Andrea Obiso e il suo violino

Sabato scorso, al teatro Politeama, è iniziata la rassegna dei concerti del Conservatorio ‘Vincenzo Bellini’ di Palermo e si può dire a tutti gli effetti che il primo concerto sia stato, senza dubbio e sotto tutti i punti di vista, un grande successo!
Nella prima parte del concerto, di fronte ad un teatro stracolmo di gente in tutti gli ordini e persino in piccionaia, è stata eseguita una pagina estremamente rara di Ottorino Respighi: la Suite in Si magg. Tale brano, dall’andamento vario e ben articolato, è stato ricostruito dal manoscritto autografo che si trova presso la Fondazione Cini di Venezia, ad opera di Domenico Sanfilippo. L’unica esecuzione della Suite di cui si ha memoria risale al 23 maggio 1907, presso il Teatro Duse di Bologna, sotto la direzione di Pietro Cimini.
Tuttavia, il materiale musicale della Suite fu ripreso in seguito da Respighi per la composizione dell’opera Semirama, scritta nel 1910 e per altro rappresentata al Teatro Massimo di Palermo circa 20 anni fa. L’11 febbraio a dirigere questa opera ormai dimenticata (neanche sul Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti si fa menzione di tale brano) è stato proprio Domenico Sanfilippo, colui che ha ridato luce al manoscritto che giaceva a Venezia. A Sanfilippo quindi il duplice merito di aver riproposto con rigore filologico una Suite ormai dimenticata e anche di averla presentata al pubblico in una lettura assai articolata e dalle tinte varie, regalando un’esecuzione assai piacevole, grazie anche all’Orchestra sinfonica del Conservatorio di Palermo, che ha risposto in maniera assai pronta alla sua direzione.
Il consenso del pubblico è stato unanime e tale si è mantenuto, ma in forma più esplosiva al termine della performance di Andrea Obiso, alle prese, nel secondo tempo, con l’assai complesso Concerto per violino e orchestra in Re Magg, op.6 , di Paganini, quando il fragore degli applausi è stato tale che sembrava quasi di essere allo stadio. Il battito di mani continuo non è cessato neanche al seguito del bis di Andrea Obiso, (l’acrobatica Sonata n.6 per violino solo di Eugène Ysaÿe) forse per chiedergli di suonare ancora un po’. Ma Andrea si è fatto attendere per qualche minuto, ricomparendo trafelato sul palco soltanto con la giacca e senza quella “farfallina”, che probabilmente, al termine di una serata vertiginosa, aveva, per scomodità, dovuto dismettere. Ma a un piccolo genio si può perdonare questo e altro!
Ma a parte questo piccolo inconveniente che probabilmente ha fatto sorridere un po’ tutti, per il resto la performance del violinista è stata degna di plauso. Andrea Obiso durante tutta l’esecuzione del difficile brano di Paganini ha dato prova assolutamente encomiabile del suo talento, destreggiandosi prontamente fra i vari passaggi virtuosistici dello spartito.
Alle sue spalle: il padre Diego Obiso, primo violino dell’Orchestra. E Diego Obiso è sempre stato alle spalle del figlio. Probabilmente è stato lui il vero artefice del successo del ragazzo, seguendolo nei suoi studi, indirizzandolo a compiere le scelte più giuste per decretarne il successo, garantendo sempre il massimo rendimento. Il talento da solo non è sufficiente. Siamo convinti, del resto, che per riuscire ad essere grandi artisti sia necessaria una lunga sequenza di elementi che, incastrandosi insieme, rendono perfetta l’immagine del complesso Puzzle carrieristico. Proprio come in Formula Uno, dove non basta avere un motore potente per vincere un gran premio, ma occorre che tutto il pacchetto, formato da telaio, aerodinamica, gomme e pilota, sia armonizzato ed altamente performante.
Proprio come accade al musicista cui servono un grande talento, un’estrema lucidità, la ricezione di un eccellente insegnamento e una giusta guida capace di indirizzarti a fare le scelte migliori per raggiungere la vetta. E tutto ciò è sicuramente presente nella carriera del giovane Andrea al quale noi auguriamo il più grosso in bocca al lupo per un mirabolante successo!

 

 

 

 

Chiara Di Dino

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