Casa Professa, cortile diventa discarica «Troppa indifferenza, ca n’ammazzanu»

«Al degrado qualcuno si abitua sino a non vederlo nemmeno più». Sono le parole amare di Carmelo Esposito, che ha segnalato la presenza di una vera e propria discarica abusiva nel cortile Ecce Homo in zona Casa Professa, nel cuore di Ballarò. Poltrone, televisori, materassi, cassonetti ribaltati e presino eternit avvelenano il vicoletto del quartiere storico. «I residenti sembrano quasi assuefatti all’immondizia. È un problema di ignoranza e di sottocultura che si manifesta nelle zone più degradate della città» spiega Esposito. La soluzione indicata da molti è quella di una migliore campagna di sensibilizzazione e di informazione da parte dell’azienda preposta, la Rap (Risorse Ambiente Palermo). «Da semplice cittadino so benissimo quali sono le zone calde di Palermo, penso che anche la RAP sia ben conscia della situazione di degrado in cui versano molti quartieri, eppure il loro intervento rimane saltuario, ridotto al minimo – torna a dire Esposito – Forse l’installazione di telecamere potrebbe fungere da deterrente, spaventando e quindi scoraggiando l’incivile di turno».

Ma non la pensano così i commercianti della zona: «Non credo che le telecamere possano sradicare questa abitudine: come si fa a riconoscere le persone che di notte abbandonano i rifiuti? E soprattutto, in caso contrario, che conseguenze ci sarebbero? Penso poche» si sfoga Giuseppe Lucia, proprietario di un’officina proprio in fondo al cortile e che da due anni è costretto a ricorrere alla pulizia fai da te. Dalla parte dei negozianti del quartiere c’è Massimo Castiglia, consigliere della prima circoscrizione che si sta impegnando in un dialogo diretto con il sindaco Orlando e la sua giunta per bonificare, in un futuro prossimo, la zona e trasformarla in un’oasi verde. L’incontro è avvenuto proprio lo scorso dicembre nella chiesa Santa Chiara, dove si era parlato anche di attivare la raccolta differenziata porta a porta.

A sollevare ulteriore preoccupazione è la vicinanza della succursale dislocata del liceo classico Vittorio Emanuele II, che si affaccia sul vicolo e il cui cortile interno soffre dello stesso male che affligge la strada: erbacce, animali, mosconi, bottiglie, piatti e cibo in putrefazione sono lo scenario quotidiano con cui si interfacciano gli studenti e i dirigenti scolastici. «I pub notturni della zona di certo non aiutano, sono quelli che più di tutti producono grosse quantità di rifiuti che vengono abbandonati in strada a chiusura – racconta, Orazio Cangelosi, che lavora nel quartiere – Il sindaco ha altre priorità e non gli interessa mettere piede in un quartiere come quello di Ballarò».

«Forse l’unico modo per cambiare le cose è portare qui Orlando in modo che veda con i propri occhi come vanno le cose» afferma un altro commerciante che preferisce restare anonimo, «Ca n’ammazzanu» sogghigna un terzo. Sì, perché alla rassegnazione per una mentalità che non sa cambiare si aggiunge anche la paura di denunciare, di uscire allo scoperto, di subire ritorsioni. 

Silvia Buffa

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