Che succede nel Mediterraneo? E che succede in Sicilia? Guerre e terremoti ‘telefonati’. Guarda caso nel Messinese dove, qualche anno fa, si verificarono i fatti di Canneto di Caronia

Che succede nel Mediterraneo? E che succede in Sicilia? Perché tante guerre, dalla Tunisia alla Libia e all’Egitto? E’ stata solo l’idea lanciata da Gheddafi, qualche anno prima di essere eliminato, di una moneta araba a scatenare il pandemonio? O sotto, oltre a questo, c’è qualche altra cosa?

Non abbiamo la presunzione di raccontare la verità. Ci limitiamo a mettere assieme alcuni elementi, alcuni fatti accaduti e alcuni fatti che stanno accadendo.

Il primo fatto che sottoponiamo all’attenzione dei lettori sono i terremoti ‘ad orologeria’. Chi si occupa di questo argomento sa che i terremoti non sono prevedibili. Invece oggi si prevedono. Come mai?

Quasi ogni giorno – e in tante parti del mondo – stando a testimonianze alle quali si cerca in tutti i modi di dare poco credito – verrebbero effettuati bombardamenti mirati di scie chimiche sulle faglie sismiche attive.

Difficile dire se si tratta ancora di una fase sperimentale o se – a giudicare la terremoto ‘telefonato’ che qualche giorno fa ha colpito la provincia di Messina – la ‘sperimentazione’, chiamiamola così, si è conclusa e si è già passati alla fase ‘attiva’.

Quello che scriviamo, a tanti, può sembrare fantascienza. Agli scettici, però, dobbiamo ricordare due cose.

Primo: l’area del Messinese (come quella del Salento, in Puglia), è una faglia sismica attiva.

Secondo: qualche anno fa, proprio in questa parte della Sicilia, e precisamente in località Canneto di Caronia, sono andati in scena fatti molto strani durati parecchi mesi. Incendi di impianti elettrici. Piccole esplosioni dentro le abitazioni. E una grande paura che si è diffusa tra la gente di questi luoghi. Tutti fatti che la scienza ufficiale ha spiegato solo in minima parte.

Era in corso una sperimentazione che è sfuggita di mano? E a chi? Era una sperimentazione militare? Il mistero rimane. Ma sarebbe un grave errore dimenticare quei fatti. Così come sarebbe un errore non legarli, guarda caso, ai terremoti ‘telefonati’ di questi giorni proprio nell’area del Messinese.

E, allora, che sta succedendo?

Da anni, sulla rete, si parla tanto di scie chimiche imbottite di alluminio, bario e nanoparticelle inquinanti che renderebbero l’aria elettroconduttiva. A questa si aggiungerebbe l’attività segreta di riscaldatori ionosferici che colpirebbero determinati punti della crosta terrestre. Verità o invenzioni?

Poi c’è il clima. Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 la Sicilia era una regione a clima tropicale umido. Tanto che – lo leggiamo sui libri – si coltivavano piante che richiedevano molta acqua. Dagli anni ’40 in poi, piano piano, si è trasformata in una regione a clima tropicale arido. Lo testimoniano non soltanto le tecniche agronomiche mutate (si pensi all’aridocoltura) e alla scomparsa di certe colture che è impossibile coltivare in assenza di acqua, ma anche dalle circa 50 dighe artificiali realizzate nella nostra Isola dagli anni ’50 fino agli anni ’90.

Da qualche anno a questa parte il clima della Sicilia è cambiato di nuovo. Alla siccità che torturava la nostra Isola alla fine degli anni ’80 (qualcuno si ricorderà, a Palermo, ma non soltanto a Palermo, i silos pieni d’acqua dislocati nelle strade) si è sostituito un clima strano, che non risponde ad alcun criterio conosciuto in Sicilia fino ad oggi.

Basta un po’ di memoria per ricordare che, nella seconda metà degli anni ’80, luglio e agosto erano caldissimi. Oggi, chissà, perché, ma a luglio e ad agosto le giornate nuvolose sono tante. E’ tutto ‘naturale’?

I nostri, lo ribadiamo, sono solo interrogativi. Noi proviamo solo a cercare di capire quello che sta succedendo.

Tutti questi fatti che notiamo attorno a noi: il cambiamento del clima, la presenza continua, ormai da molti anni, di scie in cielo, i terremoti, le guerre che dal 2011 non danno tregua al Mediterraneo, la militarizzazione della stessa area mediterranea (si pensi al Muos di Niscemi) e la grande crisi economica che tocca con particolare violenza quella parte d’Europa che si affaccia nello stesso Mediterraneo (Grecia, Italia e Spagna) sono tutti causali e slegati tra di loro o c’è qualcosa che li unisce?

 

Redazione

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