Rosa Balistreri, «voce di mille colori, essenza viva e vibrante della tradizione musicale siciliana». Così viene definita questa straordinaria artista dal musicologo Paolo Carapezza. L’occasione per parlare di questa cantante affascinante è stata rappresentata da un incontro organizzato da Grazia Pulvirenti, docente della facoltà di Lingue, e dai Circuiti Culturali. Un evento che avrebbe dovuto vedere protagonista anche Etta Scollo – che stasera si esibirà al teatro Sangiorgi – la quale ha dovuto rinunciare a causa delle prove di Canta Ro’, spettacolo nel quale interpreta proprio le musiche della Balistreri.
Partendo dalla figura dell’artista di Licata, si è parlato della musica popolare e del lavoro di Antonino Uccello – etnomusicologo che ha raccolto centinaia di canti popolari – grazie all’intervento di Gaetano Pennino, curatore della casa-museo Uccello, il quale ha parlato della Balestrieri come una donna che «prendeva il microfono per far conoscere il valore artistico della musica popolare al grande pubblico».
A Vincenza Scuderi, docente di lingua Tedesca, è toccato il compito di dipingere i rapporti che legano artisti come Etta Scollo, veri e propri simboli del concetto di nemo propheta in patria. Si tratta di figure come Lucilla Galeazzi, Giovanna Marini e Alfio Antico; autori e interpreti di musica – folk e jazz soprattutto – molto famosi all’estero ma sconosciuti ai più in Italia. Se in un primo momento ci si può riferire a questo fenomeno in termini di cultura riflessa, derivante dalle influenze degli emigranti italiani, oggi si tratta di una vera e propria cultura autonoma.
Luca Recupero si concerta, invece, sul concetto di ricerca delle proprie radici. Un tale studio infatti «può farci meglio comprendere le radici di altre culture».
Riccardo Insolia chiude l’incontro riflettendo sulla «necessità artistica di un confronto con quel mondo per contrapporlo al mondo non-sense di oggi» e descrive l’ideazione di “Bastione degli ‘nfetti, concerto di immagini e suoni” come la collaborazione di artisti diversi tra loro che riescono a dare vita a uno spettacolo a metà tra il concerto e il teatro. Il nuovo che rivive nell’antico. Come la voce di Rosa Balistreri.
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