Carla Marchese, sul set «quasi per miracolo»

Entra nella sala Odeon di Catania, affollatissima in occasione dell’anteprima etnea del suo film, con sguardo spaesato, percorrendo la platea in un tour di saluti e baci e sguardi ammirati, prima ancora che il pubblico in sala possa vedere la sua prima prova d’attrice sul grande schermo. Carla Marchese, 14 anni, al suo debutto come protagonista de “I baci mai dati”, è stata scelta da Roberta Torre tra miriadi di aspiranti, durante un provino avvenuto più di un anno fa al Lido Azzurro, in cui si era presentata con i capelli pieni di sale, arruffati. Lo considera quasi un miracolo, l’essere stata scelta e l’aver saputo reggere l’intero film con una spontaneità incredibile, capace di tener testa, in una bellissima scena finale, a Donatella Finocchiaro, che interpreta una madre a tratti esaurita, a tratti molto fragile.

Poco prima della proiezione, riesce brevemente a raccontarmi l’esperienza sul set librinese: «È stato bellissimo, e molto strano, dato che non avevo fatto mai niente».

A conti fatti, è stato un po’ un miracolo il fatto che ti abbiano scelta, visto che non hai esperienza.
«Sì, infatti, poi ai provini c’erano ragazze tutte sistemate, perfette, io mi sono presentata così, semplice e con la pancia».

Adesso com’è cambiata la tua concezione del cinema?
«Mi faccio “i complessi” per tutte le inquadrature che ci sono, perché so tutto il lavoro che c’è: le tecniche e tutte le persone che ci stanno dietro».

A Venezia come sono state le reazioni? C’era magari il rischio che il film potesse essere non compreso dal pubblico della laguna?
«Il punto non è che il film sia ambientato a Librino, quindi lo hanno accolto benissimo e ci sono stati cinque minuti di applausi. Presumo sia una cosa positiva».

Quindi, ti aspetti un grande successo da parte del pubblico? E per te stessa cosa ti aspetti?
«Io spero che il pubblico apprezzi il film, come è successo a Venezia e a Milano. Per me stessa non mi aspetto niente. Mi piacerebbe continuare a recitare, ma per ora sono a scuola e devo pensare a questo».

Infine, al suggerimento di contunuare ad andare a scuola la mattina e girare film nel pomeriggio, Carla risponde candidamente che «non è mica tanto facile!».

Roberto Zito

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