Cittàinsieme, il duello tra Girlando e Caserta Tra mutui, numeri di bilancio e poche idee

Una baruffa verbale, qualche numero e poca sostanza. Il bilancio del Comune di Catania è stato al centro dell’assemblea civica svoltasi ieri sera nella sede dell’associazione Cittàinsieme. Ospiti l’assessore al ramo, Giuseppe Girlando, e il professore di Economia Maurizio Caserta, già candidato a sindaco alle scorse elezioni del 2013. E da campagna elettorale era il clima che si respirava nel salone della parrocchia Santi Pietro e Paolo di via Siena, stracolma di sostenitori dell’uno o dell’altro contendente in quello che doveva essere un duello su numeri e soluzioni possibili per il futuro della città.

La sala, piena di sostenitori dell’uno e dell’altro “duellante”

Il dibattito si è risolto però in un semplice elenco dei numeri del debito, «colpa delle amministrazioni precedenti, che hanno ripianato il debito con una operazione solo contabile, vendendo fittiziamente per 192 milioni il patrimonio immobiliare a una società sempre del Comune, Catania Risorse», come ha affermato Girlando ricordando i «buchi di bilancio lasciati dall’amministrazione di Umberto Scapagnini e l’aiuto avvelenato dei 140 milioni dati dal governo di Silvio Berlusconi, togliendo i soldi dai fondi Cipe, destinati a investimenti per Catania, per pagare i debiti». E alle affermazioni di Girlando è arrivata anche paradossale approvazione del suo oppositore, Maurizio Caserta, che aveva aspramente contestato prima dell’incontro pubblico le scelte dell’amministrazione Bianco, «che ha preso un vestito cucito da Stancanelli, il piano di riequilibrio finanziario, e l’ha solo indossato». Un discorso a parte merita l’accesso ai fondi del Dl 35 per il pagamento dei debiti ai numerosi creditori del Comune – circa 200 milioni di euro – «che avrebbe fatto qualsiasi amministrazione accorta», ha ricordato il professore di Economia. La cui critica, ha affermato, «non è sui numeri, che do per assodati e veritieri, quanto su una diversa visione della politica di bilancio, che non considera gli aspetti macroeconomici».

Così, mentre Girlando scendeva nel dettaglio dei mutui comunali, ricordando che «la rinegoziazione fatta dall’amministrazione Stancanelli nel 2011 dei  mutui ci ha portato a pagare da 125 a 386 milioni di interessi, con termine nel 2040», Caserta ricordava i dati, disastrosi, dell’economia italiana e siciliana. «Abbiamo una prospettiva di crescita nazionale dello 0,1 per cento del Pil secondo l’ultimo dato, quello del Centro studi di Confindustria. E la Sicilia probabilmente crescerà in modo negativo», ha affermato il professore, ricordando anche il tasso di disoccupazione giovanile a Catania cresciuto dal 2008 dal 19 al 34 per cento. «Ma quello che mi preoccupa sono le reazioni scomposte di questa amministrazione, che non sa gestire il dissenso. Come quella dell’assessore Orazio Licandro sulla Sicilia: si capiva che aveva la bava alla bocca», ha ricordato Maurizio Caserta, riferendosi al recente caso del laghetto del Teatro greco. «Io non sono Licandro e non è corretto dire all’amministrazione che l’ha invitata a fare le sue proposte pubblicamente che non c’è dialogo», ribatte Girlando, che incalza il professore di Economia chiedendo di esporre «le sue proposte, non considerazioni sulla macroecomia o altri temi. Qui oggi si discute di bilancio, non di programmazione economica», afferma l’assessore.

«Non avrei mai voluto sentire che le scelte della amministrazione non vanno di pari passo con le opportunità e la programmazione economica. È vero o no che l accesso al Dl 35 può compromettere il piano di riequilibrio approvato dalla Corte dei conti?», incalza Caserta. La replica di Girlando: «Abbiamo solo approfittato di una opportunità e nel frattempo abbiamo individuato varie fonti di spreco, come la pessima gestione dei contenziosi. Ci restano però sessanta giorni per rivedere il piano di riequilibrio, quindi aspetto le sue proposte», ribatte Girlando. Con Caserta che, incalzato anche dal pubblico, abbozza alcuni temi per il rilancio economico.

«C è il fisco amicoinvece di alzare le tariffe al massimo, si possono modulare con incentivi perché i contribuenti paghino meno. Inoltre dovreste fare degli interventi seri di spending review. E di gestione attiva del patrimonio. Non ho sentito infine una proposta seria sul rilancio della economia che non sia la difesa dei posti di lavoro», ha affermato Maurizio Caserta. «Mi dispiace – commenta alla fine dell’incontro Girlando – perché vado via senza alcun suggerimento da inserire nella relazione per rivedere il piano di riequilibrio finanziario». 

Leandro Perrotta

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