Chat, sms, e-mail: rivalutazione della scrittura o involuzione della lingua?

L’attenzione di colui che volesse riflettere sulla caratteristiche del XXI secolo, non potrebbe che essere rapita dalle nuove forme di comunicazione che oggi trovano la loro massima espressione in chat, e-mail ed sms.

Il nuovo imponente groviglio comunicativo sembra rivalorizzare la scrittura che per anni aveva svolto un ruolo marginale, al punto tale da far pensare che la tv avrebbe definitivamente sepolto la comunicazione scritta. Alcuni aspetti tecnici del nuovo linguaggio devono però indurre alla cautela. Gli sms, ad esempio, sono per loro natura brevi, non possono superare i centosessanta caratteri. Caratteristiche del genere hanno avuto come conseguenza la riduzione della distanza tra lingua scritta e parlata. Sms,chat ed e-mail presentano infatti aspetti propri dell’italiano parlato e colloquiale. Il registro è basso, lo stile trascurato, numerose sono le abbreviazioni, le sigle, parole composte da lettere e numeri, gli errori di digitazione provocate dal ritmo frenetico di stesura del messaggio. Tra gli esempi più comuni riportiamo:> o    . In ogni testo poi non mancano le emoticons, le faccine composte da segni grafici volte a riprodurre un’emozione o uno stato d’animo come: 🙂  (sono contento),  🙁  (sono triste), :‘( (piango).

Tale fenomeno è particolarmente diffuso tra i giovani che trovano nel telefonino e nel pc gli strumenti attraverso cui riprodurre, a distanza, le caratteristiche di fondo del loro parlato, gergo fondato su termini rivolti ad una cerchia di iniziati, un linguaggio che divide, allontana e sottolinea l’appartenenza ad un gruppo dal quale sono esclusi tutto coloro che non rispettano determinati canoni sociali e, oggi, anche linguistici.

E la scuola? Riesce a relazionarsi a questa nuova forza rivoluzionaria?Irrigidito in vecchi schemi e impostazioni culturali, il sistema scolastico risulta spesso inadeguato e incapace di comprendere le nuove forme di linguaggio individuando in esse l’acerrimo nemico del libro e della cultura tradizionale.
Protagonista indiscussa dell’evoluzione linguistica è dunque la simbiosi tra giovani e nuovi mezzi comunicativi.
Il fenomeno incuriosisce, induce a riflettere, preoccupa coloro che vedono nello scritto-parlato una degenerazione dell’Italiano.

Si tratta dunque di evoluzione o involuzione della lingua? E’ una domanda alla quale è prematuro rispondere. L’atteggiamento che bisogna avere è senz’altro quello di considerare l’Italiano una lingua viva e come tale soggetta a cambiamenti. Non esistono infatti leggi ferree, immutabili, fissate a priori che ne regolino il divenire  e alle quali si può fare affidamento prescindendo dalle variabili sociali e culturali. I nuovi  aspetti della lingua sono figli della nostra epoca e come tali vanno sempre contestualizzati. Saranno dunque il tempo, la società, la lingua stessa a stigmatizzare o valorizzare un fenomeno sociolinguistico che oggi si presenta incontrollabile e imprevedibile.

Laura Gallo

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