Ciatu. Una parola che non può essere tradotta solo con respiro. «Ciatu do me cori», «ciatu miu», «ciatu da me vita». Si apre così lo spettacolo dell’associazione Neon, per la regia di Monica Felloni e la direzione artistica di Piero Ristagno. Sul palco si alternano oltre venti attori, molti dei quali disabili. «È un lavoro che nasce da una passione per la poetica di Giordano Bruno – afferma Ristagno – Felloni l’ha elaborata in azione». L’opera è stata presentata in anteprima nazionale ad agosto al Teatro antico di Taormina e il 16 e 17 febbraio è stato lo spettacolo ospite della stagione dello Stabile etneo. Date scelte non casualmente: il 17 febbraio del 1600, infatti, viene eseguita la condanna a morte del filosofo Bruno, giudicato eretico dall’Inquisizione e messo al rogo a Roma.
Gli artisti si alternano sul palco; spesso è difficile trattenere l’emozione. Non c’è una trama canonica, l’elemento che lega tutto sono le immagini, il canto, la musica, la danza. Ciati, respiri, e movimenti nella loro purezza più elementare che diventano l’espressione di quella libertà perseguita da Giordano Bruno. «Il progetto si è sviluppato in nove mesi – racconta Monica Felloni – è stata una gestazione. Man mano si aggiungevano persone, ognuno con i propri tempi».
L’associazione Neon da oltre vent’anni organizza corsi di teatro della diversità, coinvolgendo artisti diversamente abili e non. «È un lavoro non di gruppo, ma di umanità – dice Piero Ristagno – Persone felici di stare assieme. È una dimensione interessante, perché si crea una forte relazione». Quello che il direttore artistico chiama un puzzle: «Creiamo un insieme di tante persone singole – continua – Il loro talento brilla di più se sono assieme agli altri». E in tutto questo «lo spettatore riconosce l’importanza di ogni simbolo – sottolinea – Non c’è un protagonista, è l’umanità nella molteplicità dei sensi». «È importante chi guarda, tanto quanto chi sta sul palco – sottolinea la regista – Si lavora insieme, si crea una sorta di armonia».
Le due repliche allo Stabile hanno registrato un grande successo, con applausi che spesso hanno interrotto gli attori. «Ci hanno dato tanta energia, tanta emozione», confessa Monica Felloni. E hanno avuto un grande impatto sulle famiglie dei ragazzi disabili. «Il loro appoggio è fortissimo – tiene a precisare la regista – Anche per loro vedere i propri figli sul palco è una scoperta, ma anche una spinta per poi vivere e scoprire assieme delle cose diverse. Anche nella vita quotidiana». Il prossimo progetto? «Non si dice», risponde con un sorriso Ristagno. «A settembre si riapre il corso Corpi insoliti, il nostro progetto a lungo termine – afferma la regista – È qui che creiamo tutto».
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