«Devi scusarmi, ma parlo poco l’italiano». Un misto tra emozione e timore di dire qualcosa che non possa essere compreso. Con queste timide parole Sidibe Chamberlin Oualia, detto Alberto, comincia il racconto della sua storia a Meridionews. L’esterno offensivo in forza al Troina, classe 2000, (due gol e due assist in 24 presenze finora), è stato convocato dalla Rappresentativa di serie D che parteciperà nelle prossime settimane al Torneo di Viareggio, il più importante torneo giovanile in Italia, dove affronterà Cina under 19, Spal e Salernitana. L’ivoriano è l’unico calciatore di una squadra siciliana a far parte del gruppo dei 28 giocatori convocati da Tiziano De Patre e dal suo staff e ha compiuto 19 anni appena pochi giorni fa, essendo nato il 2 marzo del 2000. «Sono molto contento di questa convocazione e di come stanno andando le cose col Troina. Se sono qui è anche grazie alla mia squadra e al mister. Mi sto trovando molto bene con tutto il gruppo». E non potrebbe essere altrimenti dato che in rossoblu giocano anche due suoi connazionali, Ridwaru Olatunde Adeyemo e Drissa Touré.
Quella di Chamberlin è anche una storia di grande sofferenza. Arrivato in Sicilia con i barconi per sfuggire alla guerra, cerca un nuovo futuro lontano da casa: «Sono arrivato in Italia poco più di un anno fa, nel 2017. Non mi piace parlare di questo perché per me è stata una situazione durissima. Sono partito dalla Libia dopo tante sofferenze». Ancora minorenne, il giovane ivoriano ha lasciato in Costa d’Avorio la propria famiglia: «Sono dovuto scappare per colpa della guerra e ho perso mio padre. Inizialmente sono andato in Mali, ma anche lì poi è cominciata la guerra. E ho ripreso il viaggio». Anche in Africa il ragazzo giocava a pallone: «Ho cominciato da piccolo, frequentando la scuola calcio. Questa è la mia passione». Una passione che grazie al Troina ha potuto continuare anche in Italia: «Nella struttura dove vivevo giocavo con alcuni ragazzi. Lì qualcuno mi ha notato e così il signor Leanza (un osservatore, ndr) mi ha portato al Troina».
Ma non è facile convivere con il pensiero della propria famiglia lontana, in Costa d’Avorio: «Tornare in Africa non è nella mia testa, per ora mi sto concentrando su altro. Non sono tranquillo ovviamente al solo pensiero. Quando penso al mio Paese e alla guerra ho soltanto paura. Adesso però devo pensare ad altro». Non mancano i contatti con la propria famiglia, rimasta nel Paese natìo: «Parlo con mia sorella, sento lei per avere informazioni e aggiornamenti sul mio Paese e sulla mia famiglia». Sidibe si commuove e torna subito al calcio e ai suoi sogni: «Il mio calciatore preferito è Ronaldinho, l’ho sempre ammirato per la sua tecnica, il modo di usare il fisico e la sua velocità. Per me è un campione assoluto, sogno di emularlo». Tra i suoi idoli anche due calciatori che hanno vestito la maglia della Nazionale ivoriana: «Didier Drogba e Yayà Touré. Anche io sogno di vestire quella maglia, gioco proprio per arrivare fin lì».
Idee chiare sul suo futuro anche se il ragazzo non dovesse riuscire a sfondare nel mondo del calcio: «Io amo le macchine. Mi piacerebbe – confessa il classe 2000 – entrare nella compravendita di automobili, comprarle e venderle». In passato il Torneo di Viareggio ha funzionato come trampolino di lancio per molti giovani ragazzi in cerca di fortuna: «So che si tratta di una competizione molto importante per i giovani. Il mio sogno è giocare a Milano, con la maglia rossonera del Milan. La mia squadra del cuore – conclude Sidibe Chamberlin Oualia – è il Barcellona, ma in Italia tifo Milan perché mi piace la loro grinta e la determinazione».
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