperi coloniali, ora invece spostando elettronicamente enormi quantità di denaro (creato dal nulla dalle banche) da un luogo ad un altro del pianeta e facendo sprofondare nei debiti miliardi di persone.

I metodi usati dai sicari sono: falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso, per arrivare all’omicidio.

Uno dei compiti dei sicari dell’economia è quello di incoraggiare i leader mondiali a divenire parte di una vasta rete che favorisce gli interessi commerciali dei soli Stati Uniti d’America. Alla fine questi leader rimangono intrappolati in una ragnatela, in una trama di debiti che ne garantiva la fedeltà assoluta in tutti gli ambiti. I sicari dell’economia sono pedine importanti che partecipano alla costruzione e mantenimento dell’Impero, chiamato corporatocrazia.

Utilizzando gli strumenti della finanza internazionale, sono riusciti in passato, e ci riescono tuttora, a sottomettere Paesi in via di sviluppo, quelli ovviamente con risorse naturali nel sottosuolo come petrolio, oro, diamanti, gas e minerali vari (coltan, ecc.) o quelli in posizioni geostrategiche (Panama p.e.).

Quando un sicario assolve al meglio il suo compito, i prestiti elargiti come aiuti o come fondi necessari alla costruzione di infrastrutture importanti (centrali elettriche, autostrade, ponti, ospedali, aeroporti o poli industriali, ecc.) escono dalla Banca Mondiale e/o dall’U.S.A.I.D., ed entrano nelle ‘casse’ delle lobbies che hanno studiato e progettato tale criminosa strategia. Funziona così, credeteci.

Ai Paesi destinatari delle infrastrutture, cioè ai Paesi bisognosi, non solo non arriva nulla, ma anzi, i prestiti sono così ingenti che il debitore si trova costretto alla morosità dopo poco tempo, e quando ciò accade, viene preteso il risarcimento immediato creando ad arte, le seguenti condizioni: controllo dei voti ai Paesi membri delle Nazioni Unite, installazioni di basi militari e l’accesso delle multinazionali alle preziosissime risorse naturali. Si esige la restituzione dei debiti anche sotto forma di concessioni petrolifere.

In pratica, tutti i Paesi che i sicari dell’economia hanno portato sotto l’ombrello dell’Impero globale hanno subìto un destino simile. Tutti ad eccezione di Iraq e Venezuela.

Questo spiega perché il debito dei Paesi del Terzo mondo è arrivato a oltre 2 mila e 500 miliardi di dollari, mentre i soli interessi economici (nel 2004 erano oltre 375 miliardi) sono superiori all’intera spesa per la sanità e l’istruzione e venti volte gli aiuti che i Paesi in via di sviluppo ricevono annualmente dall’estero.

Cosa succede all’agenda mondialista, quando un sicario fallisce il suo compito? Entra in gioco una razza ancor più sinistra e pericolosa: gli “sciacalli”.

Gli sciacalli sono uomini, mercenari, agenti dell’intelligence che si infiltrano nei focolai del mondo e spingono, stimolano, alimentano e rovesciano il Governo di turno, fomentano rivolte, colpi di Stato e golpe militari. Spesso mascherano i loro sporchi interventi con strani incidenti (aereo, auto, treni), malori o malattie, uccidendo i capi di Stato e i membri del loro entourage che non si piegano ai dettami dell’establishment economico-finanziaria delle famiglie che governano l’economia mondiale .

Se anche lo sciacallo dovesse fallire, allora entrano in gioco i militari, ovvero i generali, con l’esercito. In questo caso il risultato è la guerra. Esattamente quello che negli ultimi anni è accaduto in Afghanistan, Iraq sotto Saddam Hussein e Libia con Gheddafi. In Iran e Venezuela hanno tentato il rovesciamento, ma per fortuna senza risultati.

Ora ci chiediamo: come può un uomo normalissimo, con una semplice laurea, diventare un sicario dell’economia? La storia insegna che fin dai tempi più antichi, gli imperi sono stati costruiti e mantenuti attraverso la forza militare e la minaccia, ma con la fine dell’Unione Sovietica e lo spettro di un olocausto nucleare, la soluzione militare è diventata troppo rischiosa, per cui sono state messe in atto altre strategie, come quella economica.

Queste strategie, semplici, non necessitavano di eserciti, ma di soldi e di uomini che li sanno usare. Un esempio per tutti, avvenne nel 1951 quando l’Iran si ribellò alla compagnia petrolifera britannica (oggi B.P., British Petroleum) che sfruttava le risorse naturali e il popolo.

Il primo ministro iraniano Mohammad Mossadeq, eletto democraticamente dal popolo, nazionalizzò l’intero patrimonio petrolifero iraniano, scatenando le ire furiose dell’Inghilterra, la quale chiese aiuto agli Usa. Washington invece delle bombe sganciò uno “sciacallo”, l’agente della Cia, Kermit Roosevelt (nipote del presidente Theodore), il quale riuscì, a suon di soldi, tangenti e minacce a persuadere un gran numero di persone e organizzare rivolte e dimostrazioni violente in piazza (la medesima e recente strategia applicata in Libia e Siria). Il clima, creato ad arte, dava l’impressione che Mossadeq fosse incapace e soprattutto impopolare. Il primo ministro cadde nella trappola e passò il resto della sua vita agli arresti domiciliari.

A quel punto prese il potere lo scià Mohammad Reza, alleato degli Stati Uniti e divenne il dittatore incontrastato per molto tempo, fino alla Rivoluzione. Questo è uno degli innumerevoli colpi di Stato finanziati e orchestrati dagli Stati Uniti ai danni di Paesi sovrani. Ricordiamo, poi Ecuador, Indonesia, Cile, Panama, Colombia, El Salvador, Bolivia e, praticamente, tutto il Continente africano.

Come mai simili accadimenti storici non sono conosciuti dalla maggior parte delle persone? Negli Stati Uniti, ma il discorso in Europa non cambia, la N.B.C. è della General Electric, la A.B.C. della Walt Disney, la C.B.S. di Viacom, la C.N.N.dell’A.O.L. Time Warner, ecc.

La maggior parte dei quotidiani, periodici e case editrici sono posseduti e manipolati da gigantesche corporation transnazionali. Tutti i media fanno parte del medesimo sistema corporativo che ha portato avanti la distruzione sistematica delle economie dei Paesi in via di sviluppo, e quindi veicolano solo le notizie politicamente corrette.

Non ci credete? Leggete le confessioni di John Perkins che, probabilmente per ripulirsi la coscienza e per un briciolo di onestà intellettuale, si è confessato pubblicamente scrivendo il libro intitolato: “Confessioni di un sicario dell’economia”. E’ bene ricordare che è la confessione di un uomo che ha permesso a se stesso di diventare una pedina, un sicario, riuscendo, grazie alla propria avidità, a sfruttare e saccheggiare miliardi di dollari da Paesi in difficoltà, creando centinaia di milioni di poveri.

Nella sua esperienza, Perkins racconta di alcuni Stati colpiti da questo sistema come l’Iran: primo Paese colpito da questo sistema. È in questa nazione che nasce il concetto di sicario dell’economia.

Nel 1951, come abbiamo già accennato, Kermit Roosevelt jr riesce, attraverso raggiri e pagamenti, a scatenare la violenza della popolazione contro il leader Mossadeq eletto democraticamente che aveva nazionalizzato le risorse della multinazionale inglese del petrolio genitore della BP.

Indonesia: il protagonista ci arriva per creare una previsione economica per la costruzione di un impianto elettrico che distribuisca energia alla nazione. Panamá: in questo Paese tutti i problemi derivano dal Canale di Panamá e si risolveranno con l’intervento degli sciacalli contro il presidente. In realtà già in passato Panamá aveva subito interventi da parte degli Stati Uniti ed era nata proprio per intervento della nave da guerra Nashville nell’allora Colombia, che si rifiutava di concedere agli USA l’utilizzo dell’istmo dove sarebbe nato il canale.

Arabia Saudita: qui l’intervento degli Stati Uniti mira ad ottenere investimenti attraverso i petrodollari al fine di finanziare la ricostruzione del Paese.

Il libro comunque è molto interessante, soprattutto perché permette una maggiore comprensione e visione d’insieme, dei fatti storici e dell’andamento della società moderna, tutta focalizzata nella crescita economica.

Sono riusciti, grazie a decenni di propaganda, marketing e pubblicità più o meno occulta, a convincerci che acquistare costantemente è un dovere civico e aiuta l’economia; saccheggiare la terra è nel nostro stesso interesse.

La storia, purtroppo, quando non viene compresa, è destinata a ripetersi e a concludersi in tragedia. Gli imperi, infatti non durano, sono tutti falliti miseramente.

L’attuale Impero, gestito e controllato dai banchieri internazionali, centrato nei mercati e derivati finanziari, oramai si sta sgretolando sotto i nostri occhi, lasciando posto ad un sistema dove al centro ci sarà l’uomo e non il dio-denaro.

“Riconoscere un problema è il primo passo per trovarne la soluzione e confessare un peccato è l’inizio della redenzione…” lo afferma lo stesso sciacallo pentito John Perkins

 

Giovanna Livreri

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