Catania: vita da cani

Ci seguono all’uscita dai supermercati, mettono il muso al banco macelleria del mercato, dentro le buste della spesa, ci rincorrono quando passeggiamo per le vie del centro, spasimano con occhi languidi un boccone delle nostre colazioni tra i tavolini dei bar. Nomadi delle città, orfani della strada, sono loro, i cani senza padrone che a volte inteneriscono, molte altre infastidiscono o spaventano.

“Li troviamo ad aspettarci alle cinque del mattino, sdraiati per strada, quando dobbiamo montare le bancarelle. Poi, con la confusione e la folla del mercato, si sparpagliano e tornano a farsi vivi in tarda mattinata, quando per noi è ormai ora di chiudere ma è ancora possibile trovare qualche resto da mangiare per terra – ci racconta un venditore di frutta e verdura in Via Pardo, angolo Via Garibaldi.

Allontanare il “portatore sano di pulci” per la maggior parte di noi diventa la prima risposta all’insistente pedinamento canino anche se a fare certamente più paura sono le scorribande randage della notte.  
Valeria, una studentessa che è solita attendere l’autobus in Piazza Roma, ci racconta: “Da due anni a questa parte, mattina, pomeriggio o sera, non c’è stato giorno in cui io non abbia visto almeno un gruppo di tre, quattro cani rincorrersi sul prato o per strada spaventando me e chi come me si trovava nei paraggi” – e ancora – “diventano particolarmente pericolosi per chi si trova a passare con il proprio cane al guinzaglio. Cane e padrone rischiano di essere entrambi assaliti”. E proprio in Piazza Roma, mercoledì scorso intorno alle 18.30, è stato girato il nostro video: una ragazza passa accanto a un branco di circa dieci cani, uno la punta, lei si scansa. Tutto finisce per il meglio. Di certo, però, uno scenario inconsueto e potenzialmente pericoloso.

Solo dal 2005 al 2007 Catania contava già un debito di 1,5 milioni di euro nei confronti del Consorzio Zooservice che rappresentava i canili privati convenzionati con il Comune per la cattura e la custodia dei cani randagi. Già più di un anno fa la Lav (Lega anti vivisezione) di Catania denunciava le inadempienze croniche e gravissime della giunta Scapagnini.
Oggi a Catania è dissesto finanziario e la già problematica situazione del 2007 risulta essere niente altro che uno dei tanti buchi che hanno causato la voragine nella quale è precipitata la Città.

Se poco meno di due anni fa centinaia di cani vivevano già per strada, ci chiediamo quanti siano diventati adesso. Difficile avere un quadro numericamente preciso su territorio cittadino, seppure si parla di alcune migliaia di unità in tutta la provincia: una vera e propria popolazione randagia del catanese.
Schiere di cani di media e grossa taglia sono state definite le nuove “bande” da cui diffidare; “scippatori” di sacchi, sacchi di immondizia, il più delle volte innocui, si limitano ad assalire i cassonetti straripanti di spazzatura, disseminandola poi ovunque al loro passaggio.
Altre volte però, questi amici a quattro zampe rischiano di diventare anche molto aggressivi e costituire, oltre ad uno sconveniente e fastidioso problema, una pericolosa minaccia per il cittadino, specie quando questi gli si dimostra ostile.

“Fanno paura! Passano in branco soprattutto la sera. Negli ultimi mesi si sono anche verificati casi di  aggressione in pieno giorno. Un signore anziano è stato morso al braccio; un bambino, vistosi rincorso da uno di questi cani, fuggendo spaventato è inciampato per strada. Io e mio marito stiamo al lavoro l’intera giornata e di scene come queste ne vediamo in continuo”:  le parole della edicolante di Piazza Mazzini che afferma – “abbiamo più volte sporto denuncia alla municipale, ai carabinieri ma ci è sempre stato detto che non possono fare nulla, il canile non funziona”.

Si trovano ovunque, ad ogni angolo della città, i 101 e più trovatelli di strada sono un numero ormai in costante crescita, un problema che rischia di assumere toni d’emergenza e non può essere ignorato ancora a lungo.

 

Federica Motta

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