‘Cervello’, cronaca di un’ingiustizia

Da qualche giorno 140 ausiliari socio sanitari che da dieci anni lavorano presso l’Azienda ospedaliera ‘Cervello’ di Palermo manifestano davanti all’ingresso dello stesso ospedale. Su di loro si è abbattuta un’ingiustizia senza eguali. Questa, in sintesi, la loro storia.
Sono stati assunti nel 2000, tramite tre cooperative: la New Borg, la Omnia Sistem e la Cosev, per lavorare presso l’Azienda ospedaliere ‘Cervello’. Nel corso degli anni, attraverso una serie di corsi di formazione tecnico-pratica, hanno acquisito il titolo di ausiliari socio sanitari e sono stati inseriti all’interno dei reparti collaborando con medici e infermieri.
Dal punto di vista contrattuale sono stati inquadrati per svolgere 36 ore di lavoro settimanali. Lo stipendio di ognuno di loro ammonta a mille e 100 euro al mese.
L’anno scorso, la sgradevole sorpresa: la nuova Azienda ‘Villa-Sofia-Cervello’ (unificate con l’ultima riforma del settore) decide di bandire una gara d’appalto per le pulizie e la sanificazione.La gara viene vinta dalla Dussmann Service.
La Dussmann Service assume tutto il personale delle ex cooperative, ma lo declassa – non si capisce bene a che titolo e sulla base di quali criteri – offrendo ai 140 lavoratori un contratto di 20 ore settimanali: cosa, questa, che comporta una riduzione dello stipendio del 50 per cento e forse più.
Di fatto, questi 140 lavoratori, che per dieci anni hanno potuto contare su uno stipendio che gli consentiva di tirare avanti ( e quando diciamo “tirare avanti” ci riferiamo al fatto che quasi tutti hanno sulle spalle una famiglia), si ritrovano con lo stipendio più che dimezzato. Il tutto pur avendo acquisito una specializzazione nel loro lavoro. Da qui la loro protesta.

A noi non resta che porre alcune domande. Primo: il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, sanno qualcosa di questa incredibile storia di ingiustizia?
E’ evidente che questi lavoratori non sono figli di papà, altrimenti sarebbero stati assunti, per ‘chiamata diretta’, in una delle 34 società partecipate dalla Regione. Il fatto che non siano figli di persone ‘importanti’ significa che i loro diritti possono essere calpestati? Quello che sta succedendo a questi 140 lavoratori del ‘Cervello’ cos’è, un anticipazione ‘intelligente’ dell’annunciata rivisitazione dello statuto dei lavoratori?
Noi siamo convinto che questa incredibile ingiustizia vada sanata. Subito.

Redazione

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