«Sono arrivato un po’ tardi perché ero dallo psicologo, mi hanno detto che ero confuso e stressato». Basta questa fase, probabilmente, per sintetizzare lo stato d’animo con cui Cristiano Lucarelli ha approcciato l’incontro con i giornalisti da poco terminato a Torre del Grifo. L’allenatore ha analizzato il calo avvenuto nelle ultime partite, non nascondendo però grande fiducia verso il futuro e puntando il dito sugli episodi non sempre favorevoli: «Nelle partite con Juve Stabia, Trapani e Matera sono venuti a mancare solo i risultati, abbiamo creato molto mancando però sempre il cazzotto del ko. Sono però un positivo per natura – ammette il tecnico – non ho mai perso ottimismo e positività. Avevo previsto che ci saremmo giocati il campionato all’ultima curva – precisa Lucarelli – e ci è mancata soltanto la sgasata definitiva, che ci costringerà a giocarci tutto ai playoff».
Proprio gli spareggi promozione, nonostante l’ultima di campionato contro il Rende ormai alle porte, sono l’argomento del giorno. «I playoff sono diversi e anomali – ammette l’allenatore – dato che ogni squadra porta poco di quello che è stato l’andamento stagionale. Non si possono far calcoli, lì ogni partita diventa questione di vita o di morte. Dovremo essere bravi – ribadisce con forza – a svoltare e guardare avanti, cercando di fare tesoro degli errori. Dovremo resettare quanto speso finora a livello di energie psico-fisiche nella lunga rincorsa al Lecce: abbiamo bisogno di tirare il fiato – specifica il tecnico – e di recuperare l’entusiasmo perduto. Gli spareggi li vince chi ha più entusiasmo, noi dobbiamo ritrovarlo tutti insieme».
L’ottimismo non manca e spinge l’allenatore livornese a guardare, in ogni caso, il bicchiere mezzo pieno. «Per me è già un successo essere rimasto qui fino alla fine del campionato – scherza – inizialmente non avrei scommesso neanche cinque euro su di me. Comunque vada, sarà una stagione di grande crescita, allenare il Catania è bello e intrigante». Una battuta anche sulle polemiche post Catania-Trapani, con l’ormai famosa dichiarazione sull’emotività dei calciatori di fronte allo stadio pieno. «Cerco sempre di togliere la squadra dal diluvio universale, mettendomi in prima linea. L’emotività – precisa il tecnico – esiste dappertutto e può bloccarti, è successo anche a me. Non credo di aver detto qualcosa di sbagliato. L’importante è capire di essere forti: sono gli altri, in primis, a dover avere timore di noi».
Anche Andrea Russotto, intervenuto in sala stampa subito dopo Lucarelli, mantiene la barra dritta, battendo il tasto sulla necessità di fare reset rispetto a quanto successo finora. «Dopo Matera c’è stata sicuramente tanta delusione, ma domenica abbiamo una partita da onorare, la lotta per il secondo posto è aperta. Dobbiamo guardare avanti – specifica l’attaccante – ricordando gli errori commessi e cercando di non ripeterli. Noi siamo stati costruiti per vincere il campionato e ce la siamo giocata fino alla fine. L’obiettivo sfumato – ammette Russotto – ha portato amarezza e un pizzico di nervosismo: i playoff, però, sono un’opportunità da sfruttare al massimo».
L’importante, in tal senso, sarà provare a «massimizzare» la pausa. «Staccare ci farà bene, azzerando ciò che di buono e meno buono è stato fatto. Ricomincia un nuovo campionato – ricorda l’attaccante ai giornalisti – e dovremo cercare di ricompattarci. Abbiamo bisogno del sostegno di tutta la città, dobbiamo affrontare gli spareggi essendo convinti della nostra forza». Il numero sette rossazzurro, poi, riserva parole al miele per il suo allenatore. «Il mister è una persona sanguigna che tiene molto al suo lavoro. Il Lecce ha fatto qualcosa di straordinario, ma Lucarelli sta facendo bene in una piazza molto importante. Ho un buon rapporto con lui – ribadisce il giocatore – anche perché a inizio anno ha fatto tanto per farmi restare. Sembrava fossi in partenza, ma lui ha speso molte parole per me. Devo ringraziarlo».
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