Intanto mi scuso. Lo faccio prima non essendo la politica estera mio campo di studi. Ma credo che per una riflessione come quella che segue non occorra il Master a Liegi. Vediamo oggi la Grecia. Cifra non liquidabile del fallimento Europa. E io penso alla Sicilia. Cifra non liquidabile del fallimento Italia. E la Storia allora mi viene in aiuto. Mi suggerisce che siamo ancora nei festeggiamenti dell’Unità d’Italia. Allora penso cosa doveva essere il Risorgimento. Penso a Bronte, dove quegli ideali furono traditi e macchiati di sangue prima di varcare lo Stretto. E mi chiedo? Ma c’è sempre qualcuno che paga? Che la paga più cara?
Tutti sappiamo del prelievo di oro dalle ex casse dei Borboni portati in Piemonte per fare l’Italia. Ma che differenza c’è tra la Sicilia di allora ed oggi? Io una differenza la vedo. Allora c’era la speranza che questi 150 anni sarebbero serviti a creare una stabilità economica in grado di poter vivere onestamente e serenamente. Che avrebbero risolto i problemi legati ai veri prepotenti. Io i Forconi non li amo, ma li capisco. Li capisco quando prendono coscienza che oggi il prepotente è lo Stato che innalza il prezzo dei carburanti e pone tasse senza considerazione alcuna.
La Sicilia deve pagare, dicono i leghisti. La Grecia deve pagare, dicono gli europeisti. Da quanto esiste l’Europa? Oppure: ma esiste l’Europa? Italia unita, Europa unita. Quanti Risorgimenti ci saranno ancora? Mai nessuno parla di fallimenti. Si risorge insieme e si fallisce da soli?
La Sicilia è fallita. E’ fallito quel sogno post borbonico, post bellico, post boom economico. Ogni rilancio si è arenato. E ora deve pagare con lo stato di miseria. L’idea della grande Europa è fallita. E ora chi non ha fatto bene i compiti a casa, deve pagare. Ciò che non mi torna è la certezza che a pagare il prezzo più alto siano quelli che meno hanno goduto del benessere di un’Italia che ha funzionato, e di un’Europa che legiferava. I siciliani sono colpevoli? Di cosa? Il popolo greco è colpevole? Di cosa? Sono colpevoli di essere stati sempre soggetti deboli, ricattabili. Pessimamente rappresentati. Colpevoli di essersi prestati alla parte più vile della politica, ai giochini. Meglio buttarli giù dalla nave.
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